Il coronavirus farà crollare la CO2. Ma non basterà per salvare il clima

Per la pandemia da coronavirus le emissioni di anidride carbonica caleranno del 5,5% nel 2020. Ma per mantenere il riscaldamento globale a +1,5°C bisognerebbe arrivare al -7,6%

Coronavirus, il lockdown a Londra nel 2020 © Amarjeet Singh Hardeepsingh/iStock

Quattro miliardi e mezzo di persone chiuse in casa. Strade quasi deserte. Industrie bloccate. E aerei a terra. Il confinamento imposto a mezzo mondo a causa della pandemia di coronavirus ha portato a una paralisi in numerosi settori. Ciò si sta traducendo in un netto calo delle emissioni di gas ad effetto serraGas che compongono l’atmosfera terrestre. Trasparenti alla radiazione solare, trattengono la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall'atmosfera, dalle nuvole.Approfondisci. Secondo l’associazione inglese Carbon Brief, alla fine dell’anno, la contrazione potrebbe essere pari al 5,5%, a livello mondiale, rispetto al 2019.

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Per rispettare l’Accordo di Parigi serve molto di più

In termini assoluti, il calo dipeso dal coronavirus sarà probabilmente compreso tra i 2 e i 2,5 miliardi di tonnellate equivalenti di CO2. Qualcosa di epocale. Avremo dunque risolto – almeno per quest’anno – il problema della necessaria diminuzione dei gas ad effetto serra? Ci saremo per lo meno allineati agli impegni che la comunità internazionale si è fissata in termini di lotta ai cambiamenti climaticiVariazione dello stato del clima rispetto alla media e/o variabilità delle sue proprietà che persiste per un lungo periodo, generalmente numerosi decenni.Approfondisci? La risposta è no: neppure tutto questo (e stiamo parlando della peggiore recessione dagli anni Trenta) basterà a farci rispettare gli obiettivi dell’Accordo di ParigiL’Accordo di Parigi è un documento d’intesa tra le nazioni facenti parte dell’UNFCCC che è stato raggiunto nel 2015 al termine della Cop21.Approfondisci.

Secondo il rapporto Emission Gap dell’UNEP (il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambente) occorrerebbe fare ancora di più. Se si vorrà limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di 1,5 gradi centigradi, alla fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali, il calo dovrebbe essere ben più importante. Pari al 7,6%, in media, di qui al 2030. All’anno, ogni anno.

Anche in Europa le emissioni di CO2 caleranno del 5% nel 2020

La stima di Carbon Brief, d’altra parte, risulta in linea con quella della società di consulenza Sia Partners di Parigi. Quest’ultima, facendo riferimento alla sola Europa, ha ipotizzato un calo del 5% rispetto al 2019. Ciò ipotizzando una durata media del lockdown di 45 giorni nelle nazioni del Vecchio Continente.

carbone germania
La miniera di carbone di Garzweiler in Germania. Il settore è uno dei più impattanti dal punto di vista delle emissioni di gas serra  © Bert Kaufmann/Wikimedia Commons

Eppure il calo annuale delle emissioni di CO2 provocato dal coronavirus sarà il più importante della storia. Carbon Brief propone in questo senso alcuni termini di paragone. A fronte dei due miliardi di tonnellate equivalenti che quest’anno non verranno dispersi nell’atmosfera per via dell’epidemia, il calo registrato nel 1945, alla fine della Seconda Guerra mondiale, fu di 845 milioni di tonnellate, rispetto all’anno precedente. Mentre la contrazione registrata nel 2009 per via della crisi finanziaria mondiale fu di 440 milioni. Seguita, tra l’altro, l’anno successivo, da un aumento di 1,6 miliardi di tonnellate.

«Il calo della CO2 provocato dal coronavirus avrà un impatto relativo»

Inoltre, Carbon Brief sottolinea che «la concentrazione di CO2 nell’atmosfera e la temperatura media globale continueranno ad aumentare finché le emissioni annuali nette non verranno azzerate. Qualsiasi riduzione si otterrà nel 2020 per il coronavirus avrà un impatto soltanto relativo». A meno che ad essa non venga associato un cambiamento profondo e duraturo nei nostri sistemi economici, nei nostri modelli di sviluppo e nelle nostre abitudini di consumo.