Il colosso dei mari va controcorrente: «Giù le mani dall’Artico»
La compagnia francese di trasporti marittimi CMA CGM, terza nel mondo per dimensioni, non solcherà la rotta artica aperta dallo scioglimento dei ghiacci
Se il settore dei trasporti marittimi fosse una nazione inquinerebbe come il Brasile del climatoscettico Jair Bolsonaro. Che figura al settimo posto nella classifica mondiale degli Stati più nocivi per il clima, in termini di emissioni di gas ad effetto serra. Le oltre 90mila navi (petroliere, porta-container, ecc.) che costituiscono la flotta commerciale mondiale sono responsabili infatti del 2,3% della CO2 dispersa ogni anno nell’atmosfera. E del 3% di tutti i gas ad effetto serra.
How to reduce #CO2 emissions from #maritime #transport 🚢? @IRENA’s report outlines the benefits of:
1⃣ #Sustainable #biofuels 🍃
2⃣ Synthetic #liquid fuels💧
3⃣ Green #hydrogen⚡️…all produced in the 🇪🇺 refineries!
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— FuelsEurope (@FuelsEurope) November 13, 2019
I trasporti di merci via mare potrebbero quadruplicare entro il 2050
Un’autentica bomba ecologica. Aggravata dal fatto che il principale carburante utilizzato dalle imbarcazioni è l’olio combustibile. Che rilascia anche enormi quantità di sostanze nocive per la salute umana, a partire da polveri sottili e ossidi di zolfo e azoto.
Secondo le stime dell’Istituto superiore di economia marittima francese (Isemar), inoltre, il quantitativo di merci trasportate via mare crescerà a dismisura nei prossimi decenni. Nel 2050, si prevede possa essere pari a quattro volte il valore attuale. Di conseguenza, la quota di emissioni di gas climalteranti potrebbe arrivare a toccare il 17% del totale tra 31 anni.
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La Northern Sea Route: economica e ad altissimo rischio
Ciò è frutto (anche) di un effetto perverso dei cambiamenti climatici. Ovvero l’apertura di nuove rotte causata dallo scioglimento dei ghiacci artici, più rapide e dunque economiche. Passando, ad esempio, a Nord della Siberia per la cosiddetta Northern Sea Route. In aree nelle quali un eventuale incidente si trasformerebbe in una catastrofe. Per via della vulnerabilità dell’area. Ma anche per le difficoltà logistiche che si dovrebbero affrontare nell’invio di soccorsi e nel contenimento degli agenti inquinanti. Il dramma della Exxon Valdez, dalla quale il 24 marzo 1989 fuoriuscirono 40mila tonnellate di greggio, lo ha dimostrato al mondo intero.
Environnement : CMA CGM s'engage à ne pas emprunter la route de l'Arctique https://t.co/wZhqNZuoVR
— Les Echos (@LesEchos) August 26, 2019
È per queste ragioni che la CMA CGM, terza azienda più importante al mondo nel settore dei trasporti commerciali marittimi, ha deciso di rinunciare a sfruttare i percorsi artici. «La nostra azienda cerca continuamente di ottimizzare le rotte marittime al fine di ridurre le distanze e i consumi di carburante», ha spiegato Rodolphe Saadé, numero uno dell’azienda, nello scorso mese di agosto.
La CMA-CGM punterà sul gas naturale liquido al posto dell’olio combustibile
L’azienda, la cui sede è a Marsiglia, in Francia, è nata nel 1996 dalla fusione della società specializzate nei trasporti marittimi Compagnie générale maritime (CGM) e della Compagnie maritime d’affrètement (CMA). Possiede una flotta di 509 navi che raggiungono 420 porti in 160 Paesi del mondo. E fattura 31 miliardi di dollari all’anno.
«Esiste una rotta che ci permetterebbe di ridurre del 40% il percorso di navigazione tra Shanghai e Rotterdam. Essa passa al largo della costa siberiana. Ed è resa praticabile per via delle conseguenze dei cambiamenti climaticiVariazione dello stato del clima rispetto alla media e/o variabilità delle sue proprietà che persiste per un lungo periodo, generalmente numerosi decenni.Approfondisci. Chi la sfrutterà, otterrà un vantaggio concorrenziale enorme», ha spiegato il dirigente. Ma non è tutto: l’azienda si è anche impegnata a sostituire il carburante con il gas naturale liquido, meno inquinante, per le generazioni future di imbarcazioni.
#Rediff | Le troisième #transporteur mondial, CMA CGM, s’engage à ne jamais emprunter les voies maritimes de l’#Arctique https://t.co/GbYozdZXbi
— Novethic (@Novethic) August 31, 2019
«L’intero settore dei trasporti marittimi segua il nostro esempio»
Il “passaggio a Nord-Est” consente infatti di collegare l’Asia all’Europa attraverso lo stretto di Bering. Ed è circa 4mila chilometri più corto (ovvero da una a due settimane di navigazione in meno) rispetto alla via classica. Che passa per il canale di Suez. In termini di risparmio di emissioni, tuttavia, i vantaggi sarebbero minimizzati dal fatto che, almeno per ora, le navi dovrebbero essere scortate da rompighiaccio.
Ciò nonostante, la CMA CGM si è impegnata a non farlo: «L’Artico – ha aggiunto Saadé – è indispensabile per la regolazione delle correnti e del clima. La sua biodiversità, inoltre, è unica e ancora in parte sconosciuta. È per questo che le nostre navi non solcheranno mai la rotta polare. E invito l’insieme dell’industria marittima a fare la stessa cosa».