Per il 2025 ti auguriamo tante storie dal futuro

Alla fine di un anno di guerra, crisi climatica, diseguaglianze e ingiustizie, queste storie dal futuro sono il miglior augurio per il 2025

Il futuro come lo vorremmo, ma presente già adesso: questo è il senso delle storie che una o due volte al mese consegniamo alle vostre caselle email. Decine di esperienze che, in tutto il Paese, costruiscono un modello diverso di società e sperimentano quanto un altro modo di stare al mondo sia davvero possibile.

Può sembrare retorico, ma proprio per questo ci impegniamo a dimostrare che non lo è: sono storie che esistono, realtà concrete di nuovi modi di inventare il mondo. Sono profit o non profit, operano in piccole città o su grandi continenti, coinvolgono poche decine di pionieri o migliaia di avventori.

Un antidoto alla rassegnazione

Raccontare il mondo in cui viviamo può essere frustrante e difficile. Scriverne, ma anche leggerne, ci chiede ogni giorno di avere gli anticorpi per non soccombere ai tempi bui che stiamo affrontando. Di avere le spalle forti e uno sguardo che sappia andare lontano, a vedere cosa c’è oltre la coltre di violenza, predazione e sopraffazione. Di avere la capacità di cercare oltre le guerre, le prevaricazioni, le contaminazioni e tutte le crisi che sembrano annichilirci.

Le Storie dal futuro sono innanzitutto un antidoto alla rassegnazione. All’idea che esista un solo modello di organizzare le nostre società: verticale, predatorio, estrattivo. Un modello che sporca, ammazza, annichilisce.

C’è, esiste ed è vivo, un modello altro: orizzontale, fondato sulla cooperazione, sulla solidarietà, sulla comunità, sulla cura. Era ed è l’unica strada possibile per uscire dal pantano. Vogliamo tracciarla, ripercorrerne il tragitto come su una mappa, sperando possa essere lo strumento che incoraggi tante nuove esplorazioni.

Le chiamiamo “dal futuro” anche se il senso di raccontarle è proprio che sono già qui. La contraddizione più bella che c’è.  

Vuoi raccontarcene altre? Non vediamo l’ora! Scrivici a storiedalfuturo@valori.it

Le storie dal futuro del 2024

Alla fine di un anno in cui la guerra, la crisi climatica, le diseguaglianze e tante altre ingiustizie hanno dominato le nostre vite, vogliamo augurarvi tempi migliori mostrandovi il bel futuro che inseguiamo. Ecco le storie che ci hanno accompagnati nel 2024.

Nonna Roma ovvero: nessuno si salva da solo

Nonna Roma è una rete mutualistica nata a Roma nel 2017 e che da allora ha supportato decine di migliaia di persone in difficoltà. Banco alimentare, empori solidali, case di comunità, ambulatori popolari, ma anche attività ludiche, doposcuola, scuola di italiano e decine e decine di altri fronti di impegno che, in questi anni, hanno impegnato centinaia di volontarie e volontari.

LOW ovvero: un salto nel buio, ma fatto in grande

Una casa editrice e una cooperativa sociale con l’ambizione di cambiare il settore editoriale e della comunicazione rendendolo più inclusivo, innanzitutto per la disabilità, grande esclusa della produzione culturale. Nata nell’autunno del 2023, rappresenta però il passaggio di testimone di una storia molto più lunga e che vuole andare ancora molto lontano.

So.De. ovvero: un delivery sociale, solidale e sostenibile

Questa storia nasce tra le strade di una Milano deserta, in cui solo ambulanze e rider sfrecciano da una parte all’altra. Fuori c’è il lockdown ma tra le mura di Rob de Matt c’è attività fervente per la preparazione di pasti distribuiti da Croce Rossa e la consegna a domicilio di beni di prima necessità. Poi l’idea: rendere il meccanismo permanente, creare una realtà in cui si facciano consegne in modo sostenibile e solidale, e includendo persone svantaggiate nel mondo del lavoro.

