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Francia, lo shale gas divide governo e maggioranza

Una lite sulla possibilità di estrarre il gas tra il premier Ayrault e il ministro del Rilancio produttivo Montebourg ha fatto emergere divisioni e punti ...

È scontro aperto all’interno del governo francese sullo shale gas. Ieri il primo ministro Jean-Marc Ayrault ha smentito con decisione le dichiarazioni rilasciate dal ministro del Rilancio produttivo Arnaud Montebourg, secondo il quale a breve sarà possibile estrarre il gas contenuto nelle rocce sotterranee senza ricorrere alla fratturazione idraulica. Evitando cioè le conseguenze ambientali legate a tale tecnica. 

Ayrault ha spiegato alla stampa transalpina che il governo esclude di sfruttare il gas da scisto, e che le scelte sul tema non saranno modificate. Un posizione condivisa dal neo ministro dell’Ambiente Philippe Martin, che ha parlato di rischi ecologici importanti che impongono di rinunciare alla risorsa naturale. 

Eppure gli ambientalisti sono sul piede di guerra, a cominciare dall’ex titolare dell’Ambiente Delphine Batho – costretta alle dimissioni qualche giorno fa dopo aver criticato le scelte di bilancio del governo – che ha chiesto al premier di evitare ambiguità sul tema. 

Il leader del gruppo degli ecologisti al Senato, Jean-Vincent Placé, ha chiesto in modo implicito la testa di Montebourg, giudicando provocatorie le sue affermazioni. Al contrario, però, dal partito socialista si sono levate voci in sua difesa, come quella di Christian Bataille. E anche Jacques Mézard, dei radicali di sinistra (PRG) ha manifestato il proprio apprezzamento per le dichiarazioni del ministro. Sullo shale gas, insomma, c’è il rischio che in Francia si scateni un braccio di ferro all’interno sia del governo che della maggioranza.