Green deal europeo
Green deal europeo
Il piano dell’Unione europea per diventare climaticamente neutra entro il 2050.
Il Green Deal europeo è una strategia che la Commissione europea ha lanciato nel 2019 per azzerare le proprie emissioni nette di gas serra entro il 2050, disaccoppiando la crescita economica dal consumo di risorse naturali. Prevede interventi su energia, mobilità, industria, agricoltura e finanza sostenibile.
È un cambio di rotta importante: ambizioso, ma ancora fragile nei meccanismi di attuazione. Per la finanza etica, è un’opportunità straordinaria per riorientare gli investimenti pubblici e privati verso la giustizia climatica e la transizione ecologica.
Dopo l’insediamento della seconda Commissione guidata da Ursula von der Leyen, il Green Deal europeo sta affrontando una fase di ricalibrazione. Le iniziative legislative avviate nel 2025, come il pacchetto Omnibus, il piano ReArm Europe e le nuove nomine nella Commissione europea, stanno influenzando in modo significativo la sua attuazione.
Ricalibrazione del Green Deal: tra ambizione climatica e competitività
A febbraio 2025, la Commissione europea ha presentato il primo pacchetto Omnibus, volto a ridurre gli oneri amministrativi sulle imprese semplificando anche alcune misure chiave del Green Deal, nello specifico la direttiva sulla due diligence (Csddd), la direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità (Csrd), il meccanismo di adeguamento della CO2 alle frontiere (Cbam) e la tassonomia delle attività economiche eco-compatibili.
ReArm Europe: nuove priorità strategiche
Nel marzo 2025 la Commissione ha annunciato il piano ReArm Europe, un investimento di 800 miliardi di euro per rafforzare la difesa europea. Questo spostamento di focus ha generato dibattiti sull’equilibrio tra sicurezza e sostenibilità, con timori che le risorse destinate al Green Deal possano essere ridotte.
Nuova leadership e orientamenti politici
La riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione ha portato a una riorganizzazione delle deleghe legate al Green Deal. Teresa Ribera è stata nominata vicepresidente per la Transizione Verde, con l’obiettivo di integrare le politiche climatiche con quelle industriali e fiscali. Tra i dossier più sensibili che le competono c’è anche la conferma del divieto di vendita di auto a combustione interna entro il 2035, che Ribera ha già ribadito come una priorità.
Reazioni della società civile e del mondo imprenditoriale
Organizzazioni ambientaliste e imprese hanno espresso preoccupazione per un possibile arretramento degli impegni ambientali. In una lettera aperta, 180 Ong e 60 aziende hanno esortato la Commissione a non fare passi indietro sul Green Deal, sottolineando l’importanza di una transizione ecologica equa e inclusiva.




