Cos’è e come funziona un paradiso fiscale

Un paradiso fiscale è una giurisdizione che permette di evadere o eludere le leggi e le normative di un altro Paese. Ecco come funziona

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Qualcuno lo definisce come un cancro che sta divorando l’economia. In termini più neutrali, un paradiso fiscale è una giurisdizione che permette di evadere o eludere le leggi e le normative di un altro Paese.

Come indica il nome, il caso più ricorrente è legato al pagamento delle tasse, ma possono presentarsi molte altre situazioni. Infatti sarebbe più corretto parlare di giurisdizioni “segrete” che – volutamente – non cooperano con le altre giurisdizioni e le istituzioni internazionali. E quindi agiscono da paradisi fiscali (per l’evasione e l’elusione), bancari (per l’aggiramento di regole contabili e supervisori) e societari (per la copertura delle informazioni concernenti la proprietà e l’operato delle aziende).

Una rete globale di giurisdizioni segrete

Solitamente una giurisdizione si specializza nel consentire alcune operazioni finanziarie o giuridiche. Così attira i capitali e le imprese che possono trarre vantaggio da specifiche lacune nella legislazione internazionale. Una sorta di nicchia di mercato per società, persone facoltose e organizzazioni criminali. Che hanno tratto profitto dalla liberalizzazione selvaggia dei mercati, finanziari in particolare. Oltre che dalla mancanza di leggi e di istituzioni che potessero coprire i vuoti normativi e le “zone grigie” tra le diverse giurisdizioni.

banche e paradisi fiscali artisteer istockphoto
I paradisi fiscali comportano problemi enormi, non soltanto in termini di perdita di gettito © artisteer/iStockPhoto

Si aggiunga che i vari paradisi operano in stretta connessione tra di loro. Formando di fatto una rete di giurisdizioni segrete a livello globale che impatta l’intera economia mondiale.

Quale impatto ha un paradiso fiscale?

Gli impatti dei paradisi fiscali sull’economia dei diversi Paesi, sulla società e sulle persone sono diversi.

Innanzitutto, l’evasione fiscale e la fuga di capitali causano un peggioramento delle finanze pubbliche. Hanno quindi impatti diretti sul welfare e lo stato sociale. Il peso del fisco è scaricato sulle fasce più povere della popolazione e sul lavoro. Viene minato il principio di redistribuzione della ricchezza e quello di progressività fiscale previsto dalla Costituzione italiana.

La segretezza dei paradisi fiscali, poi, facilita e rende possibile il riciclaggio del denaro e le attività criminali quali la corruzione o i traffici di armi, di droga e di materie prime.

I paradisi fiscali contribuiscono all’instabilità finanziaria e al susseguirsi di crisi finanziarie, e più in generale all’opacità del sistema bancario e finanziario. Basti pensare alla stragrande maggioranza dei fondi hedge e di private equity e di tutte le società veicolo tramite cui le banche hanno portato fuori bilancio ingenti asset legati alla cartolarizzazione dei propri crediti. Cioè il cosiddetto sistema bancario ombra.

La concorrenza sleale derivante dalle giurisdizioni fiscalmente “leggere”

Le imprese multinazionali che possono eludere il fisco tramite i paradisi fiscali. Esercitando così una concorrenza sleale nei confronti delle piccole imprese che non sfruttano gli stessi meccanismi. Il perdurare delle ingiustizie, inoltre, genera sfiducia e causa un indebolimento e il rischio di una vera e propria rottura del “contratto sociale” tra cittadini, imprese e istituzioni.

I paradisi fiscali, infine, sono alla base della “corsa verso il fondo” tra i Paesi per attrarre capitali e imprese, esasperando un approccio non di cooperazione ma di competizione sfrenata su scala internazionale.