Le banche puntano alla catastrofe climatica

La banche continuano con il business as usual del finanziamento alle fonti fossili. Cosa possiamo fare noi con i nostri soldi?

Nei sei anni successivi all’Accordo di Parigi il flusso di denaro concesso dalle 60 più grandi banche al mondo a chi sfrutta le fonti fossili ha raggiunto i 4.600 miliardi di dollari. 742 miliardi solo nel 2021. Cifre impressionanti rivelate nel nuovo rapporto Banking on Climate Chaos, curato da sei organizzazioni non governative: Rainforest Action Network, BankTrack, Sierra Club, Indigenous Environmental Network, Oil Change International e Reclaim Finance.

Cifre che mostrano quanta strada ci sia ancora da fare tra le parole e i fatti. Tra gli impegni che molte banche commerciali e di investimento annunciano di voler assumere e la traduzione in atti concreti.

Non salveremo il clima senza le banche

L’Unione europea ha lanciato un imponente piano di rilancio post-pandemia da 750 miliardi di euro. Che, almeno in parte, dovranno essere utilizzati per progetti legati alla transizione ecologica. Lo stesso ha fatto Biden negli Stati Uniti. Ma senza le banche e la finanza privata, con le enormi risorse che raccolgono e mobilitano, non sarà possibile raggiungere gli obiettivi che la comunità internazionale si è posta per scongiurare la catastrofe climatica. Eppure, come emerge dal rapporto “Banking on Climate Chaos”, i colossi della finanza continuano a praticare il business as usual come se nulla fosse.

C’è speranza di salvare il clima anche senza le banche? Cosa possiamo fare noi, cittadine e cittadini con i nostri risparmi e i nostri investimenti? Ne abbiamo parlato con Andrea Baranes, vicepresidente di Banca Etica, e Andrea Barolini, direttore di Valori.it.