La nuova strategia di Bruxelles: dopo il coronavirus, una finanza ancora più sostenibile

Più chiarezza sull'ESG, regole rigide, attenzione al sociale. Questa la finanza sostenibile chiesta nelle oltre 600 risposte arrivate alla Commissione Ue

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Si è chiusa il 15 luglio scorso la consultazione pubblica  (Consultation on the renewed sustainable finance strategy) lanciata dalla Commissione europea l’8 aprile per aggiornare la strategia sulla finanza sostenibile. Un percorso avviato da Bruxelles oltre due anni fa, a marzo del 2018 con la pubblicazione dell’Action Plan on financing sustainable growth.

Oggi, dopo lo scoppio dell’epidemia di coronavirus e i suoi effetti sull’economia, l’Ue vuole fare un passo avanti, come spiegato nel documento di base, per rispondere al bisogno di rafforzare l’impegno per la sostenibilità e la resilienza delle comunità, anche allo scopo di renderle meno vulnerabili a emergenze sanitarie simili a quella di questi mesi.

Nomi di peso tra gli autori delle proposte per la finanza sostenibile

Destinatari della consultazione: tutti i soggetti interessati, cittadini, istituzioni, rappresentanze del privato profit e non profit, del mondo della finanza e di quello della ricerca. Sono arrivate oltre 600 risposte e proposte. Tra gli autori, anche soggetti di un certo peso come la Banca centrale europea e le tre autorità Ue  di tutela delle banche (EBA- European Banking Authority), dei mercati finanziari (ESMA- European Securities and Markets Authority) e delle assicurazioni e fondi pensione (EIOPA- European Insurance and Occupational Pensions Authority). E, naturalmente, dal mondo della finanza etica, attraverso il contributo inviato da FEBEA (la Federazione Europea delle Banche Etiche e Alternative) che, in collaborazione con il Gruppo Banca Etica, ha suggerito diverse misure per la nuova strategia.

Sete di chiarezza e di regole certe sulla finanza

«Serve chiarezza e una regolamentazione rigorosa riguardo le informazioni ESG (Environmental, social, governance, ndr)», aveva dichiarato Steven Maijoor, presidente dell’Autorità di vigilanza europea sui mercati finanziari (Esma), lo scorso febbraio all’European financial forum di Dublino. Ma l’esigenza di fare chiarezza nel mondo degli investimenti sostenibili e in generale degli standard ESG è trasversale, condivisa, si può dire, da tutti i protagonisti del mondo della finanza, non solo responsabile. Così, quando la Commissione europea ha lanciato la consultazione pubblica per aggiornare la strategia sulla finanza sostenibile, molte delle risposte e proposte si sono concentrati proprio su questo aspetto, in particolare quelle delle authority di controllo. 

Per costruire un sistema economico sostenibile, è necessario che le autorità pubbliche «intervengano per stabilire solidi standard Esg e supervisionare gli attori sul mercato», ha dichiarato ancora Steven Maijoor. 

Le proposte delle banche etiche europee

Anche le banche etiche europee, attraverso la risposta di Febea, hanno chiesto di rafforzare gli standard ESG e di avere strumenti di rendicontazione di sostenibilità uniformi, ma hanno anche precisato che l’applicazione di regole comuni deve essere modulata in base alle dimensioni dei player finanziari e industriali. Tra le loro richieste, quella di incentivi anche fiscali per la transizione verde dei processi operativi e delle competenze professionali; il coinvolgimento delle ONG nel monitoraggio dell’attuazione del Piano per la finanza sostenibile; il rafforzamento dell’educazione finanziaria e della formazione anche professionale sulla finanza sostenibile; la previsione di misure più eque di remunerazione nelle banche.

Ma il fulcro delle richieste delle banche etiche riguarda il fattore sociale., Tale aspetto è infatti stato messo da parte da parte delle istituzioni europee nella legislazione della finanza sostenibile. Febea ha quindi proposto di integrare una dimensione sociale della Tassonomia Ue (oggi attenta unicamente al rispetto delle norme sulla tutela dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori), ma anche di promuvere standard ed etichette dedicate a conti corrente e finanziamenti sociali.

Finanza sostenibile, le richieste delle tre authority Ue

Numerose le richieste avanzate dalle tre authority – Eba, Esma ed Eiopa – in particolare quella di un unico database europeo con i dati ESG delle aziende, una robusta struttura di regole che consenta l’efficiente gestione dei rischi e la massima estensione possibile dell’etichetta Ecolabel ai prodotti finanziari. 

