Una volta era sempre calciomercato. Ora non più

È stato un magro calciomercato invernale nei cinque grandi campionati europei. Negli ultimi anni le squadre hanno comprato troppo, e quasi sempre male

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Poco più di 500 cambi di maglia, per una spesa totale di 620 milioni di euro. Questo il magro bottino del calciomercato invernale di gennaio 2024 nei cinque grandi campionati europei. Un disastro. Lo scorso anno le squadre delle big five avevano speso 1,2 miliardi di euro. Il doppio di quest’anno. Immaginate che sola Premier League si era arrivati a 988 milioni di euro, un terzo più di quest’anno. Se a gennaio cinque grandi leghe avevano speso 1,2 miliardi, considerando anche il mercato estivo si era arrivati alla cifra record di 6,8 miliardi. Quest’anno però è cambiato qualcosa.

Quest’inverno sono rimasti tutti fermi, squadre e giocatori. Basti pensare che i colpi più costosi sono stati Vitor Roque al Barça per 30 milioni di euro più eventuali bonus. Sacha Boey al Bayern per la stessa cifra e Radu Dragusin dal Genoa al Tottenham per 28 milioni. Lo scorso gennaio il Chelsea da solo prese Enzo Fernandez per 124 milioni, Mykhailo Mudryk per 73 milioni e Badiashile per 38 milioni. Mentre Gordon andò al Newcastle per 44 milioni, Gakpo al Liverpool per 40 e Vitinha passò dal Braga al Marsiglia per 32 milioni.

La latitanza della Premier League dal calciomercato

Salta agli occhi che il primo motivo di questo calciomercato invernale dimezzato – 620 milioni contro i 1,2 miliardi – è la latitanza dei club inglesi. Il motivo è assai semplice. La Premier mangiatutto ha introdotto le Profit and Sustainability Rules, che vanno a sostituire il vecchio Financial Fair Play, per cui un club ha un massimo di spesa commisurata ai guadagni. L’Everton ha sforato, e a novembre è stato penalizzato di dieci punti. Il Nottingham Forest rischia di seguirlo. Le altre, spaventate, non hanno fatto acquisti.

Ma c’è un altro motivo. Il libero mercato fa male, e il calcio se ne sta accorgendo. Lo spiega una ricerca del CIES Football Observatory che prende in esame tutti gli acquisti e le cessioni delle big five dal 2014 al 2023. E dimostra come i grandi club europei abbiano buttato via per il player trading un sacco di soldi che vanno a incidere pesantemente sui bilanci. Si potrà obiettare che i grandi club devono spendere per vincere. Ma così non è. Queste minusvalenze sono frutto solo e unicamente di clamorosi errori. E le squadre interessate sono praticamente fallite.

I clamorosi abbagli del Barcellona

In testa alle squadre che hanno speso di più sul mercato c’è infatti il Barcellona con 631 milioni di euro. Frutto di 1.244 milioni spesi per gli acquisti e dei soli 613 milioni ottenuti dalle cessioni. L’esempio più clamoroso è quello del brasiliano Philippe Couthino, una breve apparizione in gioventù anche all’Inter. Nel gennaio del 2018 il Barça ha preso Coutihno dal Liverpool per 135 milioni di euro, salvo vederlo trotterellare in campo o appassire in panchina. Hanno provato a prestarlo in giro fino a che, quattro anni e mezzo dopo, l’hanno ceduto all’Aston Villa per meno di 20 milioni.

Adesso l’ex enfant prodige gioca in Arabia, al Al-Duhail. Altri errori clamorosi in fase di calciomercato sono stati Dembelé, preso dal Dortmund per 135 milioni e rivenduto al Psg per meno di 50. O Griezmann, preso dall’Atletico per 120 milioni e poi restituito allo stesso Atletico per 20. E adesso il Barcellona è tecnicamente fallito. Dato che si è dovuto impegnare i futuri guadagni dei diritti tv e dello stadio per fingere di poter sopravvivere. Ma la messa in scena non potrà durare a lungo.

C’è sempre un po’ di Italia

Dopo il Barça, nella speciale classifica delle squadre che non sanno fare calciomercato c’è il Chelsea (con un saldo di -483 milioni di euro) e un tragico dodicesimo posto in classifica. La stessa posizione dello scorso anno, dove cambiò tre allenatori. Poi l’Arsenal (-436 milioni), che negli ultimi due anni sta facendo bene, ma dopo un lungo periodo nero. Il Psg (-410 milioni) che quest’estate perderà Mbappé a parametro zero, dopo averlo pagato 180 milioni e coperto di soldi. E il Manchester United (-328 milioni), altra squadra in netta crisi economica e di risultati.

Al sesto posto la prima delle italiane. Il Milan, che sul mercato negli ultimi dieci anni ha speso 625 milioni e ne ha incassati 327, con un saldo negativo di 298 milioni. Nel mezzo ben quattro cambi di proprietà e un solo scudetto, arrivato per caso. Poi la Juve, decima con meno 219 milioni. Una penalizzazione per plusvalenze e tre ricapitalizzazioni societarie per quasi 1 miliardo. L’Inter quindicesima, con meno 168 milioni e pesanti debiti in scadenza a maggio 2024. Insomma, il mercato fa male. Se ne sta accorgendo il pallone, o almeno sembra. Prima o poi se ne accorgeranno anche gli altri. Speriamo.