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Il mondo abbandona i gas idrofluorocarburi

L’attesa è finita. Dopo molti anni di negoziati, passi avanti e frenate improvvise, i rappresentanti di quasi 200 nazioni di tutto il mondo hanno adottato a ...

Il buco dell'ozono nel 2013 ©NASA/Ozone Hole Watch/Wikimedia Commons
Buco ozono
Il buco dell’ozono nel 2013 ©NASA/Ozone Hole Watch/Wikimedia Commons

L’attesa è finita. Dopo molti anni di negoziati, passi avanti e frenate improvvise, i rappresentanti di quasi 200 nazioni di tutto il mondo hanno adottato a Kigali, in Ruanda, un accordo che prevede l’abbandono progressivo dell’uso dei gas idrofluorocarburi (Hfc). Si tratta della “seconda fase” del Protocollo di Montreal, che era stato adottato nel 1987 e che da allora ha guidato il pianeta verso uno dei suoi principali successi ecologici. L’accordo, infatti, aveva gradualmente messo al bando la produzione e il consumo di altri gas, i clorofluorocarburi (Chf), principali responsabili del buco nello strato di ozono che difende la Terra dai raggi provenienti dallo spazio.

Ebbene, a quasi 30 anni dall’adozione del testo, gli studi scientifici indicano un netto miglioramento della situazione: il buco dell’ozono, in altre parole, si va chiudendo. Il problema è stato che il divieto imposto ai Chf ha provocato un’esplosione nell’uso degli Hfc (in sostituzione dei primi), gas ad effetto serra migliaia di volte più potenti della CO2. Di qui la necessità di una nuova intesa, che prende tecnicamente il nome di Emendamento di Kigali. Secondo il commissario europeo al Clima, Miguel Arias Canete, si tratta di «una grande vittoria. Un passo avanti importante per concretizzare le promesse formulate a Parigi nel corso della Cop 21».