Mercati finanziari sostenibili: per le Nazioni Unite è tempo di bilanci

Sono passati oltre dieci anni dal lancio della Sustainable Stock Exchange Initiative dell'Onu. Quali degli obiettivi prefissati sono stati raggiunti?

Katia Longo
Mercati finanziari di tutto il mondo impegnati in un’iniziativa volta a promuovere uno sviluppo sostenibile © Lorenzo Cafaro/Pixabay
Katia Longo
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I mercati finanziari possono essere sostenibili? A questa domanda cercano di dare risposta le Nazioni Unite, che si impegnano dal 2009 – con UNCTAD, UNEP-FI, UN Global Compact e PRI – nella promozione di investimenti sostenibili. Per garantire uno sviluppo responsabile dei mercati, in linea con i Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda 2030. Lo sta facendo tramite la Sustainable Stock Exchange(SSE) Initiative. Un progetto in cui confluisce l’idea di indirizzare i mercati finanziari su obiettivi sostenibili, in accordo con una regolamentazione che rispetti tematiche ambientali, sociali e di buona governance (ESG).

Al momento, le Borse coinvolte sono 107 su scala mondiale con 54.514 compagnie quotate associate all’iniziativa.

Com’è nata la Sustainable Stock Exchange Initiative delle Nazioni Unite

Due incontri sono stati fondamentali per dare vita alla SSE. Il primo è avvenuto nel 2004. Lo UN Global Compact ha coinvolto in una riunione, presso la sede delle Nazioni Unite di New York, diverse Borse internazionali. Con dieci di queste, è poi nato un impegno per future collaborazioni. 

Quattro anni dopo, nella sede di Ginevra delle Nazioni Unite, UNCTAD e PRI si sono incontrati con investitori, responsabili di politiche pubbliche e fornitori di informazioni e prodotti finanziari. Obiettivo: cercare di incoraggiare investimenti responsabili nei mercati emergenti, esaminando le rispettive policy. Questi due soli confronti sono stati sufficienti perché nel 2009 avesse luogo il primo SSE Global Dialogue, aperto a New York dall’allora segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon. Borse, investitori istituzionali e rappresentati di WFE e IOSCO sono stati i principali partecipanti all’incontro. 

L’ex Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon all’apertura del primo SSE Global Dialogue nel 2009

Gli obiettivi delle Nazioni Unite con la Sustainable Stock Exchange Initiative

Il lavoro della Sustainable Stock Exchange Initiative dell’Onu si concentra su ricerca, costruzione del consenso e assistenza tecnica per raggiungere cinque dei diciassette Obiettivi di sviluppo sostenibile contenuti all’interno dell’Agenda 2030. Ad ogni obiettivo, la SSE associa degli “strumenti” che le Borse possono utilizzare. Ossia guide o report da adoperare come punto di riferimento per le proprie strategie.  

Gender equality

È il quinto dei diciassette obiettivi dell’Agenda 2030 che la SSE Initiative si impegna a raggiungere in questo progetto. Presentandosi come supporto ai mercati finanziari internazionali perché migliorino la propria posizione di influenza sulla parità di genere. Tramite impegni pubblici e pratiche commerciali sostenibili.

Tra i dati citati nel rapporto lanciato da UN Sustainable Stock Exchanges in collaborazione con GIZ ci sono quelli presi in rassegna da Bloomberg LP nel 2016 che fanno riferimento a mille società quotate. Secondo questi dati, la media di rappresentanza delle donne al comando in posizioni di senior management è del 23%. Il 21% è presente nei consigli. Il 4% delle società ha un presidente donna. Il 3% ha un CEO donna. 

Onu
L’Organizzazione delle Nazioni Unite è in prima linea nella promozione dei SDGs © Edgar Winkler/Pixabay

Lavoro dignitoso e crescita economica

È l’ottavo obiettivo e vuole promuovere uno sviluppo sostenibile tramite la creazione di posti di lavoro dignitosi che sostengano la crescita economica di piccole-medie imprese. Secondo la Banca Mondiale, le PMI producono almeno il 45% dei posti di lavoro e il 33% del PIL nelle sole economie emergenti. Il report costruito da UNCTAD e WFE, in cui si analizza l’importanza del ruolo dei mercati finanziari, funge da guida per il conseguimento di questo obiettivo. 

Riduzione delle diseguaglianze

Il decimo obiettivo è migliorare a livello globale la regolamentazione e il monitoraggio sia dei marcati finanziari sia delle istituzioni. Tra gli strumenti a disposizione per raggiungere questo traguardo c’è una guida sulla securities regulation. L’ha sviluppata la SSE, in collaborazione con un gruppo di 70 operatori di titoli di mercato. Quest’ultimo, è stato diretto dalla Financial Regulatory Authority of Egypt. Essa traccia un percorso per le autorità di controllo affinché si prestino con il loro lavoro a supportare i SDGs. 