Masseria Antonio Esposito Ferraioli ovvero: il bene confiscato alla camorra più grande di Napoli

120mila metri quadrati di superficie agricola, 12 ettari di terreni messi a disposizione della popolazione, nel cuore della Terra dei Fuochi. La Masseria Ferraioli ogni anno è attraversata da centinaia di persone che si occupano del proprio orto sociale, partecipano alle attività formative e ai progetti educativi, animano i campi di Libera, fanno sport. E guardano al futuro: qui sorgeranno presto una casa di accoglienza per donne vittime di violenza che garantirà loro anche percorsi di inclusione lavorativa.

Eufemia ovvero: uno spazio fisico, un luogo di comunità

Eufemia è uno spazio che porta ad Affori, quartiere a nord di Milano, un emporio di comunità ma anche un luogo di accoglienza, formazione, inclusione lavorativa e sociale. Non c’è solo la distribuzione di prodotti agro-ecologici, biologici e a filiera corta, né il bistrot sociale con spazio bar in cui si sperimenta l’inclusione lavorativa, né lo spazio di educazione alimentare e ambientale per la cittadinanza o i laboratori di ricerca e progettazione di iniziative culturali, aggregative e sociali. C’è innanzitutto uno spazio fisico, che si mette al servizio di chiunque voglia attraversarlo per far parte della sua storia.

Come si scrive una grande storia? A partire da una comunità, ciascuno secondo i propri bisogni e possibilità

Come si scrive una grande storia è una scuola di scrittura creativa solidale: puoi accedere ai corsi in maniera gratuita, puoi chiedere forme di pagamento più adatte alle tue esigenze o puoi mettere decidere che, visto che hai la possibilità di farlo, regali percorsi formativi a chi non la ha. La scuola nasce durante la pandemia come esperienza completamente gratuita e si struttura negli anni successivi. Ancora oggi, ogni venerdì, sopravvive la tradizione della lezione gratis fatta da un grande nome e che, se vuoi, puoi ripagare facendo donazioni o volontariato per un’organizzazione a scelta tua o dell’autore.

Scuola di reportage narrativo Alessandro Leogrande ovvero: come leggere e scrivere il mondo

Rendere omaggio a un intellettuale sottovalutato, che ci ha lasciati troppo presto. La scuola di reportage narrativo Alessandro Leogrande, che ha avuto la sua prima edizione proprio quest’anno, raccoglie l’eredità del giornalista e scrittore per consegnarla a chi voglia farsene carico per trovare nuove forme, linguaggi e sguardi per raccontare il mondo.

Aedicola ovvero: una favola con lieto fine

Aedicola nasce dalla delusione di un uomo che non voleva rassegnarsi alla chiusura della sua edicola di quartiere, punto di riferimento e, per lui, presidio culturale e di stimolo al pensiero critico. Dal suo appello nasce la presa in carico dell’edicola da parte della comunità del quartiere, che l’ha ristrutturata e ha immaginato come costruirvi un polo creativo, di innovazione sociale e di resistenza culturale che, non a caso, è stato inaugurato il 25 aprile di quest’anno.

zebra. ovvero: un giornale di strada, un progetto intorno alle persone

zebra. è un giornale di strada che quest’anno ha festeggiato il suo decimo anniversario. Una rivista bilingue che garantisce supporto economico alla fitta rete di collaboratori che la distribuisce, con una tiratura di diecimila copie al mese, e si inserisce nel quadro più ampio delle attività di  OEW – Organizzazione per Un mondo solidale, che fa cooperazione sociale, formazione ed educazione nelle scuole, provando a costruire uno sguardo critico e altro sulle grandi questioni dell’attualità.

Pizzaut ovvero: storia di un padre che ha trasformato i suoi incubi in un sogno di inclusione

Nico ha un figlio autistico e una notte, nel 2017, è inquieto, agitato. Il pensiero che non esista un futuro per suo figlio e per tutti i bambini e ragazzi autistici non lo lascia dormire. Se il 30% delle persone con disabilità fisica trova un’occupazione, per chi ha una disabilità cognitivo-comportamentale la percentuale scende al 2%. Sveglia la moglie, le dice: dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo aprire un ristorante gestito da ragazzi autistici. Oggi ci sono due pizzerie nate da quel sogno.

