Francia in campo per vincere la partita degli investimenti responsabili

Primi per numeri, norme varate e avendo anticipato la scelta green della Commissione. La lobby parigina della finanza sostenibile ha gioco facile

Al primo posto in Europa nel mercato degli investimenti sostenibili e responsabili (con 3.100 miliardi di euro di capitali gestiti, oltre un quarto degli 11.000 miliardi di investimenti responsabili europei), la legge più avanzata in Europa in tema di finanza e ambiente (che prevede l’obbligo per i grandi investitori di rendicontare l’impatto ambientale dei propri investimenti). E ora la Commissione europea che, almeno per il momento, promuove la tutela dell’ambiente come obiettivo numero uno per la finanza sostenibile nel Vecchio Continente. Proprio il filone, che la Francia sta cavalcando da anni, che vede, quindi, gli investitori istituzionali d’Oltralpe partire avvantaggiati.

“La finanza sostenibile ha per la Francia un ruolo molto importante, in particolare i temi ambientali”, conferma Francesco Bicciato, Segretario Generale del Forum per la Finanza Sostenibile. “Ha una capacità di pressione molto forte e si impegna molto per far sentire la sua voce in ambito internazionale. Non per niente lo scorso 8 marzo a Bruxelles, alla presentazione dell’Action Plan per la finanza sostenibile della Commissione europea (Piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile), oltre al presidente della Commissione europea e ad altri rappresentanti dell’istituto, c’era il presidente francese Emmanuel Macron, come unico capo di Stato”.

Il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron a Bruxelles l’8 marzo scorso, alla presentazione dell’Action Plan sulla finanza sostenibile redatto dalla Commissione europea

Parigi, cuore della finanza sostenibile

“The sustainable future begins in Paris”. È la scritta che compare a caratteri cubitali sulla homepage del sito di Finance for Tomorrow, la società creata nel giugno 2017 da Paris Europlace, la lobby francese dedicata al mondo della finanza. Una scritta che spiega bene la mission di questa “creatura”: trasformare Parigi nella capitale internazionale della finanza green e sostenibile. A capo di Finance for Tomorrow siede Philippe Zaouati, Ceo del fondo di investimento sostenibile francese Mirova. Nel board rappresentanti del ministero francese per l’Economia e la Finanza, del ministero per la transizione ecologica e solidale, della Banca centrale francese. Oltre, naturalmente, a Paris Europlace.

France for Tomorrow sta guardando con grande attenzione i lavori in corso a Bruxelles. “Siamo molto attenti al lavoro che sta portando avanti la Commissione europea – ha dichiarato di recente Zaouati – e abbiamo colto come un segnale estremamente positivo le indicazioni contenute nel Final Report dell’High-Level Expert Group on Sustainable Finance e nell’Action Plan della Commissione europea“.

Non è certo una sorpresa che il lavoro di Bruxelles piaccia a France for Tomorrow, sta avvalorando le decisioni politiche che il Paese ha effettuato negli ultimi anni: le norme introdotte in ambito di impatto sull’ambiente degli investimenti.

“Secondo molti osservatori la norma francese sulla rendicontazione dell’impatto ambientale degli investimenti ha anticipato una buona parte del lavoro che la Commissione europea sta portando avanti oggi”, scrive Responsible Investor.

Precursori delle norme europee

La Francia è decisamente il Paese più avanti in tema di normativa in ambito di investimenti responsabili (SRI, Social and Responsible Investment). Lo dimostrano la norma sulla rendicontazione dell’impatto ambientale degli investimenti e il sistema di labelling Sri.

  • Con l’articolo 173 della legge sulla transizione energetica, (la loi de “programmation de la transition énergétique pour la croissance verte”, firmata dall’allora ministra per l’Ecologia Ségolène Royal e varata nel 2015), la Francia è stato il primo Paese al mondo ad introdurre l’obbligo per gli investitori istituzionali di misurare e dichiarare la propria esposizione ai rischi connessi al cambiamento climatico, nonché a dimostrare di aver preso delle misure adeguate per ridurla.
By Guillaume Paumier (user:guillom) (Own work) [CC BY 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/3.0) or GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html)], via Wikimedia Commons
  • Due anni fa il ministero delle Finanze francese ha lanciato un sistema di labelling per gli investimenti sostenibili e responsabili (Sri): per ottenere l’etichetta “Sri” i fondi di investimento devono presentare un rendiconto extra finanziario nei 3 ambiti della sostenibilità (ambiente, aspetti sociali e buona governance). Ad esempio uno degli indicatori più usati per mostrare l’impatto ambientale di un portafoglio di investimento è la Carbon Footprint.

Sostenbilità solo green

Norme che sembrano anticipare, appunto, la strada che oggi sta percorrendo la Commissione europea. Lo scrive Responsible investor e lo dimostrano i fatti: per ora il concetto di “sostenibilità” proposto dall’Europa ha un sapore prettamente green. Basta leggere i documenti prodotti dalla Commissione: certo, siamo solo ai primi passi di una road maps che Bruxelles ha tracciato, ma per il momento la gamba green del concetto di “sostenibilità” ha preso il sopravvento. Le altre 2 gambe del concetto ESG (ambiente, sociale, governance) cioè gli aspetti sociali e la buona governance aziendale sono state rimandate a un secondo momento.