Consumo e produzione responsabile

Il dodicesimo obiettivo si concentra sul mercato dei derivati e una buona comunicazione ESG. Secondo la SSE, il mercato dei derivati ha grandi potenzialità per promuovere uno sviluppo responsabile. Ad esempio sensibilizzando gli stakeholder sulla possibilità di costruire una finanza sostenibile, introducendo standard internazionali su prodotti ESG. O migliorando la trasparenza delle transazioni sul mercato. 

Lotta ai cambiamenti climatici

Il tredicesimo obiettivo è per sensibilizzare mercati e istituzioni sul cambiamento climatico. Il “SSE Guidance Document”, realizzato in collaborazione con oltre 70 esperti provenienti da ogni parte del mondo, riporta esempi pratici per incentivare la crescita della green finance. Attualmente, solo 37 dei 107 mercati associati alla SSE offre un segmento dedicato agli ESG Bond.

I risultati: le Borse comunicano meglio il loro impatto ESG

Per rispondere a questa domanda, la SSE pubblica annualmente un rapporto che misura l’impatto delle proprie politiche. L’ultimo celebra i dieci anni dalla nascita dell’iniziativa, “10 Years of Impact and Progress: 2009-2019”. Nello specifico, nella seconda sezione di questo documento vengono condivisi i risultati e l’impatto delle proprie attività nel corso degli ultimi anni. 

Risultati SSE su attività disclosure ESG
L’impatto della SSE sulla disclosure ESG © archivio SSE

Per aiutare i mercati ad avvicinarsi a un approccio ESG, nel settembre 2015 la SSE ha pubblicato una “Model Guidance”. Che, utilizzata in combinazione con la guida e le metriche di supporto della WFE, avrebbe dovuto aiutare le Borse a definire un proprio orientamento.

Secondo la SSE, dalla pubblicazione di questi documenti le Borse hanno iniziato a migliorare la propria comunicazione in tematiche ESG tramite la pubblicazione di guide da loro elaborate. In più, aumentando il focus sugli approcci ESG, la SSE riporta come siano conseguentemente aumentati anche i programmi di training. Con l’obiettivo di sviluppare maggiori capacità di comprensione dei dati ESG. 

Più regole ESG per i mercati

Insieme a questo, è cresciuta la regolamentazione che chiede ai mercati la presentazione di informative ESG. Secondo la SEE, dalla pubblicazione del proprio documento “How securities regulators can support the Sustainable Development Goals” nel 2017 e dal lancio del proprio gruppo di lavoro composto da regolatori, il numero di mercati che integra criteri ESG tra le norme relative alla quotazione in Borsa è aumentato del 60%. 

A ciò si aggiunge che, al momento della pubblicazione di questi dati, almeno la metà delle Borse associate alla SSE pubblica dei rapporti in cui riporta i propri impegni in ambito sostenibilità. 

Indici ESG e obbligazioni sostenibili
La crescita degli indici ESG e delle obbligazioni sostenibili © archivio SSE

Ovviamente, al crescere del valore dei prodotti sostenibili, crescono anche le tipologie associate a questa categoria. I primi ad entrare sul mercato sono stati gli indici ESG. A cui, però, negli anni sono stati preferiti altri prodotti per sostenere progetti di questa natura. È il caso delle obbligazioni sostenibili.

Dai dati offerti dal SSE database, è possibile osservare come il comparto dedicato ai bond sostenibili sia nettamente inferiore rispetto a quello riservato agli indici ESG. Tuttavia, è doveroso notare come il settore delle obbligazioni sostenibili sia decisamente in crescita negli ultimi anni. 

Resta ancora molto da fare

È chiaro che la strada è ancora in salita. Al momento, delle 107 Borse associate alla SSE solo 45 sono coperte da indici correlabili a criteri di sostenibilità. 55 forniscono un report annuale ESG. E 58 offrono training per aumentare le capacità di comprensione su queste tematiche. Resta ancora molto da fare per concretizzare l’idea di un reale cambiamento.

Nonostante importanti traguardi siano stati già raggiunti, è fondamentale integrare a queste iniziative altri progetti che aiutino a rafforzare i punti promossi dalla SSE. Le istituzioni pubbliche e i legislatori di ciascun Paese possono contribuire fortemente in questo senso. Modificando una normativa spesso poco aperta ad accogliere programmi di questo tipo.