Fridays For Future: serve un “Whatever it takes” per il clima

I ragazzi di Fridays For Future scrivono una lettera aperta a Mario Draghi: il recovery fund deve essere usato per affrontare la crisi climatica

Luca Gariboldi
Una protesta per il clima
Luca Gariboldi
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«State scrivendo il recovery fund pensando agli anni Venti, ma del Novecento!» Inizia così “ritorno al futuro”, un documento redatto da Fridays For Future con 7 proposte per una ripartenza sostenibile, equa e in grado di affrontare le crisi che stiamo vivendo.

Da Fridays For Future 7 proposte per una ripartenza sostenibile

Fridays for future chiede che il recovery fund venga utilizzato per finanziare le fonti rinnovabili, eliminando i 18 miliardi annui di sussidi ambientalmente dannosi e approvando una carbon tax. Obiettivo: 100% di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030.

Non solo, si propone di investire nell’efficienza energetica di edifici pubblici e privati e di passare sempre più a un trasporto elettrico possibilmente via rotaia accompagnato da una decarbonizzazione dell’industria, in primo luogo l’automotive. Mettere in cantiere, per il 2030, 200 km di metropolitane, 250 km di servizi tramviari metropolitani, 5.000 km di percorsi ciclabili e nessuna infrastruttura stradale che sia in competizione con queste per il trasporto di merci e persone.

Ci sono poi proposte per i territori fragili, investimenti per adattarsi ai cambiamenti climatici e un fondamentale sostegno alla ricerca pubblica e privata, con focus sulle produzioni circolari. Così come sostegno a una filiera agroalimentare a filiera corta, sostenibile e biologica.

La lettera di Fridays For Future a Draghi

Questi sono i temi ora sottoposti a Draghi, con una lettera aperta,  dai ragazzi di Fridays For Future. Uno scritto dettato dalla constatazione che in queste consultazioni la crisi climatica sia sembrata relegate a un orpello da sbandierare senza troppa convinzione, salvo poi l’apparizione di un Ministero per la Transizione Energetica non meglio specificato.

In questo video, Laura ci spiega le ragioni dell’iniziativa.

Serve un “Whatever it takes” per il clima

Il testo della lettera

In questi giorni sta svolgendo le consultazioni per la formazione di un nuovo Governo. Da quello che i media hanno riportato pare che la crisi climatica ed ecologica non esista. Che non sia stata trattata come una emergenza all’interno delle consultazioni. Abbiamo sentito rievocare molte volte “Whatever It takes”, ormai passata alla storia come “la frase che ha salvato l’Euro”.

Le viene attribuito il merito di aver tenuto insieme l’Unione Europea e sappiamo che – nonostante le criticità – l’Unione è l’unica opzione per fare a differenza in un’emergenza globale come la crisi climatica. Nel 2021 l’Italia è chiamata a fare la Storia: per la prima volta saremo ospiti del G20, e co-ospiti della COP26 – forse la conferenza per il clima più osservata di sempre, dopo che nel 2019 milioni e milioni di persone sono scese in piazza a chiedere azioni e giustizia climatica.

A maggior ragione in questo contesto, la sua prima responsabilità sarà far sì che il clima e l’ambiente innervino ogni aspetto dei fondi del Next Generation EU. Sappiamo infatti che una profonda riconversione ecologica è la migliore strategia anche per creare nuovi posti di lavoro e costruire una società più resiliente, l’unica possibile se vogliamo affrontare l’emergenza climatica.

Il clima deve essere la priorità per la politica
I ragazzi di Fridays For Future chiedono a Mario Draghi di pensare in primo luogo al clima. Ne deriveranno anche nuovi posti di lavoro

Lo farete?

Come per la gestione della pandemia, anche per la crisi climatica dobbiamo appoggiarci alla miglior scienza di cui disponiamo, che da anni ci indica le misure da intraprendere per seguire un percorso sicuro per restare sotto I +1,5°C di aumento della temperatura media globale.

Proprio assieme a scienziati ed esperti , nelle sere e notti del lockdown, abbiamo scritto Ritorno al Futuro, un progetto con 7 proposte  per una ripartenza sostenibile, equa e in grado di affrontare le tre crisi che stiamo vivendo: sanitaria, economica e climatica.

Ad agosto scorso, lei ha detto che “privare I giovani del futuro è la più grande forma di disuguaglianza”. Il suo governo agirà per non privarci del nostro futuro e garantire giustizia climatica, per non far pagare queste crisi ai più fragili e a chi ha meno responsabilità?

Non che più tempo per “fare il possibile”. Va fatto il necessario “whatever it takes” a qualunque costo.

La sentiremo citare di nuovo, tra un po’ di anni, nei video su YouTube o nei libri di storia, come la “la frase che ha salvato il clima”?

Ai posteri l’ardua sentenza. A questo Governo, però, la scelta di garantirci o negarci il futuro.