La BCE abbandona il dogma della neutralità in nome del clima
La BCE ha annunciato che selezionerà i titoli di debito corporate sulla base di criteri climatici, abbandonando la “non ingerenza” sui mercati
Una buona notizia è arrivata lunedì 4 luglio dalla Banca Centrale Europea. L’istituto di Francoforte ha annunciato una serie di misure che dovrebbero rendere più “green” la propria politica monetaria. Dopo aver assunto l’impegno, lo scorso anno, di «prendere maggiormente in considerazione i rischi finanziari legati al clima nei bilanci delle banche centrali dell’Eurozona», la BCE ha dunque svelato la sua nuova strategia.
La BCE “selezionerà” le imprese sulla base di criteri climatici
Per l’Eurotower, l’obiettivo dichiarato è «sostenere la transizione ecologica dell’economia, conformemente agli obiettivi di neutralità climatica dell’Unione europea». Al centro del piano, il portafoglio di obbligazioni corporate costituito dalla stessa BCE attraverso i programmi di acquisto adottati al fine di sostenere l’economia.
L’istituto di Francoforte ha spiegato che d’ora in poi privilegerà le imprese che adottano comportamenti virtuosi in materia di ambiente. Ovvero quelle che presentano basse emissioni di gas ad effetto serra legate alle loro attività, obiettivi ambiziosi in termini di riduzione delle stesse e un reporting adeguato.
I capitali in gioco dovrebbero rappresentare circa 30 miliardi di euro, ovvero meno del 10% del totale del debito corporate detenuto dalla BCE (circa 386 miliardi). Una quota che, ha voluto sottolineare Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo, è comunque più alta rispetto a quella di altre banche centrali.
Non ci saranno però esclusioni e la stabilità dei prezzi rimarrà prioritaria
Ma al di là delle cifre, si tratta di un cambiamento importante, più in termini politici che quantitativi. La scelta di “selezionare” le imprese rappresenta infatti la prima, storica rottura con la politica dogmatica della “neutralità”. Ovvero del non distorcere i mercati (che nell’ortodossia liberista sarebbero in grado di autoregolarsi). La BCE, in altre parole, ha sempre acquistato nelle stesse proporzioni titoli di debito di qualsiasi impresa. Ma in questo modo ha di fatto avvantaggiato le aziende più inquinanti, che spesso sono quelle che emettono la maggior parte delle obbligazioni.
Tuttavia, per l’opposizione della Germania, non è passato un passo in più che avrebbe potuto fare la differenza, chiesto da associazioni come Greenpeace e Positive Money: applicare anche delle esclusioni tout court. A danno ovviamente delle imprese più dannose dal punto di vista climatico. Infine, la BCE ha specificato che le azioni a favore del clima non potranno in ogni caso ledere il suo mandato principale. Ovvero mantenere la stabilità dei prezzi. In una fase in cui l’inflazione appare galoppante, il rischio è che la clausola consenta di derogare spesso al nuovo corso.
Questo articolo è stato pubblicato in 9 anni – storie e approfondimenti sulla crisi climatica, la newsletter che Valori.it invia ogni venerdì. Se vuoi riceverla iscriviti alla newsletter e seleziona “Ambiente” tra i tuoi interessi.