In generale le authority concordano su un’ampia gamma di possibili azioni a livello Ue per supportare il finanziamento della transizione verso un’economia più sostenibile, gestendo nel contempo in modo appropriato i rischi Esg nel settore finanziario e garantendo elevati standard di protezione dei consumatori.

Un’unica banca dati ESG in Europa

La proposta di creare un unico database che raccolga le informazioni, anche non finanziarie, quindi ESG (ambientali, sociali e di governance), delle aziende, è stata lanciata dalla Banca centrale europea: «Sarebbe un grande contributo per incrementare la trasparenza, nonché la comparabilità e la usabilità dei dati», ha scritto la Bce. 

Le tre authority ribadiscono lo stesso concetto, recependo le richieste arrivate loro dalle associazioni di fondi, bancarie e assicurative. «L’Eba rileva la necessità di un quadro normativo solido basato su dati certi e sul calcolo dei rischi – si legge nella risposta dell’autority bancaria– e sostiene la creazione di una piattaforma unica a livello europeo, contenente le informazioni in ambito ESG per sostenere un processo decisionale “evidence-based” da parte degli investitori pubblici e privati».

Sulla stessa linea l’Esma, che, si legge nella sua risposta alla Commissione: «ritiene che facilitare l’accesso ai dati sulla sostenibilità costituirebbe un contributo essenziale per mettere la sostenibilità in prima linea nel settore finanziario».

Un database dei dati non finanziari e Esg accessibile a tutti, quindi, dove saranno fruibili i dati di aziende, authority, banche centrali e università. Un sistema che consenta anche la convergenza e la standardizzazione delle informazioni non finanziarie, snodo cruciale per lo sviluppo della finanza sostenibile.

Regole e proporzionalità

Altri elementi importanti evidenziati sono il sistema di regole (framework) e la proporzionalità delle stesse quando ad applicarle devono essere le piccole aziende. Sul primo punto, la richiesta è esplicita. L’Esma ad esempio scrive: «La futura strategia in materia di finanza sostenibile dovrebbe mirare a istituire un quadro normativo europeo solido e proporzionato che supporti adeguatamente il passaggio a un sistema finanziario più sostenibile». Un framework che – si legge nelle tre risposte – consenta un efficiente controllo del rischio. A tal riguardo ad esempio le authority indicano in modo esplicito l’aggancio della parte variabile delle remunerazioni dei manager ai risultati non finanziari.

Ampliare l’Ecolabel finanziario

C’è poi la questione dell’etichetta sui prodotti finanziari sostenibili. L’Ecolabel finanziario sarà la chiave di volta per consentire ai piccoli risparmiatori di capire quale prodotto è sostenibile e quale non lo è. Le authority ne chiedono la massima estensione. Lanciato all’inizio come mera facoltà da parte delle società di gestione, potrebbe diventare un vincolo per i prodotti green o sostenibili e che saranno collocati in Europa.

Disclosure, tassonomia, ESG rating e green bond

Le altre azioni che per l’Eba necessitano ulteriori progressi riguardano in particolare i settori della disclosure, del processo decisorio “evidence based” e della cooperazione internazionale. «L’Eba sostiene una disclosure coerente a livello internazionale basate su una tassonomia globale per promuovere il discepolo del mercato e garantire la protezione degli investitori e dei clienti».

«Insieme alle altre due autorità di vigilanza europee, l’Eiopa sottolinea la necessità di garantire “sustainability data” di alta qualità e di facile utilizzo. Ciò favorirà una migliore disclosure, un quadro normativo solido e proporzionato per promuovere un’efficiente gestione del rischio e una prospettiva a lungo termine nel processo decisionale finanziario. È importante che investitori e consumatori possano acquistare e utilizzare prodotti finanziari sostenibili in modo sicuro e trasparente».

L’Esma si è invece concentrata su quattro aspetti: ESG disclosures, ESG ratings, ESG benchmarks ed EU green bonds. «Nel definire la direzione strategica per integrare la finanza sostenibile nell’UE, l’Esma vede tre aree chiave di intervento – ha dichiarato Steven Maijoor, presidente dell’autority europea per i mercati – migliorare l’accessibilità e la standardizzazione dei dati di sostenibilità, garantire una regolamentazione e una supervisione efficaci a livello Ue nelle aree emergenti, come obbligazioni verdi e rating ESG e mantenere un forte coordinamento e cooperazione internazionali».