La crisi climatica spiegata con le mappe: gli eventi estremi
Le mappe dell'EEA spiegano come i cambiamenti climatici colpiranno l’Europa. Ve le proponiamo come immagini scorrevoli. Seconda puntata: gli eventi estremi
I cambiamenti climaticiVariazione dello stato del clima rispetto alla media e/o variabilità delle sue proprietà che persiste per un lungo periodo, generalmente numerosi decenni.Approfondisci sono attuali. E saranno sempre più presenti nelle nostre vite, in futuro. Anche se agiremo in modo concreto per diminuire le emissioni di gas ad effetto serra. Il processo avviato, infatti, è ormai in buona parte irreversibile.
Tuttavia siamo ancora in tempo per limitare i danni. A condizione di riuscire a contenere la crescita della temperatura media globale – alla fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali – «ben al di sotto dei 2 gradi centigradi», come indicato dall’Accordo di ParigiL’Accordo di Parigi è un documento d’intesa tra le nazioni facenti parte dell’UNFCCC che è stato raggiunto nel 2015 al termine della Cop21.Approfondisci.
Altrimenti, dovremo attenderci una moltiplicazione degli eventi meteorologici estremi. Ondate di caldo, siccità, inondazioni, risalita del livello dei mari. L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha pubblicato una serie di mappe del Vecchio Continente. Che consentono di comprendere, in concreto, come sarà l’Europa se rispetteremo gli impegni assunti dalla comunità internazionale in termini di lotta ai cambiamenti climatici. E come sarà se non lo faremo. Valori vi propone un’analisi in cinque puntate, ciascuna focalizzata su un tema specifico: siccità, agricoltura, inondazioni, incendi e innalzamento del livello dei mari.
L’allarme (l’ennesimo) è arrivato a metà gennaio scorso. A lanciarlo sono state le Nazioni Unite: «Il decennio appena concluso (2010-2019) è stato il più caldo mai osservato sulla Terra». Non solo: il 2019 è stato il secondo anno più caldo di sempre. Superato soltanto dal 2016, secondo i dati dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM). Le conseguenze di tale crescita della temperatura media globale saranno innumerevoli. Tra queste, anche l’aumento della violenza (e della frequenza) degli eventi meteorologici estremi.
L’OMM: «Nel 2020 ci aspettiamo una moltiplicazione degli eventi estremi»
«Nel corso del 2020 – ha spiegato il segretario generale dell’OMM, Petteri Taalas – ci attendiamo una moltiplicazione degli episodi. Così come nel decennio a venire, alimentati dal livello record dei gas ad effetto serra che conservano il caldo nell’atmosfera». Non a caso, «l’anno è già cominciato con numerosi eventi estremi a forte impatto». Come nel caso dell’Australia, «che nel 2019 ha vissuto l’anno più caldo e più secco della sua storia». Una situazione che «ha preparato il terreno agli immensi e devastanti incendi» che hanno distrutto 100mila chilometri quadrati di foresta, ucciso 28 persone e distrutto più di 2mila case.
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E ciò che è successo in Australia, potrebbe riprodursi altrove. Sotto forma di roghi. Ma anche di uragani, tifoni, inondazioni, piogge torrenziali, siccità e ondate di caldo estremo potranno abbattersi sulle nazioni del mondo intero.
«La traiettoria attuale delle emissioni di biossido di carbonio ci porta verso un aumento della temperatura compreso tra 3 e 5 gradi centigradi di qui alla fine del secolo», ha avvertito Taalas. E gli scienziati hanno già dimostrato che l’intensità e la frequenza degli eventi estremi crescono in modo proporzionale alla temperatura media globale.
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L’EEA indica l’aumento delle precipitazioni estreme previsto in Europa
Presentando le proprie mappe, l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha spiegato che occorre attendersi anche un aumento delle inondazioni improvvise, derivanti da piogge di intensità estrema, che possono durare alcune ore o alcuni giorni. «I cambiamenti climatici porteranno il Vecchio Continente – ha sottolineato l’EEA – a dover fronteggiare un aumento considerevole dell’intensità delle precipitazioni sulla maggior parte del proprio territorio. E ciò comporterà un incremento del rischio di inondazioni-lampo».
La proiezioni proposte dall’agenzia indicano l’aumento di episodi di piogge torrenziali in inverno e in estate nel periodo 2071-2100, rispetto alle medie del secolo precedente (1971-2000). Esse si basano su uno scenario che prevede un alto quantitativo di emissioni di gas ad effetto serraGas che compongono l’atmosfera terrestre. Trasparenti alla radiazione solare, trattengono la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall'atmosfera, dalle nuvole.Approfondisci. A subire gli aumenti più marcati in termini di precipitazioni sarebbero l’Europa centrale e quella orientale: qui si prevede una crescita dei fenomeni estremi del 35%. Nell’Europa meridionale, invece, l’incremento previsto è pari al 25%.