Dagli istituti finanziari europei addio alle fossili. Con prudenza
Dopo la Bei, anche la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo annuncia uno stop agli investimenti nelle fossili. Con qualche deroga
La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (European bank for reconstruction and development, Ebrd) non investirà più in progetti legati al petrolio e al gas. Ciò al fine di allinearsi agli obiettivi indicati dalla comunità internazionale nell’Accordo di Parigi.
I dubbi sull’applicazione concreta delle politiche della Ebrd sulle fossili
La decisione è arrivata all’inizio del mese di luglio dal Consiglio dei governatori dell’istituto. Harry Boyd-Carpenter, direttore generale della Ebrd, ha spiegato all’agenzia Reuters che lo stop agli investimenti «riguarda quelli “a monte”. Continueremo invece a concedere finanziamenti a progetti selezionati nei settori intermedi e “a valle”».
Il dirigente non ha tuttavia specificato cosa ciò significhi concretamente. Né è stato indicato a partire da quale data la decisione diventerà operativa. Ancora, non è chiaro se il blocco riguarderà solo i progetti futuri o se verranno arrestate le erogazioni anche per quelli esistenti.
Nel corso del 2020 la Ebrd aveva già annunciato la volontà di aumentare gli investimenti green. Essi dovranno arrivare a rappresentare più del 50% dei business della banca entro il 2025. Si tratta di un passaggio fondamentale e non semplice, poiché l’istituto investe in 38 nazioni, tra le quali molte le cui economie si basano ancora largamente sulle fonti fossili. È il caso di nazioni come l’Egitto, il Marocco o la Mongolia.
«Dobbiamo tutelare il Pianeta e proteggerci dai rischi climatici»
Le nazioni nelle quali lavora la Ebrd, infatti, presentano un impatto in termini di emissioni di CO2 più alto del 35% rispetto alla media globale. Inoltre, in sette di tali Paesi, il carbone, ovvero la fonte più inquinante in assoluto, rappresenta più del 40% dell’approvvigionamento energetico.
Ciò che è importante è in ogni caso il trend. E la presa di coscienza da parte degli istituti finanziari europei. «Limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di 2 gradi centigradi di qui alla fine del secolo è un imperativo. Dobbiamo salvaguardare il nostro Pianeta e proteggerci dai rischi climatici», ha aggiunto la presidente della Ebrd Odile Renaud-Basso.
Nel 2019 lo stop alle fossili della Banca europea per gli investimenti
Nell’estate del 2019 anche la Banca europea per gli investimenti (BEI) aveva annunciato di voler «accrescere il proprio sostegno alla transizione energetica nell’Unione europea». Ovvero smettere di concedere ai finanziamenti alle energie fossili.
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Anche in quell’occasione, uno degli otto vice-presidente della BEI, l’irlandese Andrew McDowell, aveva spiegato che il cambiamento di strategia era «conforme agli impegni assunti in Europa con la ratifica dell’Accordo di Parigi sul clima».