I dipendenti di EDF in rivolta contro la costruzione di una diga in mezzo al deserto saudita
L'azienda energetica francese EDF sta partecipando alla costruzione di Neom, megalopoli futuristica che viola i diritti della tribù Howeitat
EDF (Electricité de France), una delle principali aziende energetiche mondiali, è incaricata di costruire nei prossimi anni una centrale idroelettrica per alimentare Neom, l’avveniristica megalopoli in costruzione nel mezzo del deserto saudita. Ora, però, una controversia interna sta scuotendo la società pubblica francese. Un considerevole numero dei suoi dipendenti, infatti, ha sollevato dubbi sull’impatto ecologico e umano di questo ambizioso progetto.
EDF sta costruendo la centrale idroelettrica di Neom
Secondo quanto riportato dai giornalisti dell’unità investigativa di Radio France, dal 1° marzo EDF sta lavorando alla costruzione di una centrale idroelettrica nel deserto, lontana da qualsiasi fonte d’acqua, per alimentare Neom. Questa città futuristica (e distopica) è parte integrante del piano Vision 2030 del principe saudita Mohammed Ben Salman. L’intento è quello di trasformare l’economia del regno riducendo la dipendenza dal petrolio.
Il progetto Neom, dal costo preventivato di 500 miliardi di dollari, misurerà 26mila kmq, un’area grande quasi quanto il Belgio. Un progetto sproporzionato che prevede, al suo interno, una smart linear city battezzata “The Line”, lunga 170 chilometri e larga solo 200 metri. Ospiterà 9 milioni di abitanti in appena 34 chilometri quadrati. Per avere un termine di paragone, la superficie è all’incirca quella della città di Como, ma gli abitanti potenziali sfiorano quelli dell’intera Lombardia (9,9 milioni). Ma a Neom è prevista anche la costruzione di Trojena, una località dedicata agli sport invernali aperta tutto l’anno. Lì, in occasione dei giochi Panasiatici, gli atleti si contenderanno le medaglie nello sci alpino, nell’hockey su ghiaccio, nel curling e nel pattinaggio.
Il progetto ha suscitato preoccupazioni e critiche tra i dipendenti di EDF, che vedono questo investimento come contrario alla responsabilità sociale dell’azienda. Jean-Yves Ségura, delegato del sindacato francese Force Ouvrière, ha sollevato interrogativi sull’effettiva utilità per la popolazione saudita: «Non è la prima volta che EDF lavora a progetti di decarbonizzazione con l’Arabia Saudita, ma qui è molto diverso: a chi è destinato questo progetto? Per la popolazione saudita o è una cosa completamente folle per gli ultra-ricchi, che cerchiamo di legittimare utilizzando le energie rinnovabili?», ha spiegato il sindacalista alla testata francese Novethic.
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I lavoratori chiedono il “diritto di recesso” dal progetto
Non sono solo le preoccupazioni ambientali a tenere banco, quindi. Durante l’indagine condotta da Radio France, è emerso che membri della tribù Howeitat, residenti nella zona in cui dovrebbe essere costruita Neom, sono stati arrestati e alcuni condannati a morte per presunte minacce alla sicurezza dello Stato. Questo solleva dubbi sul rispetto dei diritti umani delle comunità locali. Una situazione che ha portato i dipendenti di EDF a richiedere la creazione di un “diritto di recesso ambientale ed etico”, che consentirebbe loro di ritirarsi dai progetti che considerano non in linea con gli impegni pubblici dell’azienda o con la necessità di promuovere una transizione energetica sostenibile.
La richiesta è sostenuta dal ramo energetico della Force Ouvrière, che chiede una maggiore considerazione dei rischi per i diritti umani e l’ambiente. Un sondaggio condotto su 860 dipendenti del Centro di ingegneria idraulica (Cih) di EDF ha rivelato che il 78% degli intervistati ritiene che il progetto sia “contrario alla responsabilità sociale di EDF”. Per l’80%, comporta un rischio “forte” per l’immagine del gruppo.
Sebbene EDF assicuri di impegnarsi a rispettare gli standard internazionali per la protezione dei diritti umani, alcuni si chiedono se l’azienda potrebbe essere chiamata in causa per mancato rispetto del dovere di vigilanza. Dal 2017, infatti, la legge francese impone alle grandi aziende di tutelare i diritti umani e ambientali lungo tutta la catena del valore.
Non è la pria opera controversa per EDF
Questa non è la prima volta in cui EDF è coinvolta in opere controverse all’estero. Gestiva anche il progetto eolico Gunaa Sicaru in Messico, poi annullato da un tribunale nel 2022 poiché minacciava la sussistenza di una popolazione indigena. Ora, con Neom, l’attenzione è nuovamente rivolta verso le politiche di governance di EDF e la sua responsabilità sociale.
Al di là del dibattito specifico su Neom, questo caso solleva questioni più ampie riguardanti il ruolo delle grandi aziende nel promuovere lo sviluppo sostenibile e nel rispettare i diritti umani in tutto il mondo. L’epilogo di questa vicenda potrebbe avere un impatto significativo sulle politiche aziendali di EDF e non solo.