Clima, l’appello di mille scienziati francesi: «Serve una ribellione»
Mille scienziati francesi, in una lettera pubblicata da Le Monde, chiedono ai cittadini di mobilitarsi per il clima attraverso la disobbedienza civile
Informarsi e impegnarsi sul clima. L’emergenza è tale da imporre scelte radicali. Anche dal punto di vista individuale. «Di fronte a questa crisi è necessaria una ribellione». L’appello è stato pubblicato sulle colonne del quotidiano francese Le Monde lo scorso 20 febbraio. Ed è stato firmato da mille scienziati di diverse discipline.
— bazoches (@bazoche2) February 24, 2020
L’inerzia dei governi sul clima è inaccettabile di fronte alle evidenze scientifiche
«Da decenni – hanno spiegato gli studiosi – i governi che si sono succeduti sono stati incapaci di adottare misure forti e rapide per fronteggiare la crisi climatica e ambientale: un’emergenza che si aggrava di giorno in giorno. Questa inerzia non può più essere tollerata di fronte ad osservazioni scientifiche incontestabili e a catastrofi che si moltiplicano sotto ai nostri occhi».
"La rébellion est nécessaire" 💪https://t.co/JHR6i3VnpF
— Aurore Market (@auroremarket) February 24, 2020
La lettera prosegue spiegando che il mondo «sta vivendo la sesta estinzione di massa, con parecchie decine di specie viventi che scompaiono ogni giorno. Mentre i livelli di inquinamento sono allarmanti da ogni punto di vista: plastica, pesticidi, nitrati, metalli pesanti. Per non parlare del climaSi tratta di una rappresentazione verosimile e spesso semplificata del possibile clima futuro.Approfondisci: la temperatura media globale è già salita di 1 grado centigrado rispetto ai livelli pre-industriali. E la concentrazione di CO2È il quantitativo di CO2 presente nell’atmosfera, calcolato normalmente in parti per milione (ppm).Approfondisci nell’atmosfera non è mai stata così alta da milioni di anni».
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Gli obiettivi climatici sono già quasi fuori portata
Inoltre, «secondo il rapporto Emission Gap delle Nazioni Unite gli impegni assunti finora dai governi nel quadro dell’Accordo di ParigiL’Accordo di Parigi è un documento d’intesa tra le nazioni facenti parte dell’UNFCCC che è stato raggiunto nel 2015 al termine della Cop21.Approfondiscifaranno salire la temperatura di almeno 3 gradi di qui al 2100. A patto che siano rispettati». Ne discende che «l’obiettivo di limitare il riscaldamento a 1,5 gradi è già fuori portata, a meno che non si diminuiscano le emissioni mondiali del 7,6% all’anno. Mentre negli ultimi dieci anni sono aumentate dell’1,5% all’anno».
1000 scientifiques appellent à participer aux actions de désobéissance civile pour le #climat. « Face à la crise écologique, la rébellion est nécessaire ». https://t.co/tZpmtU4Qry
— info climat (@infoclimat_) February 20, 2020
Gli scienziati non lesinano quindi critiche nei confronti del governo francese. Spiegando che esso «si rende complice di questa situazione negando il principio di precauzione e non riconoscendo il fatto che una crescita infinita in un Pianeta dalle risorse finite è semplicemente un vicolo cieco. Gli obiettivi economici che difende sono in totale contraddizione con il cambiamento radicale di modello produttivo che è indispensabile avviare senza attendere».
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«La tutela del clima prevalga sugli interessi privati»
Più nello specifico, «continuare a promuovere tecnologie superflue ed energivore come la 5G è irresponsabile». Inoltre, «come rivelato dall’Alto Consiglio per il Clima, il tetto alle emissioni di gas ad effetto serra fissato dalla strategia nazionale non è stato rispettato tra il 2015 e il 2018».
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Di fronte a tutto ciò, la strada, secondo i mille scienziati firmatari della lettera aperta è una sola: «Lanciamo un appello a tutti affinché partecipino alle azioni di disobbedienza civile organizzate dai movimenti ecologisti. Invitiamo tutti i cittadini, compresi i nostri colleghi del mondo della scienza, a mobilitarsi per esigere dai nostri dirigenti politici atti concreti e cambiare il sistema dal basso. Fin da oggi».
Al contempo, un secondo appello è stato indirizzato ai poteri pubblici: «Dicano la verità in merito alla gravità della situazione: il nostro stile di vita attuale e la crescita economica non sono compatibili con la limitazione degli sconvolgimenti del clima. Il governo e il Parlamento facciano prevalere le istanze ambientali rispetto agli interessi privati».