Transizione al contrario, l’Opec annuncia che produrrà più petrolio

L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio annuncia una produzione record nel 2025 e un aumento costante per i prossimi vent’anni

La produzione di petrolio in aumento rischia di compromettere gli obiettivi climatici internazionali © Arvind Vallabh su Unsplash

Nel suo bollettino mensile l’Opec annuncia che la domanda di petrolio continuerà a crescere nel 2024 e nel 2025. Arrivando l’anno prossimo alla cifra record di 106,2 milioni di barili prodotti al giorno. Ci si domanda, a questo punto, come sarà possibile centrare gli obiettivi climatici e ambientali. A parole condivisi da tutta la comunità internazionale. Nei fatti, evidentemente no. Al di là delle contingenze geopolitiche, la crescita della domanda di greggio mostra in maniera netta che non c’è alcuna intenzione di liberarsi dalle energie fossili.

Le previsioni record di Opec

L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, composta da dodici Stati riuniti intorno all’Arabia Saudita, non è rappresentativa di tutti i produttori. Mancano giganti come Russia, Stati Uniti, Cina e Messico, in ordine di produzione. Ma è comunque la bilancia globale su cui ruota la produzione e la vendita dell’oro nero. E quando parla, va ascoltata. La produzione di greggio dovrebbe aumentare di 2,25 milioni di barili per giorno nel 2024. E di altri 1,85 nel 2025, raggiungendo così la cifra record di 106,2 milioni.

Secondo l’Opec, infatti, nonostante la situazione geopolitica non sia rosea, il consumo di petrolio sarà destinato ad aumentare in tutto il Medio Oriente, in India e in Cina. Ma non è finita qui. La previsione più allarmante è che la produzione di petrolio continuerà a crescere per i prossimi vent’anni. Una dichiarazione forte, in aperto contrasto con quelle dell’Agenzia internazionale dell’energia.

In gioco il futuro dell’umanità

L’Aie, infatti, non solo non è così ottimista su un aumento così corposo della produzione di greggio nei prossimi due anni. Ma lo scorso ottobre aveva annunciato che il picco della produzione si sarebbe avuto nel 2030, per poi cominciare un inesorabile declino dovuto al passaggio a fonti di energia alternative. Puntando tutto sulla Cina, sia come guida nella transizione ecologica globale sia per un rallentamento nella crescita e quindi della domanda, di greggio e altro.

L’Opec invece la vede diversamente, puntando su una crescita economica globale che porterà ad un aumento della domanda e quindi della produzione del greggio nei prossimi vent’anni. Già nel 2025 potremmo quindi cominciare a capire quale delle due organizzazioni abbia ragione. Spettatrice interessata, l’intera umanità. Dato che dalla produzione dal consumo delle energie fossili o dal suo abbandono dipende, più che il futuro della Terra, il futuro dell’umanità che questo Pianeta abita. Che chi sfrutta le fossili sta tentando di distruggere.