Meme coin: quando il web fa “impazzire” gli investitori
Tutto quello che devi sapere sui meme coin, criptovalute che nascono principalmente come fenomeni culturali o di intrattenimento
Un simpatico cagnolino, una rana buffa, un neo Presidente degli Stati Uniti. Cosa lega questi soggetti, peraltro in ambito tecnologico e finanziario? Il fattore comune è rappresentato dai meme coin, particolari criptovalute che poggiano le loro fragili (o spesso quasi inesistenti) basi sulla popolarità che riescono ad acquisire prevalentemente sul web. E se pochi, pochissimi, riescono a guadagnare attraverso questi strumenti speculativi, molti, moltissimi si fanno (o rischiano di farsi) tanto tanto male.
Ecco perché, come per tutto ciò che riguarda la finanza in generale, e le criptovalute in particolare, è importante sapere cosa si sta maneggiando.
Cosa sono i meme coin?
I meme coin sono criptovalute che nascono principalmente come fenomeni culturali o di intrattenimento, come progetti umoristici o parodie, ispirandosi appunto ai meme: tendenze virali o fenomeni della cultura pop (si pensi a Grumpy Cat, il gatto imbronciato famosissimo online).
A differenza delle criptovalute tradizionali come Bitcoin ed Ethereum, i meme coin spesso non hanno obiettivi ben definiti o particolari finalità di sviluppo tecnologico. La natura di questi token (beni virtuali negoziabili) è fortemente influenzata dalla cultura popolare e dalla viralità dei contenuti sui social media. Infatti, il loro successo è spesso temporaneo e legato a eventi virali o a menzioni da parte di celebrità, che portano alla creazione di un ciclo di domanda e offerta molto volatile.
I meme coin operano generalmente su blockchain esistenti, come Ethereum o Solana, e non hanno una propria infrastruttura. Questo, come vedremo in seguito, li rende accessibili a chiunque desideri crearne uno, poiché gli sviluppatori possono semplicemente copiare e modificare il codice di una criptovaluta già esistente.
Nonostante alcuni meme coin abbiano raggiunto capitalizzazioni di mercato significative, attirando l’attenzione degli investitori, è importante comprendere che parliamo di strumenti privi di obiettivi finanziari o meramente speculativi: il loro valore dipende quasi esclusivamente dalla domanda e dall’hype (cioè alla creazione di enormi aspettative, spesso prive di fondamento) generato online, rendendoli estremamente volatili e rischiosi per chi desidera investirvi senza un’adeguata consapevolezza.
In sostanza i meme coin sono più simili a una forma di intrattenimento o a un esperimento sociale che a un vero e proprio strumento finanziario.
Come sono nati i meme coin?
Il capostipite di questa categoria di criptovalute, nato dall’intersezione tra cultura digitale e finanza decentralizzata, è Dogecoin (DOGE), creato nel 2013 dai programmatori Billy Markus e Jackson Palmer. Il progetto è nato come una parodia del Bitcoin e ha come simbolo l’immagine di un cane Shiba Inu diventato un popolare meme online. L’intento dei fondatori era duplice:
- dimostrare la facilità con cui si poteva creare una criptovaluta;
- fare satira sulla speculazione che caratterizza il mercato crypto.
Nonostante le sue origini umoristiche, Dogecoin ha rapidamente attratto una community appassionata, anche grazie al supporto di figure influenti come Elon Musk, acquisendo un significativo valore di mercato. Il suo successo ha ispirato la creazione di numerosi altri meme coin, tra cui Shiba Inu (SHIB), autodefinitosi “Dogecoin killer”.
Dal punto di vista tecnico, molti meme coin vengono creati attraverso il “forking”, un processo che consiste nel copiare e modificare il codice di una criptovaluta esistente. Questa facilità di creazione, unita alla potenza virale dei social media come Reddit, Twitter (l’attuale X) e TikTok, ha portato a una proliferazione di questi token. Infatti ce ne sono centinaia in circolazione e ne emergono di nuovi tutti i giorni.
