Separare banche d’affari e commerciali è necessario. Anche Biden era d’accordo
I benefici di un moderno Glass-Steagall Act che aiuterebbe i consumatori e l’economia reale
Negli Stati Uniti si torna a parlare di separazione tra banche commerciali e banche d’investimento. Diverse organizzazioni progressiste stanno facendo infatti pressione sull’amministrazione Biden. L’obiettivo è evitare che eventuali crolli delle banche d’affari si ripercuotano su quelle commerciali. Con conseguenti rischi per i piccoli risparmiatori.
Inoltre, nelle ultime settimane si sta discutendo sulla possibilità di introdurre nuove leggi che tutelino la privacy dei clienti degli istituti di credito. Quello che si chiede è che il pieno controllo dei dati finanziari ricada sugli stessi consumatori. Che potranno decidere come gestirli, spostando, se lo ritengono, i loro rapporti presso un altro istituto finanziario.
Banche commerciali o banche di investimento?
Nel 1933 il senatore Carter Glass e il deputato Henry B. Steagall furono i promotori del Glass-Steagall Act, una legge che prevedeva la separazione tra attività commerciali e di investimento. Proprio per evitare che in caso di crollo di queste ultime, anche le prime potessero essere trascinate nella crisi. Un modo anche per tentare di scongiurare il ripetersi del terremoto finanziario del ’29. La speculazione operata dalle banche fu infatti una delle cause della Grande Depressione. Gli istituti di credito si esposero a rischi molto grandi, pur di ottenere ritorni altrettanto importanti sui loro investimenti.
Per questo motivo il Glass-Steagall Act imponeva loro una scelta, per evitare che si ripetessero situazioni analoghe. Gli istituti finanziari dovevano scegliere, entro un anno dall’emanazione del provvedimento, se orientare le proprie attività sul versante commerciale o sull’investment banking. La separazione tra le banche retail e quelle d’affari intendeva anche tagliare le catene di trasmissione tra la finanza speculativa e l’economia reale. Preservando quest’ultima in caso di problemi.
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L’istituzione della Federal Deposit Insurance Corporation, allo stesso modo, fu fondamentale non solo per prevenire scenari di questo tipo. Garantendo i depositi dei consumatori, entro determinati limiti.
La scelta di Bill Clinton di cambiare le carte in tavola nel mondo della finanza
Con l’obiettivo di incoraggiare una crescita del mondo della finanza, nel 1999 Bill Clinton promulga il Gramm-Leach-Bliley Act che abroga le disposizioni del Glass-Steagall Act. Viene dunque meno la separazione tra banche commerciali e banche d’investimento, lasciando invariate però le disposizioni che riguardano la Federal Deposit Insurance Corporation. La legge, approvata da una maggioranza repubblicana, fu promossa al Senato da Phil Gramm e alla Camera da Jim Leach e Thomas J. Bliley.
Nei primi anni Duemila le banche hanno ripreso così a investire facendo pesare i rischi anche sui risparmiatori. Ciò per incrementare i profitti, badando poco alle ripercussioni delle loro scelte finanziare.
Nel 2008 si concretizza ciò che il Glass-Steagall Act intendeva prevenire: una nuova crisi finanziaria fa crollare dapprima i mercati, a causa delle insolvenze legate ai mutui subprime (prestiti immobiliare concessi a persone che non erano in grado di far fronte alle rate). Quindi si ripercuote duramente sull’economia reale, con gli Stati costretti a sborsare immense quantità di denaro pur di salvare il sistema finanziario dal fallimento.
Si riaccende il dibatto sulla separazione tra banche d’affari e retail
Anche alla luce dell’esperienza del 2008, negli ultimi anni si è tornati a parlare in maniera più insistente della possibilità di approvare una nuova legge che vincoli le banche a una separazione. Arthur E. Wilmarth Jr., professore emerito di legge alla George Washington University, ha spiegato sulle colonne del giornale The Hill come sia necessario ripristinare un nuovo Glass-Steagall Act.
«Esso migliorerebbe notevolmente la stabilità finanziaria. Impedirebbe alle banche di utilizzare depositi garantiti dal governo per finanziare il trading speculativo nei mercati. Proibirebbe alle banche di sottoscrivere titoli diversi da quelli di Stato. Impedirebbe agli istituti non bancari di offrire strumenti finanziari a breve termine (come i fondi comuni di investimento del mercato finanziario) che si mascherano da “depositi” ma non sono coperti dall’assicurazione sui depositi e da altre normative bancarie».
Cosa avverrà nel corso del mandato di Joe Biden?
Il 27 maggio 2021, numerose associazioni per i consumatori e gruppi di think tank progressisti – tra i quali figurano l’American Economic Liberties Project, Progress America, Public Citizen, Consumer Action – hanno firmato una lettera indirizzata al Consumer Finance Protection Bureau (CFPB). Esortandolo ad introdurre una nuova legislazione a tutela della privacy dei consumatori.
«Il CFPB dovrebbe garantire che i consumatori siano protetti quando terze parti accedono e utilizzano i loro dati», si legge nella lettera. «In particolare dovrebbe proteggere la capacità dei consumatori di prendere decisioni su quando e come interrompere la condivisione delle informazioni. Esercitare l’autorità di controllo su aggregatori di dati e garantire l’applicazione di forti protezioni nell’ambito dell’Electronic Funds Transfer Act, Equal Credit Opportunity Act e Fair Credit Reporting Act. Mettere in atto altre misure di sicurezza che sono necessarie per assicurare che i consumatori traggano vantaggio e non vengano danneggiati dai dati per i quali autorizzano l’accesso».
Joe Biden e il rammarico sul Glass-Steagall ActNel 2016 Biden affermò: «Nel 1999 avrei dovuto oppormi»
È notizia recente quella che vedrebbe Biden firmare un ordine esecutivo inteso a rafforzare la concorrenzialità dell’economia statunitense. L’ordine include due disposizioni volte a rallentare le concentrazioni nel settore bancario e offrire ai clienti più libertà di cambiare banca.
Non sembra tuttavia ancora all’ordine del giorno la possibilità di reintrodurre un Glass-Steagall Act. Eppure nel 2016, in un’intervista concessa all’emittente Cnn, Biden affermò che il suo più grade rammarico fu proprio quello di non essersi opposto, nel 1999, alla scelta dell’allora presidente Clinton. Occorrerà verificare se la certa opposizione della lobby bancaria statunitense sarà in grado di evitare che la Casa Bianca decida di ripristinare la separazione tra attività commerciali e d’affari.