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Per il clima meglio il diesel o l’elettrico? Lo studio del CNR del 2018 che fece discutere

L’Istituto Motori CNR: considerando l’intero ciclo di vita, le emissioni dei veicoli elettrici sono simili ai diesel. Cruciale l'origine dell'energia usata

Uno studio del CNR ha messo in dubbio i benefici ecologici delle vetture elettriche, considerandone l'intero ciclo di vita © Sakaori/WIkimedia Commons

«Il diesel? Tenuto conto di tutto, per il clima ad oggi è meglio di un motore elettrico». La sorprendente conclusione è stata illustrata dall’Istituto Motori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Nel corso di una conferenza organizzata a Verona dall’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri, un’analisi sul tema è stata presentata dal ricercatore Carlo Beatrice.

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Il ricercatore dell’Istituto Motori del CNR, Carlo Beatrice, autore dell’analisi che raffronta le emissioni globali dei motori elettrici e di quelli termici. Foto tratta dal sito dell’Unrae

È bene chiarire che, ovviamente, il ragionamento effettuato non riguarda l’inquinamento prodotto in loco. Una vettura elettrica, come noto, non emette infatti alcun agente nocivo quando è in funzione. Al contrario delle auto a motore termico, che sono corresponsabili invece di numerosi decessi prematuri dovuti all’inquinamento. L’analisi si concentra invece sui danni più ad ampio spettro causati al clima. Attraverso le emissioni di gas ad effetto serra.

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I decessi prematuri dovuti alle polveri sottili in Europa secondo le stime contenute nel rapporto dell’EEA “Air Quality in Europe 2018”

Una massiccia elettrificazione sposterebbe le emissioni dalle auto alle centrali

Dalla ricerca del CNR, in questo senso, è emerso che «le tecnologie motoristiche in sviluppo saranno in grado di proiettare i motori convenzionali ad un livello di inquinamento praticamente trascurabile nel prossimo decennio». Pertanto, «il motore a combustione interna resta uno strumento strategico al fine di una efficace transizione verso una mobilità “CO2 neutral” per i Paesi europei».

«Le auto elettriche – ha spiegato Beatrice presentando l’analisi – sono alimentate tramite batterie o tramite celle a combustibile a idrogeno od ossigeno». L’ingegnere ha quindi precisato: «Un cambiamento nel sistema energetico dei trasporti è assolutamente urgente. Ma una massiccia elettrificazione della mobilità sposterebbe la localizzazione delle sorgenti emissive di CO2 dai veicoli alle centrali».

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Secondo Carlo Beatrice, del CNR, una massiccia elettrificazione della mobilità, non avrebbe grandi effetti benefici sul clima globale. Perché sposterebbe le emissioni dalla fase di uso a quella di produzione dell’energia, sulla base dell’attuale modello europeo © Carlo Beatrice/CNR

In altre parole, se le auto elettriche non emettono nulla su strada, occorre considerare qual è l’origine dell’energia che consumano. Ma non è tutto. «Ciò che è necessario è considerare l’intero ciclo di vita di un veicolo» aggiunge il ricercatore. «Includendo quindi la produzione, l’uso e la dismissione dello stesso. Un recente studio tedesco ha comparato le emissioni di CO2 totali, su 168mila chilometri percorsi, di un veicolo medio, di circa 1.400 km di peso». Ovvero di una compatta del segmento “C”.

«Ma il settore mobilità è uno dei pochi ad avere soluzioni immediate e disponibili»Il ricercatore del CNR: «Il futuro non è affatto scontato»

I dati indicano che, con le modalità attuali di produzione di energia elettrica media in Europa, le emissioni di CO2 globali di un veicolo elettrico e di uno a benzina sono simili. «E un diesel è perfino migliore – ha sottolineato Beatrice -. «Si potrebbe controbattere che se la produzione di energia fosse garantita interamente da fonti rinnovabili, le emissioni di un’auto elettrica sarebbero inferiori a quelle dei veicoli tradizionali. Ma esistono anche biocarburanti di ultimissima generazione. Che ridurrebbero del 90% le emissioni rispetto ai combustibili fossili attuali. Se tali tecnologie fossero sviluppate, ancora una volta le emissioni totali di CO2 tra elettrico e termico sarebbero grossomodo equivalenti».

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I risultati di uno studio tedesco indicano che le emissioni climalteranti globali di diesel ed elettrico sono ad oggi comparabili © Carlo Beatrice/CNR

La conclusione alla quale è giunto il ricercatore è che «il futuro non è affatto scontato. La soluzione migliore dal punto vista del sistema propulsivo andrà valutata in funzione del tipo di veicolo, della massa e dell’utilizzo. Perché in alcune condizioni, molto probabilmente, i veicoli mossi da motori tradizionali di ultima generazione con biocombustibili potrebbero avere significativi vantaggi.

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Uno studio francese promuove invece le auto elettriche

Le conclusioni del CNR sono state precedute da uno studio francese che era giunto, nel mese di aprile del 2016, a conclusioni simili. A redigerlo fu l’Agenzia per l’ambiente e la gestione dell’energia (Ademe). Che spiegò: «Sull’intero ciclo di vita, gli impatti ambientali dei veicoli elettrici e termici sono nello stesso ordine di grandezza». Anche se con differenze marcate secondo il tipo di conseguenza ambientale prodotta.

Tuttavia, i risultati sono stati capovolti da un nuovo rapporto della stessa Ademe, che ha analizzato sei auto elettriche, ibride e termiche. Concludendo che «in Francia le emissioni di gas ad effetto serra dei veicoli elettrici sono attualmente da 2 a 3 volte inferiori rispetto a quelle delle auto a benzina o diesel». Ciò tenendo contro delle fasi di fabbricazione, uso e dismissione. In particolare, l’agenzia francese ha indicato che una berlina elettrica emette in media il 44% in meno di gas climalteranti rispetto ad un veicolo diesel della stessa gamma. Mentre una cittadina elettrica è il 63% più ecologica di una a benzina.

Il divario, inoltre, aumenterà di pari passo con la transizione energetica. Il paragone, però, nel secondo studio dell’Ademe è stato effettuato nei confronti di carburanti tradizionali. E non di biofuels di ultima generazione, come nel caso dei dati citati dal CNR. La questione continuerà certamente a far discutere.