Segnaliamo però gli aspetti critici di questo fenomeno:
- i meme coin, pur potendo raggiungere valutazioni significative, sono caratterizzati da un’elevata volatilità e spesso mancano di utilità pratica o piani di sviluppo a lungo termine, come già detto;
- inoltre, la loro popolarità ha attirato anche progetti truffaldini che cercano di sfruttare l’inesperienza degli investitori con promesse di guadagni facili e veloci.
A cosa servono i meme coin?
Come anticipato, i meme coin presentano caratteristiche e funzionalità molto diverse dalle criptovalute concepite come mezzi di pagamento decentralizzato, strumenti per lo sviluppo di ulteriori applicazioni e servizi eccetera.
La loro peculiarità principale risiede nella limitata utilità tecnologica e finanziaria. Il loro valore è principalmente determinato dalla domanda e dall’offerta sul mercato, piuttosto che da fondamentali economici o applicazioni pratica. Tuttavia, questi token svolgono diversi ruoli nell’ecosistema delle criptovalute:
- fungono da veicoli per la speculazione finanziaria, attraendo investitori che puntano su rapidi aumenti di valore guidati dall’hype sui social media;
- rappresentano un punto d’ingresso accessibile per i neofiti nel mondo delle criptovalute, il che può diventare occasione di apprendimento dei concetti base della blockchain.
Alcuni meme coin tuttavia hanno sviluppato applicazioni pratiche più concrete. Ad esempio Shiba Inu ha creato un proprio ecosistema che include ShibaSwap, una piattaforma di scambio decentralizzata.
La natura ludica e social dei meme coin ha contribuito a creare forti community di appassionati attorno a questi token, trasformandoli in fenomeni culturali più che in effettivi strumenti finanziari.
I meme coin più noti
Oltre ai già citati e notissimi Dogecoin (DOGE), nato nel 2013, e Shiba Inu (SHIB), lanciato nel 2020, segnaliamo altri progetti rilevanti:
- Floki Inu (FLOKI), ispirato al cane di Elon Musk, che si è fatto notare per le sue aggressive campagne di marketing sui social media e ha sviluppato un proprio ecosistema;
- Pepe (PEPE), basato sul famoso meme “Pepe the Frog”, che ha guadagnato particolare attenzione nel 2023 per la sua rilevanza nella cultura pop sul web;
- Bonk (BONK), un token sviluppato sulla blockchain Solana che ha ottenuto un seguito significativo nella comunità crypto.
Citiamo poi i recentissimi meme coin lanciati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e dalla first lady, sua moglie Melania. Una questione che peraltro, ha aperto un serio dibattito anche all’interno della community crypto in generale. In molti ritengono che questo utilizzo del proprio potere politico e mediatico potrebbe danneggiare l’intero movimento di promozione delle crypto, oltre a drenare denaro dai “fan” senza alcuna utilità intrinseca per gli stessi.
Investimento o scommessa?
Il valore di queste monete è principalmente guidato da fattori volatili come la popolarità sui social media, l’interesse mediatico e l’entusiasmo della community. Questa dipendenza dall’hype rende i loro prezzi estremamente instabili, con possibilità di fluttuazioni drastiche nell’arco di ore o giorni.
I rischi principali includono dunque:
- la difficoltà di valutazione oggettiva, data l’assenza di fondamentali solidi;
- l’elevata probabilità di truffe, come i “rug pull” dove i creatori abbandonano il progetto scomparendo con i fondi degli investitori;
- la presenza frequente di schemi “pump and dump” (ne parliamo nel Glossario), dove il prezzo viene artificialmente gonfiato per poi crollare;
- l’assenza di regolamentazione che complica il recupero di eventuali perdite;
- la gestione spesso affidata a sviluppatori anonimi o team poco esperti.
