La tua voce per convincere le banche a considerare i rischi climatici
Una consultazione pubblica lanciata dal Comitato di Basilea è l'occasione per chiedere che le banche debbano considerare i rischi climatici
Spesso pensiamo alla finanza come a qualcosa di lontano da noi, qualcosa che non ci riguarda e con la quale non abbiamo a che fare. Il termine “finanza” evoca immagini à la Wolf of Wall Street, molto lontane dal nostro quotidiano. Eppure si tratta di un’infrastruttura fondamentale nella nostra vita, il cui scopo è (o almeno dovrebbe essere, se liberata da derive speculative) far incontrare la domanda e l’offerta di denaro.
Per questo parliamo di qualcosa che riguarda tutti noi: quando apriamo un conto corrente, quando aderiamo a un fondo pensione, quando assicuriamo la nostra automobile. È importante conoscere la finanza ed è importante che i regolatori ascoltino i cittadini quando devono prendere decisioni importanti.
Finanza
Le banche europee sono affezionate ai rischi climatici
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Ed è quello che sta facendo il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, il Basel Committee on Banking Supervision (BCBS). Nato nel 1974 in seno alla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), l’organismo è composto da 45 banchieri centrali e regolatori finanziari di 28 Paesi. Il suo scopo è quello di stabilire standard per la vigilanza e la regolamentazione prudenziale delle banche.
La consultazione sui rischi climatici: perché è importante
Fino al 16 febbraio è aperta una consultazione pubblica rivolta a chiunque, anche persone non esperte, sui rischi climatici. Obiettivo: elaborare una nuova serie di principi globali su come le banche gestiscono – e le autorità di vigilanza controllano – i rischi finanziari legati al riscaldamento globale.
Le banche sono infatti tra i principali finanziatori di aziende e progetti legati ai combustibili fossili, responsabili dei cambiamenti climatici. Al contempo, però, le stesse banche subiscono enormi impatti dovuti agli eventi legati all’aumento della temperatura media globale. Se il BCBS, nel suo ruolo di regolatore, agisse sui rischi legati al clima, potrebbe perciò avere un forte impatto positivo.
La regola del one-for-one
Una proposta che potrebbe essere sottoposta al Comitato di Basilea è quella lanciata nelle scorse settimane da Finance Watch, chiamata “regola del one-for-one”. Secondo l’organizzazione non governativa si può imporre alla finanza di tenere in conto i rischi climatici agendo sugli obblighi patrimoniali delle banche. Per ogni euro investito dalle banche in nuovi combustibili fossili, esse devono mettere da parte un euro per proteggersi dai rischi di perdite future. Condizione necessaria affinché i risparmi dei cittadini non siano messi a rischio. O per evitare nuovi costosi salvataggi di istituti bancari con soldi pubblici.
La proposta
Come possiamo imporre alla finanza di considerare i rischi climatici
Agendo sugli obblighi patrimoniali delle banche si potrebbe imporre loro di prendere in considerazione i rischi climatici dei loro business
In altre parole, agli istituti di credito verrebbe imposto di accantonare denaro in misura proporzionale alla loro esposizione rispetto ai problemi posti dai cambiamenti climatici. Ciò partendo dall’assunto che settori come quello delle fossili sono destinati, in un futuro sempre più prossimo, a diventare stranded. Ovvero “tossici” da un punto di vista finanziario. Un fatto che potrebbe non solo tutelare il piccolo risparmio ma anche fungere da deterrente. E spingere così il mondo della finanza a rinunciare a business legati, ad esempio, al carbone o al petrolio. Privilegiando asset puliti e per i quali non occorre prevenire possibili difficoltà finanziarie.
Fai sentire la tua voce
Secondo Finance Watch il fatto che il Comitato di Basilea non sia abituato a coinvolgere i cittadini con consultazioni pubbliche rende la partecipazione ancora più importante. Non si tratterà, infatti, di un semplice esercizio, ma della reale possibilità di essere ascoltati. Da un organismo, il BCBS, che ha un enorme potere.
Se ti interessa approfondire, puoi seguire un workshop martedì 15 febbraio alle 18. Oppure leggere l’approfondimento sul sito di Finance Watch e partecipare alla consultazione sul sito del BCBS.