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Internet delle cose +40%: è boom in Italia

L’Osservatorio Internet of Things (ma abituatevi a riconoscere l’acronimo “IoT”) della School of Management del Politecnico di Milano certifica la crescita impetuosa del ...

Copertina del dossier "Al posto nostro" sulla robotizzazione dell'industria, da Valori 140, agosto 2016
CLICCA E LEGGI Infografica Internet of Things (IoT o Internet delle cose), osservatorio Politecnico di Milano – aprile 2017

L’Osservatorio Internet of Things (ma abituatevi a riconoscere l’acronimo “IoT”) della School of Management del Politecnico di Milano certifica la crescita impetuosa del mercato degli oggetti connessi alla rete e tra loro.

Si tratta di tutte quella apparecchiature capaci di dare informazioni agli utenti sul proprio utilizzo e sull’ambiente circostante d’impiego in tempo reale, adeguarsi a nuove istruzioni inviate dagli utenti anche da remoto, collegarsi ad altri oggetti per ottimizzare tempi e modi delle loro funzioni e interazioni… un comparto in pieno sviluppo, che pone l’Italia sullo stesso piano, se non a un livello superiore, della gran parte dei Paesi occidentali.

Anzi un vero e proprio boom di un settore che raggiunge i 2,8 miliardi di euro nel 2016, il 40% in più rispetto all’anno precedente, spinto sia dalle applicazioni consolidate che sfruttano la connettività cellulare (1,7 miliardi di euro, +36%, 14,1 milioni di oggetti connessi ) che da quelle che utilizzano altre tecnologie (1,1 miliardi di euro, +47%).

Copertina del dossier “Al posto nostro” sulla robotizzazione dell’industria, da Valori 140, agosto 2016

I ricercatori dell’ateneo milanese entrano però nello specifico del dato complessivo ricordando che il grande risultato è in gran parte legato agli obblighi normativi sui contatori intelligenti (34% e l’obbligo per le utility di metterne in servizio almeno 11 milioni entro la fine del 2018) e alla diffusione di auto connesse (Smart Car 20%, con 7,5 milioni quelle circolanti), che insieme valgono oltre metà del fatturato IoT. Poi il merito va agli edifici (Smart Building 18%), al comparto della movimentazione merci e servizi tramite logistica connessa e integrata (Smart Logistics 9%) e alle case (Smart Home 7%).

Uno dei mantra del decennio in corso, quello delle Smart City italiane, risente probabilmente delle difficoltà degli investimenti pubblici e di una certa farraginosità e arretratezza delle pianificazioni sistemiche, e si presenta perciò tra luci e ombre: il 51% dei Comuni medio-grandi ha avviato almeno un progetto legato all’Internet delle cose, ma “oltre metà di questi è ancora in fase sperimentale con una carenza di governance”.

E anche il settore industriale – ne parlavamo su Valori agosto 2016 – non ha ancora spiccato il volo: tanti i progetti avviati, ma il 25% delle aziende intervistate dai ricercatori non sa nemmeno di cosa si tratti.