A parlare di finanza etica e sostenibile. E delle nuove regole in arrivo dalla Ue
La Commissione europea scopre la finanza sostenibile, simile ma non uguale alla finanza etica. Se ne è parlato durante un evento di Attiviamo Energie Positive
C’era una volta la finanza etica, nata oltre 20 anni fa (in Italia con Banca Etica, all’estero anche prima, con alcune esperienze europee). In più di 20 anni crebbe, crebbe, crebbe, finché si accorse della sua esistenza anche la Commissione europea. E, dopo di lei, colossi della finanza mainstream. Oggi tutti la corteggiano e fanno l’impossibile per accaparrarsela. L’hanno chiamata “finanza sostenibile“, che è una cosa simile, ma non proprio uguale, alla “finanza etica”.
Potremmo spiegare così, a un bambino ma non solo, la storia della finanza etica e sostenibile. Se ne è parlato il 10 marzo scorso durante un webinar per il ciclo Attiviamo Energie Positive. C’erano: Andrea Baranes, vice-presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri, presidente di Etica Sgr, e la sottoscritta, Elisabetta Tramonto, di Valori.it.
Si è parlato di differenza tra finanza etica e sostenibile, di regole europee entrate in vigore proprio il 10 marzo, di investimenti che tutelano l’ambiente, ma meno il sociale, e di altri che invece pensano alla sostenbilità a 360 gradi, di speculazione e paradisi fiscali, di piccole banche e grandi colossi. E di un mercato, quello della finanza sostenibile, che fa sempre più gola, a tutti.
Primo passo per regolare la finanza sostenibile
Il 10 marzo, appunto, sono entrate in vigore le nuove regole europee sugli investimenti sostenibili, il Regolamento UE 2019/2088, adottato nell’ambito dell’Action Plan UE per la finanza sostenibile. L’ambizioso piano d’azione che la Commissione europea ha pubblicato nel marzo del 2018, per orientare i flussi di capitale pubblico e privato verso una crescita sostenibile e inclusiva; gestire i rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici e dai suoi impatti sociali; promuovere una finanza più trasparente e protesa agli investimenti a lungo termine, per supportare il “Green Deal Europeo”.
Il regolamento UE 2019/2088, in particolare, mira a introdurre una definizione condivisa del termine “sostenibilità” per gli investimenti finanziari e a disporre una serie di obblighi di trasparenza nei confronti degli operatori che li gestiscono.
Finanza etica e sostenibile, due definizioni diverse
Ma questa definizione di sostenibilità è ben diversa da quella che Banca Etica ha perseguito e messo in pratica da oltre 20 anni. Dietro il modello della banca c’è, come spiega la presidente Anna Fasano, intervistata da Valori.it, «un insieme di valori che vanno dalla tutela dell’ambiente al rispetto dei diritti umani, ad una corretta governance aziendale. Dalla trasparenza delle policy al rifiuto dei paradisi fiscali, dal contrasto alla speculazione finanziaria alla massimizzazione dei benefici per la collettività». Nella definizione elaborata dalla Commissione europea, invece, emerge un concetto di finanza sostenibile che, come spiegato nel position paper di Banca Etica, propone «una finanza sostenibile e green che non ha ancora deciso se abbracciare investimenti in gas naturale e nucleare, che riconosce pochissimo la dimensione sociale e, per niente, tutti gli altri fattori che noi consideriamo fondamentali, come il rifiuto della speculazione e dell’elusione fiscale o la parità di genere in azienda».
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