Il preside visionario che forma migliaia di docenti al digitale. Anche in tv

Salvatore Giuliano guida l’Istituto Ettore Majorana di Brindisi. Un esempio di innovazione e solidarietà nella scuola pubblica italiana

Salvatore Giuliano, preside dell'IISS Majorana di Brindisi

Dalla didattica a distanza alla solidarietà che avvicina. «Abbiamo riscoperto il valore di essere comunità. E ognuno di noi ha messo in campo gli strumenti che aveva, umani e tecnologici, per sostenere gli altri». Salvatore Giuliano è il preside dell’Istituto Industriale e Liceo delle Scienze Applicate Ettore Majorana di Brindisi, che fa parte di quelle Avanguardie Educative, tra Nord  e Sud del nostro Paese, faro di innovazione nella scuola pubblica italiana. Il suo istituto è stato uno dei primi a mettersi in gioco per sostenere le realtà scolastiche più in difficoltà durante il lockdown dovuto al coronavirus.

Salvatore Giuliano, preside dell’IISS Majorana di Brindisi in collegamento con IC Lozzo Atestino in zona rossa Vo’ Euganeo Dalla didattica a distanza alla solidarietà

«Che cosa ha voluto dire affrontare l’emergenza? Non è stato solo coinvolgere i docenti nella trasformazione della didattica. Ci sono territori, nelle zone rosse al Nord, dove ogni famiglia ha perso un familiare», racconta Salvatore Giuliano a Valori. «È stato fondamentale non farli sentire soli, dare sostegno ai ragazzi, ai colleghi e alla famiglie. Condividere il peso di quanto stavano affrontando».

Le ricadute psicologiche del lockdown e del distanziamento sociale potrebbero essere profonde per le nuove generazioni. Un tema di cui si è parlato ancora troppo poco. Tanto che sono stati attivati sportelli on line e collaborazioni con psicologi e pediatri, in tutta Italia, sollecitati dalla Task force sulle emergenze educative, in seno al ministero dell’Istruzione.

I gemellaggi tra le scuole più colpite e quelle innovative

Solidarietà vuol dire anche creare comunità a distanza tra gli studenti. Così, ai primi di marzo, anche gli allievi del Majorana sono scesi in campo condividendo i loro saperi di chimica per i giovani colleghi dell’IC Lozzo Atestino di Vo’ Euganeo, nella zona rossa veneta. «Ma non è stato tanto importante fare lezione di chimica, quanto invece mantenere alto il morale, farsi coraggio a vicenda, nell’attesa di una situazione migliore – ribadisce il preside Giuliano – Nuove opportunità di confronto e crescita, per i ragazzi e per gli adulti. È stato ed è fondamentale fare rete».

Dalle prime zone di contagio al Nord, ormai isolate da febbraio, fino alle periferie educative in tutto il Paese, è in atto una gara contro il tempo, per coinvolgere i nove milioni di studenti a casa. Insegnanti che, da dietro uno schermo, devono mettersi in ascolto dei bisogni di una generazione che sta affrontando un’esperienza traumatica. Missione impegnativa, senza la possibilità di interagire fisicamente con bambini e ragazzi.

La mappa delle scuole delle Avanguardie Educative che si sono messe a disposizione degli altri istituti scolastici. Fonte Indire http://www.indire.it/la-scuola-per-la-scuola/

Dal Majorana di Brindisi formati 3mila insegnanti in tutta Italia

«Nell’emergenza dettata dalla pandemia abbiamo realizzato processi che avrebbero richiesto normalmente tempi decisamente più lunghi», conferma il preside Giuliano. «Ma non ci fermiamo. In poche settimane abbiamo formato oltre 3mila docenti, che hanno iniziato subito a sperimentare, con i propri alunni, strumenti e piattaforme digitali». Dalla condivisione degli strumenti al superamento degli ostacoli quotidiani. Perché l’obiettivo ora non è dare valutazioni. «La scuola non è solo attribuire voti. Ma anche e soprattutto superare insieme le difficoltà».

La task force sulle emergenze educative al lavoro

Come emerge dal monitoraggio della task force ministeriale, ci sono tante storie di solidarietà importanti, che fanno ben sperare. Oltre 90 gemellaggi da Palermo a Busto Arsizio, da Catania a Biella. La didattica a distanza ha messo a dura prova un sistema scolastico che, da sempre, è stato impostato su lezioni frontali, sul rapporto anche umano tra studenti e docenti. Ma classi virtuali, registro elettronico e un fitto sistema di strumenti da adeguare a nuovi metodi d’insegnamento hanno avvicinato comunità distanti, ora unite negli intenti.

«Ogni scuola in questo frangente è chiamata a reagire, ma ogni realtà lo fa affrontando problematiche e arrivando a soluzioni differenti. L’importante è che ora, tutti i docenti abbiano strumenti di base comuni per affrontare i prossimi mesi», ribadisce il preside. Per fare questo è anche fondamentale collaborare con i formatori al digitale che arrivano dalle organizzazioni di cittadinanza, da tempo impegnate anche sul digital divide.

Scuola, innovatori e terzo settore: da Galatina le visiere per l’Ospedale Sacco

La situazione attuale ha risvolti che fanno intravvedere la scuola che verrà, capace di mettere in rete, docenti, alunni, terzo settore e imprese, per l’interesse pubblico. Così è accaduto per la produzione di centinaia di dispositivi medici grazie alle stampanti 3D, che sono stati donati anche all’Ospedale Sacco di Milano. Un’idea nata dalla Onlus Francesco Marco Attanasi di Soleto (Lecce) per realizzare visiere da donare a medici e operatori sanitari, in collaborazione con Caratteri Mobili, una rete di giovani salentini appassionati di innovazione. Al centro del progetto due licei il Vallone di Galatina e il Palmieri di Lecce.  Un esempio di come le scuole aperte all’innovazione possano essere anche risorsa per l’economia civile, oltre la crisi dettata dal coronavirus.

E in vista dei prossimi mesi? Salvatore Giuliano è ottimista. «Proseguiamo la formazione a distanza, con un nuovo ciclo che interesserà le scuole gemellate in Lombardia, Lazio e Puglia. E produciamo contenuti per Rai Scuola. Attendiamo le evoluzioni della pandemia, nell’attesa di rientrare tutti insieme. La scuola è comunità e non bisogna lasciare nessuno indietro».

Altri articoli dal dossier

Economia sostenibile, l'antidoto contro la crisi del coronavirus