Finanza sostenibile e criteri ESG. Di cosa hanno paura i repubblicani? 

Con l'invenzione dell'etichetta "woke capitalism", i repubblicani statunitensi hanno avviato una campagna contro ESG e finanza sostenibile

Il senato degli Stati Uniti © Eric Haynes

Il 3 febbraio 2023, il presidente del comitato per i servizi finanziari (Financial Services Committee) della Camera degli Stati Uniti, Patrick McHenry, ha annunciato la nascita di un gruppo di lavoro di repubblicani, guidato dal deputato Bill Huizenga, per salvare il mercato americano dei capitali dalla minaccia dei criteri ESG (ambientali, sociali e di governance).

Non è uno scherzo, purtroppo: la destra americana si è scagliata contro quegli strumenti attraverso i quali si misura la sostenibilità di un investimento o di un’azienda. Ma perché? Di cosa hanno paura i conservatori americani? E che tipo di guerra intendono combattere?

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L’acronimo ESG sta per “Environmental, Social and Governance” © Unsplash

I repubblicani avviano la campagna anti-ESG

I toni sono paradossali: il Republican ESG Working Group – così è stato battezzato il gruppo di lavoro – sarà impegnato, come si legge in un comunicato stampa del Financial Services Committee, «a garantire che i mercati dei capitali americani rimangano l’invidia del mondo». Denunciando, allo stesso tempo, le richieste avanzate «dall’estrema sinistra» in fatto di sostenibilità. 

Se già la teoria è assurda, figuriamoci la pratica. Lo scorso ottobre, tre Stati americani a guida repubblicana (South Carolina, Louisiana, Arkansas) hanno annunciato la volontà di ritirare circa un miliardo di dollari di investimenti affidati in gestione a BlackRock. Il più grande fondo di investimenti del mondo è accusato di aver danneggiato l’economia americana mettendo a rischio i posti di lavoro del settore fossile

Inoltre a inizio anno un gruppo poco conosciuto, chiamato Consumers Research, ha avviato una campagna “anti-ESG” per impedire a Wall Street di prendere in considerazione i temi ambientali nelle sue scelte di investimento. Consumers Research ha accusato il fondo Vanguard di «ingerenza con l’industria energetica per raggiungere obiettivi politici progressisti a scapito dell’efficienza del mercato». Nonostante l’assurdità dell’accusa, Vanguard ci ha intravisto un rischio reputazionale. E ha accantonato così i suoi già risicati impegni per ridurre la quantità di emissioni di gas serra legate alle società in cui investe.

L’invenzione del woke capitalism

I repubblicani, dunque, stanno portando avanti una crociata contro la finanza sostenibile. A esaminarlo bene, l’impegno ESG di BlackRock e di Vanguard è inficiato da parecchie lacune. Ma è bastato per far schiumare di rabbia i conservatori. 

La strategia della destra americana è – come spesso accade – quella di individuare un nemico contro cui smuovere, in modo compatto, un “esercito” di elettori. Da qui l’invenzione dell’etichetta woke capitalism che sta a indicare, in senso dispregiativo, quella parte di economia che abbraccia le questioni sociali e politiche progressiste nonché quelle ambientali. Persino il recente crollo di Silicon Valley Bank è stato bollato come una conseguenza di pratiche woke.

Il woke capitalism sarebbe, insomma, un grosso complotto contro l’uomo americano. Ma si sa, i complotti fanno presa tra gli elettori repubblicani; lo dimostra l’esperienza della presidenza di Donald Trump, conclusasi con un attentato al Campidoglio. E così, oltre alle questioni ESG, il raggio di azione si amplia a tutta la sfera dei diritti civili, tra cui le istanze LGBT+.

Usa vs Europa: due approcci diversi

Quel che è peggio è che il fronte democratico non è immune da questi attacchi. Almeno due senatori dem si sono uniti ai repubblicani e si sono scagliati contro la sostenibilità. Parliamo di Joe Manchin, che ha ridotto le ambizioni climatiche di Joe Biden più di una volta, e Jon Tester. I due si sono schierati con la maggioranza repubblicana della Camera Alta per bloccare un provvedimento governativo volto a consentire ai fondi pensione statunitensi di incorporare investimenti ESG. Per la prima volta, dunque, Joe Biden potrebbe usare il potere di veto per costringere il Congresso a discutere la proposta di legge. Secondo gli analisti non sarà difficile per la Casa Bianca promulgarla, però questo atto potrebbe essere il primo di molti altri.

Joe Biden ha avviato la propria presidenza all'insegna dell'interventismo pubblico
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden © Gage Skidmore/Flickr

Dunque, l’offensiva woke sta raccogliendo i suoi primi risultati. Al contrario, sul fronte europeo l’approccio al tema ESG si fa via via più rigoroso. A dimostrarlo è il caso della Norges Bank Investment Management, il principale fondo legato alla banca centrale norvegese, che sul finire del 2022 ha annunciato un giro di vite nei confronti delle società che omettono di elaborare un piano per l’azzeramento delle emissioni. Insomma, a meno che negli Usa non si cambi approccio, l’orizzonte finanziario globale potrà essere solcato da una profonda divisione (di dimensioni, potremmo dire, “atlantiche”) che spingerà le società a schierarsi sul tema e scegliere su quale fronte investire.