Dossier: La rivoluzione tranquilla di Joe Biden Economia Gallery | Dalla hipster-antitrust all’incorruttibile: le scommesse di Joe Biden Andrea Barolini e Vittoria Mamerti 22.04.2021
Andrea Barolini e Vittoria Mamerti 22.04.2021 Leggi più tardi Debra Haaland, la prima donna amerinda al governo negli Stati UnitiIl 15 marzo scorso Debra Haaland ha ricevuto il via libera del Senato ed è ufficialmente entrata a far parte del governo di Joe Biden. Svolge la funzione di ministro degli Interni. Madre non sposata, ex alcolista, un tempo costretta a sopravvivere con i sussidi, “Deb” è diventata così la prima donna amerinda della storia ad occupare una funziona governativa a Washington. E la prima a prestare giuramento con indosso una ribbon skirt, la tradizionale gonna degli indiani d’America. Assieme ad un braccialetto turchese e a una cintura argentata: tutto realizzato dagli artigiani amerindi.A 60 anni, dirigerà un segretariato di Stato che dovrà non solo contribuire a sedare l’ondata di indignazione seguita alla morte di George Floyd, uomo di colore ucciso da poliziotti a Minneapolis nel maggio del 2020. Ma sarà anche competente nella concessione di permessi per lo sfruttamento delle risorse minerarie (dal petrolio al gas naturale) e nella gestione del territorio (compresi i parchi nazionali).Progressista, in campagna elettorale ha sostenuto Elizabeth Warren, si è schierata a favore di un Green New Deal e contro il fracking (la fatturazione idraulica alla ricerca di gas e petrolio da scisto). Per ottenere quattro voti repubblicani necessari per la sua conferma, ha dovuto concedere tuttavia qualcosa proprio sulle energie fossili.Prima di lei solo un altro amerindo era stato membro di un governo: si trattò di Charles Curtis, vice-presidente di Herbert Hoover tra il 1929 e il 1933.© Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti/FlickrTim Wu, il giurista che fa paura ai colossi del webTim Wu è professore alla Columbia Law School ed editorialista del New York Times. Fa parte del National Economic Council. È lui, assieme a Lina Khan, a cui si affiderà Biden per la normativa antitrust. E soprattutto per dirimere le questioni legate alla concorrenza nel settore digitale, dominato da pochi colossi ultra-potenti (Google, Amazon, Facebook e Apple).Wu si è fatto conoscere nel 2003 con un articolo nel quale esponeva il concetto di “net neutrality” di internet, ovvero la necessità di trattare tutti i flussi di dati allo stesso modo, senza concedere priorità a determinati servizi. Adottato nel 2005 dalla Federal Communications Commission, il principio è stato poi rimesso in discussione da Donald Trump.49enne, padre taiwanese e madre anglo-canadese, Tim Wu è un tipo poliedrico. Sul sito d’informazione Slate parla anche di arte dei ravioli asiatici e della sua passione per le moto d’epoca. Veste come un ragazzino e non nasconde la sua timidezza. Joe Biden è tuttavia convinto che di fronte ai colossi del web saprà imporsi. Ha già lavorato per la Federal Trade Commission dal 2011 al 2012. All’epoca, aveva indagato sulla presunta posizione dominante di Google (ma alla fine l’azienda era stata assolta).Wu non ha però cambiato opinione. Nel suo libro “The Curse of Bigness” paragona la situazione attuale al periodo di “monopolizzazione” dell’industria americana nel secolo XIX. I cui simboli furono la Standard Oil di John Rockefeller e la US Steel di John Pierpont Morgan. «Le leggi antitrust – si legge nel testo – devono essere riprese e aggiornate per affrontare le sfide della nostra epoca». Biden gli ha conferito buona parte dei poteri necessari per farlo.© New America/FlickrRohit Chopra, l’angelo custode dei consumatoriRohit Chopra, candidato del presidente Joe Biden alla guida del Consumer Financial Protection Bureau, potrebbe comunque ottenere la conferma del Senato entro poche settimane. Anche se mercoledì 7 marzo, durante la prima votazione sulla convalida, il comitato bancario del Senato ha pareggiato 12-12.Il CFP è stato creato sulla scia della crisi del 2008. L’obiettivo (importantissimo) dell’agenzia: assicurarsi che i prodotti finanziari, come i prestiti, non siano progettati per indurre le persone a contrarre debiti troppo onerosi, con commissioni troppo elevate. L’agenzia è stata ostacolata dai suoi stessi leader durante gli anni di Trump, per la gioia di molti nel settore finanziario, secondo i quali alla CFPB fosse stato dato troppo potere.È probabile che Chopra possa riprendere le redini della missione originaria dell’agenzia: è stato vicedirettore dell’ufficio sotto il capo dell’era Obama Richard Cordray ed è un alleato della senatrice Elizabeth Warren, la democratica del Massachusetts ideatrice del CFPB.Dopo l’approvazione del Dodd-Frank Act e l’istituzione del CFPB, è stato nominato dal Segretario al Tesoro primo Difensore civico per i prestiti studenteschi dell’agenzia: negli anni, si è sempre schierato apertamente contro crescenti livelli di debito dei prestiti studenteschi negli Stati Uniti: è stato anche coautore di un rapporto che ha rivelato uno schema di sfruttamento del diritto allo studio da parte del mondo finanziario, attraverso i prestiti agli studenti. Dal 2018 è commissario della Federal Trade Commission.