Questo articolo è stato pubblicato oltre 6 anni fa e potrebbe contenere dati o informazioni relative a fonti/reference dell'epoca, che nel corso degli anni potrebbero essere state riviste/corrette/aggiornate.

Da Brexit a Euratom: UK e il dilemma nucleare

Se sono fuori dall’Europa devono lasciare anche Euratom, anche se Euratom potrebbe mantenere le sue funzioni per quanto riguarda la Gran Bretagna se Londra ...

Pericolo nucleare

Centrale nucleare di Hinkley Point, UK. Richard Baker [CC BY-SA 2.0], via Wikimedia Commons
Se sono fuori dall’Europa devono lasciare anche Euratom, anche se Euratom potrebbe mantenere le sue funzioni per quanto riguarda la Gran Bretagna se Londra firmerà – come ad esempio Svizzera e Ucraina – un accordo di associazione con l’Unione europea a Brexit avvenuta.

Queste, in sintesi, le parole di Guy Verhofstadt, coordinatore dell’Europarlamento sulla Brexit, durante un’audizione con i deputati europei, espresse dopo che si era diffusa la notizia che Theresa May e il governo di Sua Maestà britannica stessero già pensando a un piano per ritirarsi dal trattato alla base della costituzione di Euratom.

Il tema sarà tra quelli in discussione proprio oggi al Parlamento di Westminster, in occasione della proposta, da parte del governo May, della legge che sancirà l’abrogazione di parti del diritto dell’Unione europea nella legislazione britannica. Un momento cruciale a cui si aggiunge quindi un altro tema delicato.

La Comunità europea per l’energia atomica nacque nel 1957 ed è deputata a regolare lo sviluppo dell’energia nucleare e il suo commercio nella Ue, finanziando la ricerca e lo sviluppo e assicurando che i Paesi europei non trasferiscano materiali nucleari a usi militari. Secondo alcune analisi il recesso dall’organismo Ue senza correttivi potrebbe distruggere migliaia di posti di lavoro inglesi e persino rendere difficoltosi i trattamenti che si basano fortemente sugli isotopi nucleari, tipicamente per a pazienti affetti da tumore.

Uscendo da Euratom il Regno unito affronterebbe costi maggiori per il fatto di doversi accollare l’organizzazione che sovrintende le norme di sicurezza per la fornitura e il trasferimento di combustibili nucleari, tanto più considerando che è proprio la Gran Bretagna – sottolinea «The New York Times» – a disporre della più grande scorta di plutonio.