Another Beach Project ovvero: un altro modello di vacanza possibile

Prima di avventurarsi lungo la punta dello Stivale, affacciata sullo Ionio, c’è l’area marina protetta di “Capo Rizzuto”, uno degli ultimi esempi di macchia mediterranea intatta. Le Dune di Sovereto sono una località inspiegabilmente poco nota, vista la sua bellezza. La pineta è un angolo di costa incontaminato che alterna boschi e sabbie bianche e fini, dove tra luglio e agosto è possibile vedere la fioritura dei gigli marini. Qui, un gruppo di giovani ha deciso di dimostrare che è possibile fare turismo in armonia con l’ecosistema.

Pibiesse ovvero: trasformare un’attività vecchio stile in un progetto di innovazione sociale

Una fabbrica riconvertita in termini ecologici, in cui si stampa su diversi supporti e si realizza gran parte del materiale diffuso per le campagne pubblicitarie nazionali delle principali organizzazioni sociali e culturali di questo Paese , ma anche una miriade di associazioni e comitati grandi e piccoli, grandi alberghi e realtà produttive. La sede di una cooperativa sociale che si occupa di accoglienza diffusa, riuso dei beni confiscati, agricoltura e innovazione sociale. Un’industria in cui operai e direzione discutono democraticamente sulla gestione.

BorGo Cinema Gorizia ovvero: costruire un futuro senza barriere né confini

BorGo Cinema è un progetto di riqualificazione del centro storico di Gorizia e di una serie di botteghe abbandonate a partire dal cinema. Una di quelle serrande, da troppo tempo abbassate, è stata rialzata per fare spazio a un hub della produzione cinematografica, con una piccola sala proiezione, un co-working, aule per la formazione e un set. E che, da una città che ha sempre avuto un’identità di frontiera, vuole raccontare un futuro senza confini.  

Equa ovvero: consumare in maniera responsabile, grazie a un’app

Ispirata alla storica Guida al consumo critico, Equa ha l’obiettivo di colmare un gap informativo per i consumatori dando loro la possibilità di andare al supermercato e comprare solo prodotti etici e sostenibili, senza paura di sbagliare. Di poter fare acquisti che rispettino l’ambiente, le persone e gli animali, anche se non hanno il tempo per documentarsi.

LEI rooms ovvero: un bnb per uscire dalla violenza

LEI rooms, un bed and breakfast che abita le mura di un bene confiscato alle mafie alle porte di Maranello, in Val Grizzaga e che costruisce percorsi di inclusione lavorativa per le donne vittime di violenza, così da garantire loro la capacità di emanciparsi.

Alberone ovvero: la socialità per i più piccoli costruisce il futuro

Alberone è un circolo Arci a Pisa che ha ripensato interamente i propri spazi e le proprie attività intorno alle esigenze dei soci più piccoli, figli e figlie di una generazione di animatori sociali. Adesso è un punto di riferimento per la comunità e per bambine, bambini e adolescenti della città.

Cinemovel ovvero: quando il cinema fa comunità

Cinemovel è una fondazione che da quasi trent’anni realizza festival di cinema itinerante e attività di formazione professionale nel settore cinematografico in tutto il continente africano. Opera anche in Italia, dove porta il cinema nelle piazze e nelle città che non ne hanno uno, e nelle scuole, attraverso percorsi di educazione e sensibilizzazioni organizzati insieme a Libera.

Ammostro ovvero: la serigrafia naturale che sogna un’altra storia per Taranto

Ammostro è un laboratorio di serigrafia naturale, uno studio grafico, un laboratorio di sartoria e restyling, una sala prove e molto altro. Il tutto, nato dai progetti di un gruppo di giovani che, ormai dieci anni fa, ha scelto di non rassegnarsi all’idea di una Taranto soffocata dai fumi dell’industria, dall’incuria istituzionale e dall’assenza di prospettive per chiunque volesse inventare un futuro diverso.

Consorzio SIR e Gruppo Felsineo ovvero: l’inclusione si sperimenta in cucina

L’accordo tra le due realtà, già impegnate in percorsi di sostenibilità, ha dato vita a una nuova storia dal futuro. Da poche settimane è nato un protocollo d’intesa, un percorso, rivolto a ragazze e ragazzi in uscita dalla scuola secondaria e giovani con disabilità, e che prevede esperienze educative legate alla ristorazione, articolate su masterclass e percorsi didattici in azienda.