Cambiamenti climatici e catastrofi, la fuga delle compagnie d’assicurazione
Di fronte ai costi per le catastrofi, le compagnie potrebbero aumentare i premi. E alcune rifiutano già di sottoscrivere assicurazioni
Tra quattro e cinque miliardi di euro. È questo il costo che le compagnie d’assicurazione potrebbero dover sborsare per le catastrofiche inondazioni che hanno colpito la Germania occidentale alla metà dello scorso mese di luglio. Ad indicarlo è stata la federazione tedesca del settore (GDV). Secondo il direttore generale Jörg Asmussen, la perturbazione battezzata Bernd è stata «una delle più devastanti del recente passato».
In Europa esplodono i costi legati agli eventi meteorologici estremi
E se quasi tutte le abitazioni erano, ad esempio, assicurate contro i rischi legati alla grandine, soltanto il 46% lo era contro altri rischi naturali. Come ad esempio le piogge torrenziali e le inondazioni». Ciò nonostante, il totale che dovranno sborsare le compagnie potrebbe essere più alto persino di quello che fu versato nel 2002. All’epoca, gli indennizzi legati alla piena del fiume Elba arrivarono a “soli” 4,65 miliardi di dollari.
Allo stesso modo, in Francia, la devastazione provocata dalla tempesta Alex nell’ottobre del 2020 nella valle della Roya è costata 200 milioni di euro. L’ondata di gelo primaverile che ha distrutto numerose vigne ha comportato danni per un miliardo. Ai quali si aggiungono 550 milioni per le inondazioni di giugno, avvenute in numerosi dipartimenti. Complessivamente nella nazione transalpina il costo degli eventi climatici è triplicato dagli anni Ottanta, passando da 1,2 a 3,6 miliardi.
In Europa perdite per le compagnie già a 12,7 miliardi di euro
A livello europeo, le sole inondazioni del 2021 dovrebbero comportare costi compresi tra 6 e 7 miliardi di dollari per il settore assicurativo, secondo la società specializzata Catastrophe Insight. L’Europa ha inoltre vissuto un’ondata di siccità storica in primavera. E sulla Grecia si è abbattuta «la peggiore ondata di caldo dal 1987», secondo il primo ministro Kyriakos Mitsotakis. Di conseguenza, secondo quanto riferito al quotidiano Les Echos dal direttore generale di Catastrofe Insight, Steve Bowen, le perdite per le compagnie, al 10 agosto, sfioravano già i 12,7 miliardi di euro in Europa.
È noto che a causa dei cambiamenti climatici i fenomeni meteorologici estremi saranno, in futuro, sempre più frequenti e violenti. Il che pone grandi interrogativi all’intero settore assicurativo. Numerose compagnie, infatti, potrebbero aumentare fortemente i premi richiesti ai clienti. O addirittura rifiutarsi di concedere le coperture.
In Florida, ad esempio, regione particolarmente vulnerabile di fronte alle conseguenze del riscaldamento globale, alcuni cittadini già affermano di non riuscire ad assicurare i propri beni. E nella stessa Germania, alcune società hanno ammonito: se non si farà nulla per limitare la crescita della temperatura media globale a non più di 2 gradi centigradi alla fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali, le polizze non verranno più accordate.
Negli Stati Uniti assicurazioni negate nelle regioni più esposte
Secondo quanto riportato dal New York Times, inoltre, “in California gli assicuratori hanno cominciato a disertare le zone più esposte agli incendi. E in altre regioni occidentali degli Stati Uniti, c’è già chi riceve risposte negative da parte delle compagnie al momento di rinnovare le polizze”.
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Ovunque, insomma, il settore sembra sempre più in difficoltà nel sopportare le conseguenze dei cambiamenti climatici. E difficilmente il problema può essere risolto semplicemente con un aumento dei premi (anche perché ciò si tradurrebbe, di fatto, nello scaricare i costi su chi si assicura).
Le riassicurazioni passano per i “cat bond”: obbligazioni per le catastrofi
Perfino i riassicuratori sono sempre più riluttanti e cercano nuove strade. Come nel caso dei “cat bond”, o “obbligazioni per le catastrofi”. Si tratta di strumenti finanziari che permettono di “condividere” con i mercati il peso dei rischi legati ai possibili indennizzi derivanti da disastri naturali. La compagnia italiana Generali ha già lanciato da tempo le prime emissioni.
In alternativa, non è escluso che le assicurazioni possano diventare obbligatorie. Un’idea della quale si è cominciato a discutere in Germania, proprio dopo la catastrofe di luglio. Le compagnie, tuttavia, hanno già manifestato la loro ferma opposizione: secondo Jörg Asmussen ciò «implicherebbe premi troppo elevati per gli assicurati e rischi troppo grandi per gli assicuratori».