Cop26, le Ong: «Ci impediscono di assistere ai negoziati»
Alla Cop26 le ong lamentano la mancanza di accesso alle sale nelle quali si effettuano i negoziati sul clima. Non era mai accaduto prima
Migliaia di esperti presenti alla Cop26 di Glasgow non possono assistere ai negoziati tra i membri delle delegazioni dei governi. A rivelarlo sono numerose organizzazioni non governative, che hanno denunciato nella giornata di mercoledì 3 novembre l’imposizione di gravi restrizioni d’accesso. Un fatto che, a loro avviso, rischia di nuocere alla credibilità stessa della conferenza.
Il mancato accesso delle ong ai tavoli negoziali mina la credibilità della Cop26
Secondo le regole dell’Unfccc, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite che organizza le Cop, normalmente gli osservatori della società civile possono assistere alle discussioni tra le parti, proprio per garantire trasparenza al processo negoziale. Si tratta di un ruolo fondamentale, non solo per le informazioni che in tal modo è possibile ottenere, ma anche per consentire alle stesse ong la possibilità di intercedere e tentare di mediare tra le posizioni non di rado contrapposte dei governi.
Secondo Teresa Anderson, di ActionAid International, soltanto quattro rappresentanti delle organizzazioni della società civile sono stati autorizzati a monitorare i negoziati: «Impedirci di vigilare sull’operato dei governi e far sì che siano posti di fronte alle loro responsabilità – ha affermato – può comportare gravi conseguenze per le comunità che lottano in prima linea contro la crisi climatica».
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«Migliaia di osservatori chiusi fuori dalle porte alla Cop26»
Una denuncia gravissima. E che cozza clamorosamente con gli annunci del presidente della Cop26, Alok Sharma. Quest’ultimo aveva infatti promesso di lavorare per rendere la conferenza ospitata dal Regno Unito «la più inclusiva». Al contrario, migliaia di rappresentanti delle associazioni sono di fatto «costretti a rimanere fuori dalle porte» delle sale in cui si decide il futuro del Pianeta. «È un disastro vedere che la società civile non può assistere a riunioni cruciali. Molti rappresentanti non possono neppure entrare nel sito in cui si svolge la Cop», ha aggiunto Mohamed Adow, di Power Shift Africa.
Numerosi esperti, di fatto, sono costretti a seguire i lavori attraverso una piattaforma online messa a disposizione dal governo inglese. Piattaforma che, però, presenta numerosi problemi. La Cop26, così, rischia di passare alla storia come la meno trasparente di sempre.