In Polonia il «sogno» dello shale gas è (quasi) svanito
Le grandi compagnie battono in ritirata: sotto il suolo polacco non c'è l'Eldorado sperato dal governo.
L’idea di un tesoro energetico nascosto sotto la superficie del territorio polacco sta svanendo a tempo di record. Il sogno dell’indipendenza energetica e di diventare un Paese esportatore si scontra infatti con la sequenza di abbandoni che caratterizzano i progetti di esplorazione alla ricerca di shale gas .
Dopo gli annunci iper-ottimisti secondo i quali il governo di Varsavia avrebbe potuto contare su giacimenti sfruttabili per 1.920 miliardi di metri cubi, la delusione è grande. E le grandi compagnie battono ormai in ritirata: è il caso recente del colosso americano Chevron, che ha seguito i passi della francese Total e dell’italiana Eni, nonché quelli di altri nomi illustri del settore, come Exxon, Talisman e Marathon Oil.
La ragione delle rinunce è legata ai magri risultati raggiunti nel corso delle operazioni di esplorazione: estrarre il gas da scisto è più facile e meno costoso altrove. La burocrazia polacca, inoltre, è considerata un ostacolo non irrilevante.
Secondo l’ex presidente del gruppo specializzato nel gas PGNiG Grazyna Piotrowska-Oliwa – riferisce l’agenzia AFP – questi risultati dimostrano che non si può parlare di Eldorado. Più prudente il ministero dell’Ambiente, secondo il quale è prematuro trarre delle conclusioni. Mentre la premier Ewa Kopacz non si arrende: «Le trivellazioni continueranno».