© FTC/Wikimedia CommonsGina McCarthy, la donna alla quale Biden affida la battaglia climaticaCon l’elezione di Biden, gli Stati Uniti tornano a puntare all’azzeramento delle emissioni nette di CO2 di qui al 2050. «E io sono la tizia che dovrebbe farlo, entro i tempi indicati». Parola di Gina McCarthy, dal 28 febbraio consigliera per il clima del presidente.Figlia di irlandesi, 40 anni di esperienza nella tutela della salute e dell’ambiente, McCarthy è una tifosa sfegatata della squadra di baseball Red Sox di Boston. Per andare a vedere le partite, ha deciso di comprare crediti di energia rinnovabili per compensare le emissioni prodotte nei suoi spostamenti.Già direttrice dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) ai tempi di Barack Obama, è considerata «un’estremista» da molti repubblicani. Guidando l’Epa ha avviato numerosi programmi per la lotta contro i cambiamenti climatici, per sostenere le energie pulite e preservare le risorse idriche.© World Resources Institute/FlickrRachel Levine, la pediatra che affronterà la pandemiaRachel Levine è, dal 24 marzo, sottosegretaria alla Salute del governo degli Stati Uniti: una carica da sempre strategica, che in piena pandemia assume un ruolo ancora più importante. Con 52 voti a favore e 48 contrari, il Senato ha confermato la sua nomina storica: è ufficialmente la prima persona transgender ad entrare nel Senato degli Stati Uniti d’America.Nata Richard a Wakefield (Massachusetts) nel 1957, in una famiglia ebraica osservante, ha sempre raccontato di essersi sentita donna fin da piccola. E di aver sofferto della chiusura nei confronti dell’argomento da parte della sua famiglia e della comunità religiosa. Anche per questo, si è laureata ad Harvard e alla Tulane University School of Medicine, con l’obiettivo di occuparsi di medicina e psicologia infantile. Durante la sua carriera, la Levine ha scritto sulla crisi degli oppioidi, sulla medicina LGBTQ, sulla marijuana terapeutica, sui disturbi alimentari e sulla medicina degli adolescenti.Nel 2015 l’allora neoeletto governatore della Pennsylvania Tom Wolf, la scelse come medico generale dello Stato, nominandola, due anni dopo, ministra della Sanità. Quest’ultimo anno ha rappresentato il volto pubblico della risposta al Covid-19 della Pennsylvania, distinguendosi per il suo impegno nella lotta per la prevenzione dal contagio. Biden ha motivato la sua candidatura affermando che «la dottoressa Levine porterà la leadership e l’esperienza di cui abbiamo bisogno per superare questa pandemia, indipendentemente da origine, razza, religione, orientamento sessuale, identità di genere o disabilità delle persone».© Governor Tom Wolf/FlickrGary Gensler, l’incorruttibile controlloreA Gary Gensler piacciono le difficoltà. A 63 anni è alla testa della Securities and Exchange Commission (SEC), organismo di controllo e regolamentazione dei mercati finanziari americani. La sua nomina è stata approvata con soli 53 voti a favore e 47 contrari dal Senato: solo tre repubblicani hanno votato a favore.A spaventare i conservatori statunitensi è l’agenda interventista di Gensler. Che la sinistra americana considera invece fondamentale: «La SEC dorme da troppo tempo – ha accusato la senatrice del Massachussetts Elizabeth Warren, nel corso dell’audizione del dirigente – ed è ora che si svegli e protegga investitori e consumatori».Da parte sua, di fronte ai parlamentari Gensler ha dichiarato di voler far luce sulla questione GameStop e sul modo in cui le applicazioni di trading come Robinhood hanno modificato l’accesso al mercato. Ma i riflettori saranno accesi anche sulle SPAC, società senza attività operativa, i cui titoli sono posti sul mercato in vista di un’acquisizione. Il numero uno della SEC ha promesso inoltre un nuovo quadro di regole per le criptovalute (argomento che lo appassiona e attorno al quale ha dato corsi agli studenti del MIT).Quando è stato direttore della CFTC, autorità di controllo sul mercato delle materie prime, trasformò completamente l’organismo. Riuscì tra l’altro a lanciare un’inchiesta su una manipolazione dei prezzi dell’alluminio e a inquadrare l’high frequenti trading (le compravendite effettuate da computer a scopo speculativo). Riuscirà a imporre svolte anche alla SEC?© SEC/FlickrLina Khan, la hipster-antitrustIl presidente Biden, lunedì 19 marzo, l’ha nominata a capo della Federal Trade Commission e, se la sua candidatura fosse approvata dal Senato, Lina Khan, 32 anni, occuperebbe uno dei due seggi vuoti riservati ai Democratici alla FTC.Lina Khan è oggi professore associato di diritto alla Columbia Law School, dove insegna e scrive in materia di diritto Antitrust, diritto dell’Industria e delle infrastrutture e Storia dell’Antitrust. Si è diplomata al Williams College e laureata alla facoltà di giurisprudenza di Yale, dove ha ricevuto la Reinhardt Fellowship. Prima di entrare alla Columbia, Khan è stata consulente del sottocomitato giudiziario della Camera degli Stati Uniti per il diritto Antitrust, commerciale e amministrativo, dove ha guidato l’indagine del Congresso sui mercati digitali e curato la pubblicazione del rapporto finale.Nel 2017, con un articolo intitolato il «Paradosso Antitrust di Amazon» riformulò, come scritto dal New York Times, l’intero paradigma delle politiche Antitrust. Ed ha aperto la strada all’imposizione di una nuova disciplina antimonopolistica statunitense moderna: è oggi paladina dell’«hipster antitrust» movement, una corrente di pensiero che rifiuta lo spettro del monopolio dei colossi tecnologici e che negli Stati Uniti ha raccolto via via sempre più adesioni.© Screenshot/When is ‘Big’ Just Too Big?/YouTube economia finanza Sostieni Valori! Dalla parte dell'etica, del clima, dei diritti e dell'uguaglianza. Come te. Sostienici! Dona con Satispay
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