Il Pil mondiale potrebbe crollare del 37% per colpa del clima
Secondo uno studio, il costo economico degli stravolgimenti del clima potrebbe essere sei volte superiore a quanto ipotizzato finora
Il costo economico dei cambiamenti climatici potrebbe essere sei volte superiore rispetto a quanto immaginato finora. A spiegarlo è uno studio pubblicato il 6 settembre sulla rivista scientifica Environmental Research Letters. Secondo il quale i modelli che sono stati finora utilizzati per ipotizzare le perdite causate dalle conseguenze del riscaldamento del clima non avevano considerato alcuni fattori. In particolare quelli di lungo termine, che si riveleranno invece centrali nel calcolo.
«Impatti sul lungo termine non considerati in precedenza»
Fino a questo momento, secondo gli autori dello studio, i costi dei cambiamenti climatici erano stati infatti analizzati sulla base di impatti sul breve e medio periodo. Al contrario, la crescita della temperatura media globale comporterà modifiche strutturali all’economia. Tali da incidere in modo duraturo sul Prodotto interno lordo mondiale.
L’intervista
«Sul clima non possiamo aspettare che crolli il capitalismo»
Intervista a François Gemenne, ricercatore in Scienze politiche presso l’università di Liegi, in Belgio, e docente a SciencePo a Parigi
Naturalmente, molto dipenderà da quanto importante sarà il riscaldamento globale. Da questo punto di vista, un nuovo allarme è arrivato dall’ultima analisi effettuata dalle Nazioni Unite sulle Ndc (Nationally determined contributions). Si tratta delle promesse avanzate dai governi di tutto il mondo in materia di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. Ebbene, nonostante la stessa Onu avesse ammonito che gli impegni assunti nel 2015 non fossero sufficienti, i nuovi sono migliorati ma ancora lontanissimi dagli obiettivi.
Gli impegni dei governi sul clima sono ancora insufficienti
L’Accordo di Parigi ha infatti chiesto di non superare i 2 gradi centigradi di aumento, rispetto ai livelli pre-industriali. Rimanendo il più possibile vicini agli 1,5. Le Ndc attuali (presentate da 113 Paesi su 191, gli altri ancora non sono pervenuti…) porteranno la Terra, invece, a +2,7 gradi. Ponendo l’umanità su un cammino giudicato “catastrofico” dal segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
E anche dal punto di vista economico, l’impatto degli stravolgimenti del clima sarà drammatico. Tenendo infatti conto delle conseguenze di lungo periodo, il Pil mondiale potrebbe crollare del 37% di qui alla fine del secolo. Un valore infinitamente più elevato rispetto alle precedenti stime, che avevano ipotizzato un -6%.
«Pur non sapendo con precisione quale sarà l’effetto dei cambiamenti climatici sulla crescita a lungo termine, è poco probabile che sia nullo, come la maggior parte del modelli economici hanno immaginato», ha spiegato Chris Brierley, tra gli autori dello studio.
Molto meglio abbattere la CO2 che affrontare la crisi climatica
Questi ultimi hanno calcolato un costo di 3mila dollari per ciascuna tonnellata di CO2. E benché sulla stima esista un ampio margine di errore, si tratta di dati nettamente superiori rispetto agli studi precedenti, che in alcuni casi hanno immaginato poche decine di dollari. Ciò che è certo, secondo gli autori, è che ridurre le emissioni di gas ad effetto serra è senz’altro più vantaggioso economicamente rispetto ad affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici.
Transizione ecologica
Come creare 65 milioni di posti di lavoro? Basta salvare il clima
Uno studio della Global Commission on the Economy and Climate ha quantificato i vantaggi economici e sociali della salvaguardia del clima.
L’aumento dello stress termico legato ai cambiamenti climatici, ad esempio, potrebbe causare la perdita di enormi quantità di posti di lavoro già nel 2030. Fino all’equivalente di 80 milioni a tempo pieno, su scala mondiale, secondo un rapporto pubblicato nel 2019 dall’Organizzazione internazionale del lavoro (International Labour Organization, ILO). Un’analisi, tra l’altro, decisamente ottimista. Poiché si basa su un’ipotesi di crescita della temperatura media globale di soli 1,5 gradi centigradi, alla fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali.
Al contrario, numerosi studi spiegano nel dettaglio come la transizione ecologica possa garantire crescita e lavoro. Nel 2018, uno studio della Global Commission on the Economy and Climate aveva spiegato come una “nuova” economia possa garantire un “guadagno” cumulato di 26mila miliardi di dollari, rispetto al risultato atteso con il modello di sviluppo tradizionale. Inoltre, si potrebbero creare, entro il 2030, 65 milioni di posti di lavoro verdi.