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Amsterdam? No, Wall Street. Così la cannabis diventa business globale

263 milioni di consumatori, 344 miliardi di dollari di mercato globale. Il business vola. Il suo futuro si gioca in Borsa. Usa e Canada leader. L'Europa attende

Matteo Cavallito
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Matteo Cavallito
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Quello della cannabis non è un mercato di nicchia. Al contrario, è un settore globale in forte espansione che coinvolge ambiti diversi e offre agli investitori rendimenti da sogno. Dimenticate Amsterdam, le spiagge giamaicane e l’iconografia classica. Il gusto rétro e la mistica libertaria anni ‘60 sono decisamente fuori strada. L’erba del XXI secolo, infatti, è di casa a Wall Street dove il suo business, dicono i numeri, vale già decine di miliardi di dollari. E in futuro, mentre l’Italia arranca (ma questa è un’altra storia), non è da escludere l’aggiunta di uno zero. Pas mal.

Un mercato da 344 miliardi di dollari

Ad aprile, uno studio della società di ricerca di Washington New Frontier Data ha stimato in 344 miliardi di dollari il valore complessivo del mercato globale, legale o meno, della cannabis. In testa alla classifica per aree regionali svetta l’Asia con 132,9 miliardi. Seguono, nell’ordine, Nord America (85,6 miliardi), Europa (68,5), Africa (37,3) e America Latina (9,8). Secondo la stessa indagine, i consumatori nel mondo sarebbero 263 milioni.

«Sono oltre 50 i Paesi che hanno legalizzato la cannabis per uso terapeutico, mentre sei nazioni l’hanno legalizzata per uso ricreativo», ha dichiarato Giadha Aguirre de Carcer, fondatore e CEO di New Frontier Data. Il mercato legale, aggiunge, «ha un potenziale enorme in decine di settori».

Per il Canada altri $2 miliardi in arrivo

Parliamo del comparto farmaceutico, naturalmente, ma anche della cosmesi, della bioedilizia e del segmento alimentare. Alla fine del 2019 i prodotti commestibili contenenti cannabis saranno disponibili per la prima volta nel mercato canadese. Secondo un recente rapporto di Deloitte, l’ingresso sul mercato di alimenti, bevande, prodotti topici, concentrati, tinture e capsule dovrebbe generare un fatturato di circa 2,7 miliardi di dollari locali (2,1 miliardi di dollari Usa). Creando per i rivenditori profitti più alti di quelli relativi alla vendita di prodotti della canapa già legalizzati in precedenza.

La cannabis si quota in Borsa

Il portale Cannabis Market Cap monitora ad oggi oltre 200 aziende del settore con una capitalizzazione complessiva di 76 miliardi di dollari. Metà della cifra è in capo ad appena 7 aziende, tra le quali spiccano le canadesi Canopy Growth Corporation (14,4 miliardi) e Aurora Cannabis (7,7) insieme alla statunitense Scotts Miracle-Gro Company (5,4). Nell’aprile del 2014 Canopy si è quotata in borsa diventando così la prima public company del settore. Le sue azioni, oggi, sono scambiate a Toronto e a Wall Street.

Dal 2018, Yahoo Finance ha lanciato la sua Cannabis Stock Watchlist, un indice teorico che monitora la performance complessiva di una ventina di titoli del comparto. L’elenco comprende i produttori di materia prima, ma anche le aziende farmaceutiche che investono nel settore, come la britannica GW Pharmaceuticals Plc, che ha sviluppato medicine contenenti cannabinoidi per il trattamento dell’epilessia.

Oltre alle imprese che agiscono in altri mercati a partire dal beverage, come l’americana Anheuser-Busch InBev che insieme alla canadese Tilray ha investito nella produzione di bevande analcoliche contenenti THC, o della consulenza, come la General Cannabis Corp di Denver, Colorado. Dal lancio dell’indagine, il valore delle azioni del settore monitorate da Yahoo Finance è salito di oltre 300 punti percentuali.

