Twitter assomiglia sempre di più a una piattaforma di trading

Elon Musk ha un intento molto chiaro: rendere Twitter (anche) una piattaforma di fintech. Ma chi tutela gli utenti dai possibili rischi?

Elon Musk, proprietario di Twitter © Daniel Oberhaus/Wikimedia Commons

Una piattaforma di micromessaggi? Un canale con cui tenersi aggiornati in diretta sulle notizie del mondo? Un social network che permette di allargare la propria rete di contatti? Sbagliato. Twitter diventerà «il più grande istituto finanziario del mondo». O almeno, questa è l’intenzione espressa dal suo proprietario, l’eccentrico imprenditore Elon Musk. Un piano annunciato già da diverse settimane e che ora si arricchisce di un tassello: la partnership con la piattaforma di trading online eToro.

In cosa consiste la partnership tra Twitter ed eToro

Twitter fornisce già da tempo la possibilità di controllare l’andamento delle azioni e degli indici borsistici. Basta digitare nella barra di ricerca il simbolo del dollaro ($) seguito dal ticker (l’abbreviazione che identifica la società). A partire dall’inizio del 2023 si viaggia su una media giornaliera di 4,7 milioni di ricerche di questo tipo, chiamate cashtags. Musk, però, non si accontenta più di offrire strumenti per informarsi. Vuole che gli utenti possano anche investire i propri risparmi.

Questo è l’obiettivo dell’accordo siglato con eToro. Innanzitutto, i cashtags ora coprono una gamma più ampia di strumenti finanziari e tipologie di asset. Comprese le criptovalute. Una volta comparsi i risultati, basta cliccare su un apposito pulsante per essere reindirizzati verso il sito di eToro. E, se lo si desidera, investire. La funzionalità è già attiva: chiunque può testarla con il proprio account. «Questi sono contenuti di altissima qualità, contenuti in tempo reale sulle analisi finanziarie delle aziende e su ciò che succede nel mondo», spiega a CNBC il co-fondatore e Ceo di eToro Yoni Assia. «Crediamo che questa partnership ci permetterà di raggiungere nuovi pubblici e creare migliori connessioni tra i brand di Twitter ed eToro».

Quali sono i rischi per gli utenti

In questo modo, Elon Musk fa un passo in più verso il suo sogno di essere a capo di una everything app, sul modello della cinese WeChat. Cioè un’applicazione a cui l’utente fa riferimento per fare un po’ qualsiasi cosa, dalle chiacchiere con gli amici fino – appunto – a investimenti e pagamenti digitali. Con buona pace dei rischi per gli utenti.

È comprensibile infatti che a un nativo digitale, magari giovane o giovanissimo, faccia gola l’ipotesi di spostare denaro con un clic e, magari, anche guadagnarci qualcosa. Tutto questo, senza prendere appuntamenti in filiale né compilare interminabili moduli cartacei. Quelle che a prima vista sembrano inutili lungaggini, in realtà, nascono come forme di tutela. Soprattutto per chi ha competenze scarse o nulle in materia di finanza.

Sui 556 milioni di utenti attivi di Twitter, quanti sono in grado di destreggiarsi in autonomia tra le varie strategie di investimento? Per non parlare poi delle criptovalute, decentralizzate e “anarchiche” per definizione. E quindi imprevedibili, o quasi. Insomma, ben venga il fintech purché sia regolamentato e sorvegliato. Aggettivi che, per ora, non trovano granché spazio negli enfatici annunci di Elon Musk.