I Paesi poveri sull’orlo di una nuova crisi del debito

Il debito dei Paesi poveri ha radici che affondano nel colonialismo e nell'organizzazione dell'economia globale. Come risolverlo?

Il problema del debito nei Paesi poveri e le sue possibili soluzioni in un podcast con Stefano Prato, direttore generale di Society for International Development © Joseph Egabor/iStockPhoto

Secondo le stime del Fondo monetario internazionale più del 60% dei Paesi a basso reddito si trova attualmente in una condizione di forte tensione, se non di vera e propria crisi del debito. A questi occorre aggiungere un ampio numero di Paesi a medio reddito. Ciò evidenzia come quello del debito sia un problema generalizzato dei Paesi del Sud del mondo. E un problema che affonda le radici nel colonialismo.

«Noi pensiamo che il debito debba essere analizzato prima di tutto dalla sua origine. Le origini del debito risalgono alle origini del colonialismo», affermava Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso, a Addis Abeba il 21 luglio 1987 nel suo celebre “Discorso sul debito” pronunciato in occasione del vertice dell’Organizzazione dell’unità africana. «Il debito nella sua forma attuale, controllata e dominata dall’imperialismo, è una riconquista dell’Africa sapientemente organizzata, in modo che la sua crescita e il suo sviluppo obbediscano a delle norme che ci sono completamente estranee», proseguiva il leader burkinabé.

In molti Paesi spesi più soldi per il debito che per la sanità

In molti Paesi, oggi, la quota di entrate che viene destinata al rimborso o ai servizi del debito è estremamente elevata. Per oltre la metà dei Paesi africani più del 25% è destinato proprio alla gestione del debito. Con conseguenze molto importanti: in questi Paesi il debito costa più della sanità, per esempio. Si tratta, quindi, di una vera e propria distrazione di risorse esistenti sul territorio. Generate nei Paesi, ma che non possono essere usate per finanziare sanità, educazione, sviluppo sostenibile.

In passato il problema coinvolgeva principalmente gli Stati nel ruolo di debitori e di creditori. Da alcuni anni, invece, percentuali significative e crescenti di questi debiti sono in mano a creditori privati. Ciò anche in conseguenza delle politiche monetarie europea e statunitense. Il mantenimento di bassi tassi di interesse combinato con la massiccia immissione di liquidità hanno generato flussi speculativi che sono andati alla ricerca di una più alta remunerazione nel Sud del mondo.

Come possiamo affrontare il problema del debito dei Paesi poveri

Oggi quello del debito dei Paesi poveri è un problema strutturale e sistemico. È il prodotto di un’organizzazione del sistema economico globale che ha assegnato ai Paesi in via di sviluppo il ruolo di produzione e esportazione di materie prime, costringendoli a importare beni da altri Paesi e frenando lo sviluppo di un’economia locale in grado di generare ricchezza. E per questo non basta procedere alla cancellazione di tutto o parte del debito. Occorre affiancare questa azione a un meccanismo di ristrutturazione.

Ne abbiamo parlato con Stefano Prato, direttore generale di Society for International Development.