Tassare la CO2 e i redditi alti: così si finanzia il basic income in Danimarca
Nel paese nordeuropeo, il progetto di reddito di base costa 57 miliardi. I soldi necessari arriveranno dai più ricchi e da un'articolata carbon tax
Il caso indubbiamente più interessante e nuovo è quello della Danimarca. Illustrato al 18° congresso del BIEN da Jens Wamsler, economista e membro del network per il reddito di base danese. Si tratta di un reddito di cittadinanza quasi del tutto incondizionato di 820€ al mese per tutti i cittadini che abbiano compiuto 17 anni, che non incide sul reddito eventualmente percepito e non comporta la rinuncia agli attuali sussidi previsti dal welfare che eccedano la somma erogata.
Il sistema viene finanziato dall’incremento dell’imposta sui redditi che salirà al 57,8% e grazie alla riduzione delle erogazioni per chi percepisce il reddito di cittadinanza e all’abolizione degli sgravi fiscali è previsto a budget invariato.
L’effetto sui singoli cittadini ha, ovviamente, una dinamica che finisce per penalizzare i contribuenti medio alti: per tutte le fasce a zero o basso reddito c’è un forte incremento che diventa negativo per le fasce superiori ai 50mila euro annui.
Ma la prospettiva diventa molto più interessante nell’ipotesi che l’intervento sia strutturale con tre fasce differenti di reddito di cittadinanza:
- 875€\mese per i cittadini di età compresa tra 18 e 24 anni,
- 940€\mese per chi ha tra 25 e 29 anni
- 1075€ per gli oltre 29enni.
Questo intervento prevede l’abolizione degli attuali contributi sociali e delle agevolazioni fiscali, un aliquota sui redditi del 49,5% con un 10% aggiuntivo per chi percepisce più di 54000 €\annui. In questo caso il bilancio sale a 57 mld€ ma sempre a saldi invariati per effetto dei tagli e dei maggiori incassi fiscali.
In 10 anni, carbon tax a 240 €\ton
Ancora più interessante diventa l’ipotesi che parte del reddito di cittadinanza possa essere finanziato con una proposta molto articolata di Carbon tax.
La tassa sulla C02 partirebbe da 24 €\ton per salire gradualmente a 240€\ton accompagnata da un aggravio di 1€ per ogni kg di merce trasportata via mare dal paesi della Ue e di 2€\kg se proveniente da extra EU. Verrebbe inoltre introdotta una tassa sui viaggi aerei di 25€ a passeggero e 1,5€\kg di merce mentre l’aliquota sui redditi scenderebbe al 40% mantenendo però un 10% aggiuntivo oltre i 54000€\annui.
Anche in questo caso per mantenere i saldi invariati viene ipotizzata una riduzione della spesa salariale per il pubblico impiego di 4 mld€ e delle agevolazioni per i redditi più bassi pari a 5 mld€.