Clima, al posto di Timmermans l’Europa vuole un ex di Shell
Per sostituire Frans Timmermans, von der Leyen ha proposto il “signor No” Wopke Hoekstra: ex del colosso petrolifero Shell e di McKinsey
La politica è l’arte delle soluzioni possibili. Soluzioni, appunto. Non passi indietro. E quando la questione da affrontare è delicatissima, talmente importante da far sì che da essa possa dipendere il futuro dei nostri figli, le scelte dovrebbero essere il più possibile prive di rischi. È per questo che il nome scelto dalla Commissione europea per sostituire l’olandese Frans Timmermans, vice-presidente e commissario per l’Azione per il clima, è sconcertante. Ursula von der Leyen ha fatto infatti il nome di Wopke Hoekstra, attuale ministro degli Esteri dei Paesi Bassi. Ma soprattutto persona che non ha alcuna esperienza in materia di lotta ai cambiamenti climatici. Al contrario, ha un passato da dirigente del colosso petrolifero Shell e della società di consulenza McKinsey.
Hoekstra, un conservatore, anti-solidale, ex petroliere
Due nomi, nella carriera di Hoekstra, che hanno fatto saltare sulla sedia numerosi dirigenti di organizzazioni non governative ambientaliste. Conservatore, democristiano, 47 anni, il politico olandese non piace affatto, ad esempio, alla direttrice di Friends of the Earth Europe, Jagoda Munic. Che non soltanto ha sottolineato la totale inesperienza del candidato commissario (la nomina dovrà essere approvata anche da Parlamento europeo e Paesi membri) in materia, ma ha spiegato come scegliere un ex uomo di Shell per dirigere la politica climatica europea rappresenti «un messaggio angosciante, in un momento in cui attraversiamo una crisi climatica scatenata proprio dall’industria dei combustibili fossili».
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Presso Shell, Hoekstra si è occupato per anni della direzione commerciale. Successivamente, nel 2006, è passato a McKinsey. Società finita al centro delle polemiche per le pratiche di lobbying. Il nome del ministro olandese appariva poi nei Pandora Papers. Ovvero nella grande inchiesta sull’evasione ed elusione fiscale che ha coinvolto migliaia di personalità pubbliche di tutto il mondo.
Una scelta sconcertante per le ong e per il gruppo europeo S&D
Come se non bastasse, sottolinea il gruppo dei Socialisti e democratici europei (del quale faceva parte Timmermans), Hoekstra si è fatto conoscere in tutto il Continente nel 2020 per le sue dichiarazioni controverse sul Covid.
Soprattutto, è stato in breve soprannominato “il signor No” quando occupava il posto di ministro delle Finanze nel suo Paese. Ciò per via della profonda mancanza di solidarietà mostrata quando si oppose strenuamente ad ogni forma di mutualizzazione del debito pubblico: i famosi “corona-bond”, ovvero obbligazioni emesse per finanziare la risposta alla crisi provocata dalla pandemia.
Ma più in generale, Hoekstra è membro del Partito popolare europeo, movimento che – come ricordato dall’eurodeputata Anja Hazekamp a Euronews – «ha sistematicamente provato a sabotare il Patto verde europeo. Così come la legge sul ripristino della natura».
La difesa di von der Leyen: «È molto motivato»
Qualora fosse confermato, sarà Hoekstra a guidare l’Europa alla prossima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite. La Cop28 che si svolgerà a Dubai, e al cui vertice è stato piazzato l’amministratore delegato dell’azienda petrolifera di Stato Adnoc. Disarmante anche la replica di von der Leyen alle critiche piovutele addosso. Secondo la presidente della Commissione di Bruxelles, il nome di Hoekstra è quello giusto perché il ministro olandese «ha mostrato grande motivazione per il posto». E perché può vantare una non meglio dettagliata «esperienza professionale pertinente».
Effettivamente, aver lavorato per il “nemico” potrebbe garantire le conoscenze giuste. Ma lasciare intendere che il profilo di Hoekstra sia il migliore possibile per il ruolo di commissario per l’Azione per il clima è, semplicemente, prendere in giro chiunque in Europa abbia a cuore la battaglia contro il riscaldamento globale.