CBDC in Africa. Il caso della moneta digitale della Nigeria

La Nigeria ha introdotto la versione digitale della sua valuta locale, il naira. Vantaggi e rischi di una scelta i cui risultati sono incerti

Camilla Carabini
Un mercato nelle strade di Lagos, in Nigeria © agafapaperiapunta/iStockPhoto
Camilla Carabini
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È il Paese con la più grande popolazione di tutto il continente africano e il maggior numero di abitanti neri del mondo. Da un lato, Nollywood è la seconda industria globale in termini di numero di film prodotti l’anno e la Lagos Fashion Week è tra gli appuntamenti centrali della moda africana. Dall’altro, nel nord del Paese gli estremisti islamici conquistano fette di territorio. E la corruzione dilaga specialmente nelle inchieste sugli appalti pubblici per lo sfruttamento delle risorse naturali. In questo pot-pourri di contraddizioni, la Nigeria è anche il primo Paese del continente (il terzo a livello mondiale) a lanciare una Moneta Digitale della Banca CentraleCBDC dall’acrononimo inglese. Ovvero la versione digitale della moneta locale, il Naira.

La Nigeria ha il più alto tasso di adozione di criptovalute

Quest’ultima è una valuta che negli ultimi due anni si è svalutata di circa il 15%. La dollarizzazione dell’economia è crescente. Secondo uno studio di Blocktables, la Nigeria ha il più alto tasso di adozione di criptovalute, pari al 24,2%. Decisamente più alto del 17,7% dell’Australia, il 15,6% di Singapore e il 10,4% degli Stati Uniti.

Le cripto non sono bene accette nel Paese: le banche hanno dovuto sospendere tutti gli account che facevano trading di cripto e nessuno può utilizzarle formalmente come mezzo di pagamento. Tuttavia, non sembra tanto per contrastare l’emergenza della fuga di capitali in dollari o in cripto, quanto nella speranza di risolvere il problema alla radice, ovvero quello di una valuta instabile e poco credibile, che la Nigeria si è lanciata in questa operazione di innovazione digitale della moneta. 

Con più di 270mila wallet CBDC attivi, quasi 1 milione scaricati (e poi non attivati) su una popolazione complessiva di 200 milioni di abitanti non tutti concordano nel successo di questo lancio. Tuttavia l’ambiente è favorevole alla ricezione di queste tecnologie: nel 2021 i pagamenti digitali sono cresciuti del 702%, circa l’81% della popolazione possiede un cellulare e il mobile payment è molto diffuso nel Paese. 

Come funziona l’e-Naira

L’e-Naira è una CBDC retail, ovvero ciascun cittadino può scaricarsi un wallet dove può convertire i propri naira in e-naira e spenderli. Per evitare il rischio di disintermediazione delle banche, esiste un limite di denaro convertibile in e-naira ogni giorno e i depositi in e-naira non danno interessi. Questo wallet è controllato dalla banca centrale nigeriana che ha scelto una architettura account-based, ovvero pr cui l’identificazione del cittadino attraverso il proprio wallet è fondamentale per poter accedere al sistema della CBDC.

La tecnologia è una permissioned blockchain, ovvero una blockchain centralizzata, creata da Bitt, provider anche di altre CBDC (tra cui il D-Cash nell’Unione Monetaria dei Caraibi dell’est), i cui nodi sono sparsi per il mondo. 

Impatti ambientali e inclusione finanziaria: i punti da migliorare

Il tema ambientale non sembra essere tra quelli prioritari della banca centrale. La scelta di utilizzare una blockchain gestita da un provider esterno che ha nodi sparsi in tutto il mondo ha sicuramente dei costi energetici che andrebbero calcolati e comparati con chi invece ha scelto di non utilizzare una tecnologia DLT per la propria CBDC e con il consumo energetico del contante, che è ancora una stima sconosciuta. Al momento non è possibile trovare notizie a riguardo. 

A livello di impatto, la CBDC dovrebbe migliorare la disponibilità e l’usabilità della moneta della banca centrale. Inoltre, dovrebbe incoraggiare l’inclusione finanziaria, intesa come l’accesso ai pagamenti digitali e al credito di coloro che sono ancora fuori dal circuito finanziario formale. A livello di politiche fiscali, la CBDC può contribuire ad aumentare il gettito fiscale, digitalizzando la riscossione delle tasse. È evidente però che in un Paese dove l’economia informale è parte integrante della sopravvivenza quotidiana, le politiche richieste per aumentare l’imposizione fiscale devono prima risolvere problemi più strutturali.

naira nigeria dollaro
Il naira ha perso il 15% del suo valore sul dollaro e le previsioni per il 2023 sono negative © Wirestock/iStockPhoto

La CBDC infine facilita gli esborsi diretti per il welfare ai cittadini, le politiche di cash transfer dal governo ai beneficiari. Una tecnologia che potrebbe in questo senso facilitare la circolazione degli oltre 3 miliardi di dollari che le organizzazioni internazionali riversano ogni anno nel Paese sotto forma di aiuti. 

La Nigeria è tra i Paesi più avanzati in Africa a livello di tracciamento biometrico

La Banca Centrale è scesa dunque in campo per contribuire alla digitalizzazione dell’economia attraverso questa proposta di infrastruttura pubblica di moneta digitale. La Nigeria è uno dei Paesi più avanzati in Africa a livello di tracciamento biometrico della popolazione e l’accensione di un wallet e-Naira richiede, di fatto, un riconoscimento di questo tipo: secondo la banca centrale l’identità fiscale (e digitale) degli utenti è una condizione preliminare per considerare il lancio di una CBDC. Ed è uno dei temi più delicati per i cittadini di tutto il mondo, specialmente quando si tratta di Stati non propriamente democratici dove c’è meno controllo sociale dell’utilizzo dei dati e delle risorse da parte del governo di turno. 

Ma per i cittadini e le cittadine quali sono i benefici finali? Un sistema di pagamento digitale pubblico che consente transazioni a costi più bassi. È il primo esperimento in un Paese con una grande popolazione e la Nigeria ha gli occhi del mondo puntati addosso, proprio per valutare i rischi e i benefici di questa nuova infrastruttura. Non è ancora giunto il momento di trarre conclusioni: le domande restano molte, le risposte andranno cercate.