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Tassare la CO2 e i redditi alti: così si finanzia il basic income in Danimarca

Nel paese nordeuropeo, il progetto di reddito di base costa 57 miliardi. I soldi necessari arriveranno dai più ricchi e da un'articolata carbon tax

Andrea Di Stefano
Andrea Di Stefano
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Il caso indubbiamente più interessante e nuovo è quello della Danimarca. Illustrato al 18° congresso del BIEN da Jens Wamsler, economista e membro del network per il reddito di base danese. Si tratta di un reddito di cittadinanza quasi del tutto incondizionato di 820€ al mese per tutti i cittadini che abbiano compiuto 17 anni, che non incide sul reddito eventualmente percepito e non comporta la rinuncia agli attuali sussidi previsti dal welfare che eccedano la somma erogata.

Il sistema viene finanziato dall’incremento dell’imposta sui redditi che salirà al 57,8% e grazie alla riduzione delle erogazioni per chi percepisce il reddito di cittadinanza e all’abolizione degli sgravi fiscali è previsto a budget invariato.

L’effetto sui singoli cittadini ha, ovviamente, una dinamica che finisce per penalizzare i contribuenti medio alti: per tutte le fasce a zero o basso reddito c’è un forte incremento che diventa negativo per le fasce superiori ai 50mila euro annui.

Basic income progetto danese
Chi guadagna e chi perde con il progetto di Basic income in Danimarca. FONTE: Jens Wamsler, Congresso BIEN 2018

 

Ma la prospettiva diventa molto più interessante nell’ipotesi che l’intervento sia strutturale con tre fasce differenti di reddito di cittadinanza:

  • 875€\mese per i cittadini di età compresa tra 18 e 24 anni,
  • 940€\mese per chi ha tra 25 e 29 anni
  • 1075€ per gli oltre 29enni.

Questo intervento prevede l’abolizione degli attuali contributi sociali e delle agevolazioni fiscali, un aliquota sui redditi del 49,5% con un 10% aggiuntivo per chi percepisce più di 54000 €\annui. In questo caso il bilancio sale a 57 mld€ ma sempre a saldi invariati per effetto dei tagli e dei maggiori incassi fiscali.

In 10 anni, carbon tax a 240 €\ton 

Ancora più interessante diventa l’ipotesi che parte del reddito di cittadinanza possa essere finanziato con una proposta molto articolata di Carbon tax.

La tassa sulla C02 partirebbe da 24 €\ton per salire gradualmente a 240€\ton accompagnata da un aggravio di 1€ per ogni kg di merce trasportata via mare dal paesi della Ue e di 2€\kg se proveniente da extra EU. Verrebbe inoltre introdotta una tassa sui viaggi aerei di 25€ a passeggero e 1,5€\kg di merce mentre l’aliquota sui redditi scenderebbe al 40% mantenendo però un 10% aggiuntivo oltre i 54000€\annui.

Anche in questo caso per mantenere i saldi invariati viene ipotizzata una riduzione della spesa salariale per il pubblico impiego di 4 mld€ e delle agevolazioni per i redditi più bassi pari a 5 mld€.