Il vino europeo è pieno di pesticidi. E nessuno sembra preoccuparsene
Secondo Pesticide Action Network il vino europeo, soprattutto quello prodotto dopo il 2021, è contaminato a livelli allarmanti da pesticidi
L’Unione europea si è preoccupata, giustamente, di difendere le esportazioni del vino dai dazi. Ma non si sta preoccupando per nulla della qualità del suo vino. E men che meno degli effetti del suo vino sulla salute. Secondo l’ultimo report del Pesticide Action Network il vino europeo prodotto dall’inizio del millennio è contaminato a livelli allarmanti da pesticidi. E quello prodotto dopo il 2021 è contaminato a un livello di pericolosità senza precedenti. Tre volte tanto l’acqua di un fiume nelle vicinanze di una fabbrica di solventi chimici. E la causa è l’utilizzo sconsiderato di pesticidi fluorurati nell’agricoltura, grazie anche a legislazioni assai tolleranti. Per questo, chiedono gli esperti, andrebbe vietata tutta una serie di pesticidi.
Perché il vino europeo è contaminato da pesticidi
Il Tfa (acido trifluoroacetico) è il prodotto finale non degradabile della decomposizione di altri composti PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate), quei subdoli inquinanti eterni che avvelenano il Pianeta e anche le acque potabili in Italia. Per quanto riguarda la contaminazione delle falde acquifere, i principali responsabili dell’inquinamento sono proprio i pesticidi PFAS provenienti dall’agricoltura. Secondo uno studio dell’Agenzia tedesca per l’ambiente, rappresentano il 76%. Seguiti con il 17% dalle emissioni derivanti dalla pioggia, originate principalmente dai gas fluorurati utilizzati nei sistemi di raffreddamento. E infine con il 3% ciascuno dagli impianti di trattamento delle acque reflue e dal letame.
Da un punto di vista tossicologico, il Tfa è stato a lungo considerato ampiamente innocuo. In particolare dai produttori di PFAS, chissà perché. Tuttavia, uno studio del 2021 sul Tfa commissionato dai produttori di pesticidi ai sensi del Reach (il regolamento dell’Unione europea sulle sostanze chimiche) ha rivelato gravi malformazioni nei feti di coniglio. Da allora, si sospetta che rappresenti un rischio per la salute riproduttiva umana. Importanti scienziati hanno quindi cominciato a sottolineare l’aumento della contaminazione da Tfa nel ciclo dell’acqua e nella biosfera, descrivendolo come minaccia planetaria. E ora torniamo al vino, e alla quantità di Tfa che è presente nelle bottiglie che mettiamo ogni giorno sulle nostre tavole.
Pesticidi nel vino europeo: i livelli di contaminazione rilevati
Delle circa cinquanta bottiglie provenienti da dieci Paesi dell’Unione europea analizzate dal Pesticide Action Network tutte le annate successive al 1988 contenevano Tfa. Mentre quelle precedenti (1972, 1979 e 1982) non ne presentavano alcuna traccia. Dal 1988 al 2015, i livelli di concentrazione di Tfa sono aumentati da 13 µg/l (microgrammi per litro) a 40 µg/l. Nelle bottiglie prodotte dal 2021 al 2024 si arriva poi addirittura a una media di 122 µg/l. Sul podio si è classificata al primo posto una bottiglia di vino bianco austriaco con 320 µg/l. Due vini rossi francesi, su cinque analizzati, hanno registrato livelli superiori alla media. Rispettivamente pari a 140 µg/l e 220 µg/l. In generale, la concentrazione media dal 1988 a oggi è risultata essere di 110 microgrammi per litro.
Come ricorda Le Monde, tali concentrazioni superano di gran lunga i livelli finora riscontrati nell’acqua potabile. Per capirci, le soglie di Tfa tollerate nell’acqua potabile variano molto all’interno dell’Unione europea. Qui Francia e Germania hanno fissato un valore sanitario di 60 µg/l, mentre i Paesi Bassi ritengono preferibile non superare i 2,2 µg/l. Una recente ricerca in 32 Comuni francesi distribuiti attorno il fiume Gardon, a valle dello stabilimento Solvay di Salindres che ha prodotto acidi grassi trans fino a settembre 2024, ha trovato livelli variabili tra 0,4 µg/l e 37 µg/l. Per il vino, ricordiamolo, parliamo di una media di 110 µg/l, che diventa di 122 µg/l per quelli imbottigliati dopo il 2021.
Dati allarmanti sui pesticidi nel vino: servono risposte politiche
Come spiega Salomé Roynel, responsabile delle politiche di Pesticide Action Network: «I risultati sono un chiaro campanello d’allarme per tutta l’Unione europea. Le sostanze che rilasciano Tfa nell’ambiente devono essere ritirate dal mercato senza indugio. Questo deve iniziare con un divieto immediato di tutti i pesticidi PFAS insieme al divieto dei gas fluorurati».
Presentato a lungo dai produttori come un metabolita innocuo, il Tfa è ora oggetto di una proposta di classificazione come probabilmente tossico per la riproduzione. «A metà maggio gli Stati membri dell’Unione sono invitati a votare sulla proposta della Commissione di vietare i pesticidi con flutolanil: un fungicida a alta emissione di Tfa», conclude Roynel. «Ci auguriamo si comprenda che questo è un momento decisivo per il futuro della nostra acqua, del nostro cibo e in definitiva della nostra salute. E che si voti a favore del suo divieto».
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