Nucleare, il Giappone tra riavvii e smantellamenti
Il governo del Paese asiatico da una parte punta a rilanciare il parco nucleare, dall'altro procede allo smantellamento dei reattori più vecchi. La popolazione vorrebbe ...
Il Giappone sembra giocare la partita nucleare su due fronti, in qualche modo, contrapposti. All’indomani della catastrofe di Fukushima il Paese asiatico ha bloccato tutti i reattori presenti sul proprio territorio. Ora, se da un lato punta a riavviarne alcuni (dopo alcune operazioni di «messa in sicurezza»), dall’altro si propone di smantellarne degli altri.
Oggi i 48 reattori presenti nell’arcipelago sono fermi. Il governo di Shinzo Abe ha tuttavia annunciato che due hanno ottenuto il via libera per ripartire. Si tratta dei Sendai 1 e 2; altri due, i Takahama 3 e 4, benché abbiano ricevuto l’ok dall’autorità di vigilanza, devono aspettare una votazione da parte della regione.
Al contempo, le unità Mihama 1 e 2 (entrate in servizio rispettivamente nel 1970 e nel 1972) nella regione di Fukui, dovrebbero essere smantellate dalla società che le gestisce, la Kansai Electric. Mentre un’altra azienda specializzata, la Japan Atomic Power Company, ha annunciato questa mattina l’addio al reattore Tsaruga 1 (anch’esso al lavoro dal 1970). Un destino simile dovrebbe essere riservato a breve per lo Shimane 1 e il Genkai 1.
Secondo tutti i sondaggi, la maggioranza dei cittadini giapponesi dichiara di non volere il nucleare. Soprattutto dopo Fukushima, il numero di persone mobilitate contro l’energia atomica è aumentato considerevolmente. Per ora, però, la transizione definitiva non sembra essere presa in considerazione dal governo.