Sostanze chimiche e salute. Il piano dell’Europa per disintossicarci
Sono migliaia le sostanze chimiche che l'Unione europea ha inserito in una lista nera, in vista di una possibile messa al bando
La Commissione europea ha gettato le basi per una grande disintossicazione chimica a favore dei consumatori dell’Unione. È stata diffusa pochi giorni fa un’ampia roadmap che punta a mettere al bando migliaia di sostanze nocive per la salute e potenzialmente cancerogene. L’elenco coinvolge uno spettro esteso di prodotti, che vanno dai contenitori del cibo ai tovaglioli, passando per giocattoli e prodotti cosmetici, vernici, pesticidi, prodotti per la pulizia.
La lista è aperta e sarà aggiornata fino al 2027
Non è una legge o un nuovo regolamento (resta in vigore il Reach – Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) ma una lista di componenti a rischio che l’Unione sta per mettere al bando, o comunque valuta di mettere al bando.
Questa lista rimarrà aperta fino al 2027, quando l’intera strategia chimica dell’Unione dovrà essere aggiornata. Ciò permetterà anche ai produttori industriali di prepararsi e aggiornare i materiali e i processi. Prima che le sostanze vengano effettivamente proibite.
È una cosiddetta rolling list. Il che significa che, nei prossimi anni, alcuni prodotti potrebbero uscirne, altri potrebbero entrare. In pratica, quella presentata pochi giorni fa è una sorta di valutazione permanente sulle sostanze da vietare. E uno degli aspetti chiave è la trasparenza, sia nei confronti dell’industria che dei cittadini.
La strategia europea per un ambiente toxic-free
Questa roadmap fa parte della strategia generale dell’Unione per un ambiente toxic-free: è stata pubblicata nel 2020 ed è a sua volta una pietra angolare del Green Deal. La novità più importante della nuova roadmap è il metodo che seguirà la disintossicazione, che non procede più per singole componenti ma per gruppi di sostanze chimiche.
Spesso le aziende hanno infatti aggirato i bandi sulle singole componenti chimiche semplicemente apportando leggere alterazioni delle formule. Che non aumentavano la sicurezza per i consumatori, ma permettevano di reintrodurre i prodotti vietati sul mercato.
I rappresentanti dei settori industriali coinvolti hanno stimato che 12mila sostanze, contenute nel 74 per cento dei prodotti sul mercato, potrebbero finire fuori legge. Sarebbe la più grande messa al bando di prodotti tossici della storia, secondo lo European Environmental Bureau (EEB), network di associazioni ambientaliste europee.
Soddisfatti gli ambientalisti, scettici gli industriali
Secondo la specialista sulle sostanze tossiche di EEB Tatiana Santos le qualità principali di questo nuovo metodo sono la flessibilità e l’efficacia: «I controlli chimici nell’Unione europea sono solitamente molto lenti. Ma questo è il piano di disintossicazione più ambizioso che abbiamo mai visto. Promette di migliorare la sicurezza di ogni prodotto. E anche di abbassare l’intensità chimica di scuole, case e luoghi di lavoro».
Tra i gruppi che potrebbero finire al bando ci sono le plastiche in PVC o i PFAS. Questi ultimi hanno prodotto in Italia una contaminazione delle acque su larga scala in Veneto, in un’area abitata da 350mila persone. Greenpeace ne chiede l’abolizione da più di dieci anni, e il momento potrebbe ormai essere vicino.
Insomma, la strategia europea ha ricevuto il plauso degli ambientalisti. Molto meno quello degli industriali, come prevedibile. John Chave, direttore generale di Cosmetics Europe, ha dichiarato al Guardian: «Il rischio per i consumatori è avere meno varietà, meno scelta, meno efficacia funzionale per i prodotti cosmetici. Senza guadagnarne in sicurezza».
I danni prodotti dall’inquinamento chimico sulla salute e sull’ambiente
Gli esperti dell’Unione europea la vedono diversamente. L’inquinamento chimico causa malattie endocrine e oncologiche, provoca infertilità e riduce l’efficacia di farmaci e vaccini, oltre ad avere effetti nocivi per il Pianeta. Ogni giorno vengono sintetizzati migliaia di nuovi prodotti chimici industriali (si stima uno ogni 1,4 secondi), oggi quelli registrati a livello industriale sono più di 190 milioni.
L’inquinamento chimico eccessivo rappresenta uno dei nove limiti planetari che l’umanità non può permettersi di superar. Perché andare oltre potrebbe minacciare la stabilità della Terra al pari dei cambiamenti climatici. Secondo una ricerca pubblicata pochi mesi fa su Environmental Science & Technology, quel limite rischiamo di averlo già superato.
Per rispondere, la Commissione sta provando a fare dell’Europa la più grande zona toxic free al mondo. Il principale ostacolo sarà come sempre rappresentato dagli interessi industriali: secondo l’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, dietro alle sostanze chimiche c’è un giro d’affari di 5mila miliardi di dollari. Che potrebbe raddoppiare nel 2030 e quadruplicare nel 2060.