Vermont, saranno le compagnie fossili a pagare i costi della crisi climatica

Con il nuovo Climate Superfund Act nel Vermont, le compagnie petrolifere dello stato americano pagheranno i costi della crisi climatica

Montpellier durante l'alluvione del 12 luglio 2023 © Manjushr/IStockPhoto

Lo Stato del Vermont imporrà alle industrie fossili di pagare i costi della crisi climatica. L’approvazione del Climate Superfund Act metterà Big Oil di fronte alle proprie responsabilità in termini di emissioni. Le imprese coinvolte potrebbero pagare miliardi di dollari per rimediare ai propri impatti. Ma il provvedimento potrebbe generare un effetto a catena, fino ad arrivare al governo federale.

Chi ha inquinato pagherà i costi della crisi climatica

Il Vermont è uno degli Stati americani che si stanno riscaldando più velocemente e che negli ultimi anni sono stati vittime di diversi disastri climatici. Le inondazioni dello scorso luglio hanno causato più di un miliardo di dollari di danni, devastando la capitale Montpelier, la città di Barre e una serie di comunità a Sud del Paese. A quasi un secolo dall’alluvione che uccise decine di persone nel 1927, anche stavolta sono state decine le case spazzate via e le strade distrutte. I tempi di ricostruzione sono stati molto lunghi, diversi negozi e ristoranti hanno completamente perso le stagioni estiva e autunnale. Alcuni sono riusciti a riaprire solo da poco.

Con il Climate Superfund Act, le compagnie petrolifere saranno costrette a pagare il conto. Il provvedimento appena approvato è basato sul modello del programma Superfund dell’Environmental Protection Agency. La nuova legge prevede che il tesoriere di Stato e l’Agenzia delle Risorse Naturali calcolino i costi derivati dalle emissioni di gas serra prodotte dal 1995 al 2024. Nel computo gli impatti sanitari, sulla biodiversità, sull’agricoltura, sull’edilizia residenziale e sullo sviluppo economico. Entro il 15 gennaio 2026 verrà presentata la relazione che, sulla base dei dati federali, imporrà a ognuna delle industrie fossili di pagare i costi degli impatti climatici che ha generato. La legge ha incassato il sostegno della larga maggioranza democratica e da alcuni esponenti repubblicani: il governatore repubblicano Phil Scott ne ha consentito l’approvazione senza la sua firma.

I petrolieri sono sul piede di guerra ma il provvedimento ha solide basi legali

Il Vermont è il primo Stato a chiedere alle compagnie petrolifere di pagare i costi della crisi climatica. Lo stesso Scott, in una nota al segretario del Senato, ha affermato di ritenere comprensibile «il desiderio di cercare finanziamenti per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici che hanno danneggiato il nostro Stato in molti modi». Il governatore ha espresso però preoccupazioni per i costi legali cui il piccolo Stato potrebbe andare incontro per la reazione di Big Oil.

Che è già sul piede di guerra, come si legge nella lettera inviata dall’American Petroleum Institute ai legislatori del Vermont lo scorso marzo. Nel testo le imprese si oppongono al disegno di legge affermando che viola i diritti di uguale protezione e giusto processo perché imputa ai produttori di petrolio le responsabilità di azioni che riguardano l’intera società. Sotto attacco anche l’intervallo di tempo considerato: la legge, scrivono, «impone retroattivamente costi e responsabilità su attività che precedentemente erano legali».

I sostenitori del testo si sentono tranquilli. Il presidente della commissione giudiziaria della Camera Martin LaLonde è consapevole del rischio di battaglie legali ma è certo della solidità del provvedimento. «Io stesso – ha dichiarato – sono un avvocato e ho lavorato a stretto contatto con molti studiosi di diritto per la stesura della legge».

«Il Vermont è solo l’inizio»

Anche Maryland, Massachusetts e New York stanno valutando di far pagare i costi della crisi climatica ai grandi inquinatori fossili. Proprio nei giorni scorsi anche il segretario generale Onu, António Guterres, si è scagliato contro i giganti petroliferi, definendoli «Godfathers of climate chaos», Padrini della crisi climatica, e «strumenti di distruzione planetaria».

Intanto il piccolo Stato blu, casa di Bernie Sanders e di Howard Dean, ha fatto il primo passo e spera di generare un’onda che investa il governo centrale. Secondo il Guardian, i legislatori federali stanno già prendendo in considerazione le proposte in merito presentate da Sanders e Van Hollen. Come ha dichiarato la portavoce della campagna Make Polluters Pay Cassidy DiPaola, «il Vermont è solo l’inizio. La marea sta cambiando e la resa dei conti per l’industria dei combustibili fossili è all’orizzonte».