Nonostante questi rischi, alcuni trader sono riusciti a ottenere rendimenti significativi, principalmente acquistando a prezzi molto bassi e vendendo durante i picchi di popolarità. Tuttavia, questa è l’eccezione non la regola, poiché la maggior parte degli investitori tende ad entrare quando i prezzi sono già elevati, rischiando perdite sostanziali.
Per tutti questi motivi, l’approccio ai meme coin dovrebbe essere quello che si tiene con una forma di speculazione ad altissimo rischio, adatta solo a chi è consapevolmente disposto a perdere l’intero capitale investito.
Tutti possono creare meme coin, anche tu…
… ma non vuol dire che dovresti!
Uno degli aspetti più rilevanti dei meme coin è la loro accessibilità: chiunque può crearne uno, anche senza particolare esperienza tecnica o finanziaria. Grazie a piattaforme blockchain come Ethereum o Solana, ad esempio, il processo di creazione richiede poche ore e un investimento minimo, spesso utilizzando il già citato metodo del “forking”, riutilizzando il codice sorgente di una criptovaluta esistente.
Tuttavia, il successo di un meme coin non dipende tanto dalla sua implementazione tecnica quanto da altri fattori cruciali. È necessario:
- sviluppare una community attiva;
- ideare e attuare una strategia di marketing efficace sui social media;
- costruire una narrativa convincente che giustifichi l’esistenza del token e attragga potenziali investitori.
Oppure, semplicemente, essere un personaggio molto noto e seguito, meglio ancora se oggetto di “culto della personalità”, come sono appunto Trump e Musk, che infatti usano, abusandone, la “fede cieca” del loro seguito per ottenere fondi che vanno a nutrire i loro già cospicui patrimoni.
In conclusione
I meme coin sono un fenomeno affascinante da osservare, poiché mescolano finanza, cultura pop e speculazione. E parliamo di osservazione perché è vitale conoscerli prima di prendere qualsiasi decisione di investimento, dal momento che il rischio è quello di perdere tutto.
Prima di investire, è essenziale comprendere che non si tratta di un impiego sicuro del proprio denaro, ma di una scommessa basata sulla viralità e sul comportamento della community online, che quasi sempre è assolutamente imprevedibile. Per questo motivo, è fondamentale essere cauti, facendo ricerche approfondite prima di acquistare qualsiasi nuovo token.
Chi invece intende creare un meme coin dovrebbe essere sempre pienamente consapevole delle responsabilità etiche verso gli investitori e dell’impegno necessario per sviluppare un progetto sostenibile.
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Pump and dump
La strategia “pump and dump” è uno schema fraudolento nel mercato finanziario che si svolge in due fasi:
- “Pump” (gonfiare): gli organizzatori della frode acquistano un grande quantitativo dello strumento finanziario scelto (come le azioni di una società o una particolare cryptovaluta, ad esempio), poi diffondono false informazioni positive sulla società attraverso social media, forum online o messaggi promozionali, creando un entusiasmo “artificiale” che spinge altri investitori ad acquistare, facendo salire il prezzo.
- “Dump” (scaricare): quando il prezzo è sufficientemente alto, gli organizzatori vendono rapidamente, realizzando un profitto, il che causa un crollo repentino del prezzo, lasciando gli altri investitori con azioni che valgono molto meno di quanto hanno pagato.
I malcapitati dunque vanno incontro a perdite finanziarie significative quando il prezzo crolla, a difficoltà nel vendere gli strumenti oggetti della truffa quando il valore precipita, al possibile coinvolgimento involontario in attività illegali.
Per ripassare e approfondire un po’
- Il Dogecoin, la criptovaluta nata per gioco e crollata per uno sketch
- Donald Trump ora si presenta come il paladino delle criptovalute
- FinTok: dare (e ricevere) consigli finanziari su TikTok. Quali i rischi?
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