Il fondo che speculava sul gas. E ha perso 130 milioni di dollari
Un fondo d'investimento americano ha perso 130 milioni di dollari speculando sul gas. E non è il solo
Si chiama Statar Capital ed è un fondo speculativo, un hedge fund. La sua sede è a Miami, negli Stati Uniti. La società è nota per essere particolarmente esperta negli investimenti sul gas naturale. Un asset prezioso per chi vuole speculare, poiché la volatilità dei prezzi permette di sfruttare appieno le possibilità concesse dal casinò della finanza.
Stavolta, però, a Statar Capital è andata male. La vicenda è stata raccontata dal Financial Times: a settembre, il prezzo del gas è aumentato di oltre il 40%. Una manna per la società, fondata da Ron Ozer, ex trader di un altro hedge fund, Citadel, con un passato anche presso colossi bancari del calibro di Lehman Brothers e Morgan Stanley.
Un finanziere che gode di una certa considerazione nel settore: con il suo fondo si era fissato l’obiettivo di un rendimento annuale del 20%. E finora l’aveva centrato. All’inizio di settembre, ancora tutto sembrava andare per il meglio. Ma le speculazioni, si sa, comportano anche enormi rischi.
Così, la volatilità stavolta ha giocato un brutto scherzo a Statar Capital, che lavora soprattutto su contratti a termine sul gas naturale e su opzioni. Secondo il quotidiano inglese, in pochi giorni il fondo ha perso la bellezza di 130 milioni di dollari: l’equivalente di 111 milioni di euro. Lo stesso Financial Times specifica che non sono noti i meccanismi che hanno portato alla maxi-perdita.
Ciò che si sa però, è che quello dell’hedge fund americano non è un caso isolato
I mercati delle materie prime sono attraenti per chi specula, ma anche pericolosissimi. Più di un centinaio di fondi specializzati in tali settori ha chiuso nell’ultimo biennio, secondo quanto riportato dal quotidiano economico francese Les Echos. E, nel 2020, la più grande società del trading di commodities di Singapore, la Hin Leong, ha registrato una perdita di 800 milioni di dollari.
Eppure la speculazione nella finanza resta di dimensioni gigantesche. Tali da modificare andamenti di titoli, strategie industriali e scelte politiche. In questo caso, tra l’altro, il gas rappresenta una materia prima controversa: una fonte fossile della quale occorre liberarsi se si vorranno centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Per il bene dei risparmiatori e per il bene del Pianeta, sono sempre più necessarie regole più stringenti e condivise che regolamentino banche e fondi d’investimento. A partire dagli hedge fund.
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