Nucleare: l’Agenzia per l’energia atomica mette in guardia dal «furto di materiali nucleari» e dalle «bombe sporche»

Dal 1993 ci sono stati più di 4.000 incidenti legati al furto di materiale nucleare, anche radioattivo. L'Aiea invita a vigilare.

Un cartello relativo alla radioattività nucleare, a Chernobyl © Ilja Nedilko/Unsplash

Tutto può essere oggetto di traffico illecito, anche i materiali nucleari. Il monito non arriva né dagli «ambientalisti» né dalle reti complottistiche online ma direttamente dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica, l’Aiea. L’agenzia ha invitato a «vigilare» attentamente contro il traffico e il furto di materiali nucleari (uranio, plutonio e torio) e altri materiali radioattivi, per evitare che «finiscano nelle mani sbagliate».

Elena Buglova, capo della divisione per la sicurezza nucleare dell’organismo Onu, ha rilasciato una dichiarazione in cui spiega il senso di questo appello: «Il ripetersi di questi incidenti conferma la necessità di vigilare e migliorare il monitoraggio al fine di mettere al sicuro e smaltire correttamente i materiali radioattivi». 

Il trasporto su rotaia di materiale radioattivo. Il vagone viene chiamato Castor © Wikimedia Commons

Oltre 4.000 incidenti con materiale nucleare

Dall’inizio della raccolta dei dati nel 1993, 145 Stati hanno segnalato all’Aiea 4.243 incidenti, 350 dei quali probabilmente legati al traffico o all’uso improprio di materiali nucleari. “Probabilmente” perché nell’87% dei casi non è possibile stabilire con certezza il collegamento con il traffico illecito. Ma solo nel 9% dei casi è stato escluso un collegamento diretto, mentre nel 4% è praticamente certo. Tutti questi dati sono contenuti nell’annuale Incident and trafficking database (Itdb) e per “traffico illecito” si intendono tutte quelle attività che vanno dal possesso illegale, alla messa in vendita e contrabbando di materiale. 

Negli ultimi anni, gli episodi legati alla tratta illegale o all’uso dannoso sono stati costanti, sebbene la loro frequenza sia ancora bassa. Me nel 2023 c’è stato «un apparente aumento dell furto di materiali». Più della metà dei furti avviene durante il trasporto: in questa fase, i materiali radioattivi sono «particolarmente esposti alle minacce di sicurezza», ha sottolineato Elena Buglova, che in questo senso chiede «misure di sicurezza rafforzate». Tuttavia, la maggior parte dei problemi osservati è dovuta alla negligenza degli individui che utilizzano e trasportano questi materiali senza autorizzazione.

Il rischio di creare delle “bombe sporche”

Sebbene sia difficile parlare di un vero e proprio “mercato illecito” dei materiali radioattivi, l’Aiea riporta di aver rinvenuto accidentalmente rottami metallici contaminati. Questi casi si verificano spesso negli ospedali, nei laboratori universitari o nell’industria. Nel 2023, le segnalazioni sono state in totale 168, un dato «in linea con le medie storiche», quindi che rientra nella normalità.

Eppure, il timore da parte dell’Aiea c’è e riguarda gli estremisti che possono usare tali materiali per costruire una «bomba sporca», un’arma composta da esplosivi convenzionali circondati da materiali radioattivi progettati per essere disseminati sotto forma di polvere al momento della detonazione. Sebbene i danni e le perdite di vite umane causati da una «bomba sporca» sarebbero ridotti rispetto a quelli inflitti da una bomba a fissione nucleare, questo tipo di ordigno potrebbe comunque causare il caos nelle aree urbane.

Nella maggior parte dei casi, chi entra in possesso di questi materiali ha un profilo amatoriale, ma in alcuni casi l’Aiea ha potuto appurare l’esistenza di gruppi più organizzati. Gli incidenti nel 2023 non riguardano né presenza di uranio arricchito né di plutonio-berillio: l’ultimo di questi è stato rilevato nel 2014. Ma poiché «l’energia nucleare e quindi i materiali nucleari diventeranno sempre più diffusi negli anni a venire», sarà fondamentale per i Paesi che utilizzano l’energia nucleare mettere in sicurezza e proteggere le proprie risorse.