Clima, l’appello di mille scienziati francesi: «Serve una ribellione»

Mille scienziati francesi, in una lettera pubblicata da Le Monde, chiedono ai cittadini di mobilitarsi per il clima attraverso la disobbedienza civile

Una manifestazione del movimento Extinction Rebellion a Londra © Alexander Savin/Getty Images

Informarsi e impegnarsi sul clima. L’emergenza è tale da imporre scelte radicali. Anche dal punto di vista individuale. «Di fronte a questa crisi è necessaria una ribellione». L’appello è stato pubblicato sulle colonne del quotidiano francese Le Monde lo scorso 20 febbraio. Ed è stato firmato da mille scienziati di diverse discipline.

L’inerzia dei governi sul clima è inaccettabile di fronte alle evidenze scientifiche

«Da decenni – hanno spiegato gli studiosi – i governi che si sono succeduti sono stati incapaci di adottare misure forti e rapide per fronteggiare la crisi climatica e ambientale: un’emergenza che si aggrava di giorno in giorno. Questa inerzia non può più essere tollerata di fronte ad osservazioni scientifiche incontestabili e a catastrofi che si moltiplicano sotto ai nostri occhi».

La lettera prosegue spiegando che il mondo «sta vivendo la sesta estinzione di massa, con parecchie decine di specie viventi che scompaiono ogni giorno. Mentre i livelli di inquinamento sono allarmanti da ogni punto di vista: plastica, pesticidi, nitrati, metalli pesanti. Per non parlare del climaSi tratta di una rappresentazione verosimile e spesso semplificata del possibile clima futuro.Approfondisci: la temperatura media globale è già salita di 1 grado centigrado rispetto ai livelli pre-industriali. E la concentrazione di CO2È il quantitativo di CO2 presente nell’atmosfera, calcolato normalmente in parti per milione (ppm).Approfondisci nell’atmosfera non è mai stata così alta da milioni di anni».

Una manifestazione per il clima del movimento Fridays for Future © Pixabay

Gli obiettivi climatici sono già quasi fuori portata

Inoltre, «secondo il rapporto Emission Gap delle Nazioni Unite gli impegni assunti finora dai governi nel quadro dell’Accordo di ParigiL’Accordo di Parigi è un documento d’intesa tra le nazioni facenti parte dell’UNFCCC che è stato raggiunto nel 2015 al termine della Cop21.Approfondiscifaranno salire la temperatura di almeno 3 gradi di qui al 2100. A patto che siano rispettati». Ne discende che «l’obiettivo di limitare il riscaldamento a 1,5 gradi è già fuori portata, a meno che non si diminuiscano le emissioni mondiali del 7,6% all’anno. Mentre negli ultimi dieci anni sono aumentate dell’1,5% all’anno».

Gli scienziati non lesinano quindi critiche nei confronti del governo francese. Spiegando che esso «si rende complice di questa situazione negando il principio di precauzione e non riconoscendo il fatto che una crescita infinita in un Pianeta dalle risorse finite è semplicemente un vicolo cieco. Gli obiettivi economici che difende sono in totale contraddizione con il cambiamento radicale di modello produttivo che è indispensabile avviare senza attendere».

«La tutela del clima prevalga sugli interessi privati»

Più nello specifico, «continuare a promuovere tecnologie superflue ed energivore come la 5G è irresponsabile». Inoltre, «come rivelato dall’Alto Consiglio per il Clima, il tetto alle emissioni di gas ad effetto serra fissato dalla strategia nazionale non è stato rispettato tra il 2015 e il 2018».

clima adattamento
Scegliere la strada dell’adattamento ai cambiamenti climatici sarà estremamente vantaggioso anche da un punto di vista economico © haithanh/Wikimedia Commons

Di fronte a tutto ciò, la strada, secondo i mille scienziati firmatari della lettera aperta è una sola: «Lanciamo un appello a tutti affinché partecipino alle azioni di disobbedienza civile organizzate dai movimenti ecologisti. Invitiamo tutti i cittadini, compresi i nostri colleghi del mondo della scienza, a mobilitarsi per esigere dai nostri dirigenti politici atti concreti e cambiare il sistema dal basso. Fin da oggi».

Al contempo, un secondo appello è stato indirizzato ai poteri pubblici: «Dicano la verità in merito alla gravità della situazione: il nostro stile di vita attuale e la crescita economica non sono compatibili con la limitazione degli sconvolgimenti del clima. Il governo e il Parlamento facciano prevalere le istanze ambientali rispetto agli interessi privati».