Uefa o Superlega, chi è la regina degli scacchi?
Ogni settimana il commento di Luca Pisapia sugli intrecci tra finanza e calcio
Dopo una fase di stallo uno dei due contendenti ha mosso l’alfiere, e la scacchiera si è improvvisamente rianimata. Scrive il Financial Times che Real Madrid, Barcellona e Juventus, le tre squadre che hanno costituito e non hanno mai rinnegato la Superlega, si sono rivolte alla Corte di giustizia europea per denunciare Uefa e Fifa per abuso di posizione dominante.
In pratica i tre club, attraverso A22, la società spagnola che rappresenta i loro interessi nel nuovo ipotetico campionato delle stelle, sostengono che la Uefa agisce sia da controllore (delle competizioni) che da azionista (si prende una bella fetta degli utili). E a questo aggiungono che la stessa Uefa e la Fifa agiscono anche in regime di monopolio, in barba al regolamento europeo sulla libera concorrenza. È la conferma di chi c’è dietro a quanto accaduto qualche settimana fa, quando un Tribunale ordinario di Madrid si era rivolto alla Corte europea, spingendo una dozzina di paesi, da ultimo l’Italia, ad annunciare che si costituiranno parte civile a fianco della Uefa.
La mossa scacchistica dei tre club, mai sanzionati per avere tentato la clamorosa scissione lo scorso aprile nonostante le ripetute minacce della Uefa, non è assolutamente peregrina: Uefa e Fifa in effetti fatturano qualche miliardo l’anno, al netto di quello che restituiscono ai club e alle federazioni nazionali, e non sono certo aziende pubbliche, ma organismi privati che dietro la facciata del non essere società a scopo di lucro riempiono con gioia i loro forzieri svizzeri a Nyon e Zurigo. Oltre a vendere sottobanco la partecipazione alle competizioni, come emerge oramai a cadenza mensile a proposito dei Mondiali di Russia e Qatar. E come è sempre stato, fin dall’epoca dei Franchi e degli Havelange.
Questa mossa di Real, Barça e Juve potrebbe quindi spiegare il perché di quell’annuncio completamente sbagliato, nei tempi e nei modi, dello scorso 19 aprile: era solo una mossa scacchistica di apertura, che prevedeva di sacrificare un paio di pedoni per arrivare a mangiare la regina. D’altronde, venticinque anni fa cominciò tutto così. Un oscuro centrocampista belga dello Standard Liegi si rivolse alla Corte di giustizia europea per denunciare l’impossibilità di scegliere la squadra per cui giocare, ovvero l’azienda per cui lavorare. La corte gli diede ragione e arrivò la celebre sentenza Bosman, dal nome del giocatore. Il calcio non fu mai più lo stesso. La storia si sta ripetendo, vedremo che se come farsa o tragedia: la regina è in pericolo, e a breve potrebbe essere messo sotto scacco anche il re.