Boom in the Usa

Negli Usa la cannabis è legale in 34 Stati. Nella maggior parte dei casi la legge consente l’impiego dei prodotti basati sul THC per uso terapeutico. 11 Stati hanno anche legalizzato l’utilizzo a scopo ricreativo. In Alaska, California, Colorado (noto apripista dell’antiproibizionismo Usa), District of Columbia, Maine, Massachusetts, Michigan, Nevada, Oregon, Vermont e Washington, in altre parole, anche farsi una canna è perfettamente legale purché ci si rifornisca nei negozi autorizzati. Una spinta ulteriore per un settore in forte crescita.

Business Insider, di recente, ha fatto i conti in tasca al comparto e i risultati sono sorprendenti. L’impatto della legalizzazione sull’economia americana nel corso del 2017 sarebbe stato compreso tra i 20 e i 23 miliardi di dollari. Ma entro il 2022 il fatturato del mercato USA potrebbe raggiungere i 77 miliardi. Ad oggi i lavoratori impiegati nel settore della cannabis a stelle e strisce sono 250mila, quasi cinque volte tanto rispetto ai loro colleghi del comparto carbone.

Nel giro di quattro anni, sostiene uno studio di Arcview Market research e BDS Analytics, la quota dei lavoratori potrebbe crescere di altre 80 mila unità. L’anno scorso, infine, l’industria della marijuana USA ha attirato 10 miliardi di dollari i investimento, pari al doppio nella cifra totale investita nel triennio precedente. Nel 2019, dicono le stime, si potrebbe arrivare a 16 miliardi

Il mercato illegale fa ben sperare gli investitori

E il mercato illegale? Ad oggi, evidenziano le cifre, continua a dominare. Nel 2016, per dire, l’87% della marijuana venduta negli Usa e in Canada era distribuita attraverso canali illeciti. Ma il dato, paradossalmente, fa ben sperare. Troy Dayton, CEO di Arcview Market Research, vede nel mercato nero i segnali di un’enorme opportunità per il futuro.

L’industria della cannabis, sostiene, non deve preoccuparsi di creare una domanda di mercato che in realtà già esiste. Ma deve aspettare, al contrario, che le politiche antiproibizioniste consentano progressivamente agli imprenditori del settore di sottrarre una crescente quota di consumatori all’offerta illecita per convogliare le richieste verso il mercato legale. Entro il 2021, sostengono ancora Arcview e BDS Analytics, la quota di mercato in mano ai trafficanti dovrebbe calare a quota 67%.

Dal Canada all’Europa

E l’Europa? Nel vecchio Continente, a quanto pare, le società finanziarie hanno già iniziato a scommettere sulla diffusa legalizzazione. «A giudicare dalle attività delle banche, gli investitori europei desiderosi di emulare il boom delle quotazioni in Borsa registrato in Canada non sembrerebbero destinati ad attendere ancora a lungo» scrive Bloomberg. Canaccord Genuity, società di intermediazione e gestione patrimoniale di Vancouver, nonché principale operatore di Borsa per le compagnie neo quotate del settore cannabis ha aperto una divisione per l’Europa. Sul tavolo delle opportunità ci sono e quotazioni nelle piazze continentali, Londra su tutte, delle società del settore. E poi l’espansione delle aziende farmaceutiche, intenzionate ad entrare nel mondo cannabis.

A marzo, notava ancora Bloomberg, la britannica Spinnaker Opportunities ha annunciato l’intenzione di acquisire la Kanabo Research Ltd., una private company israeliana che opera nel campo della canapa per uso terapeutico. Nello stesso periodo società come Gour Medical AG (Francia), StenoCare A/S (Danimarca) e Dermapharm Holding SE (Germania) erano al lavoro per entrare nello stesso segmento di mercato. La strada è ancora lunga. Ma la direzione, molto probabilmente, è già stata tracciata.