Elettrici o diesel? Ecco quando i motori sono davvero ecologici
I veicoli elettrici aiutano ma non risolvono: cruciale il tipo di energia utilizzata per alimentarli. E c'è il nodo delle terre rare necessarie a produrli
L’affermazione potrebbe sorprendere. Ma la realtà è che i veicoli elettrici oggi sul mercato non possono essere considerati del tutto “puliti” e “ecologici”. Al contrario, il loro impatto in termini ambientali e climatici esiste. E, benché dipenda in parte da fattori esterni, non è affatto trascurabile. Soprattutto se si continuerà a puntare sull’auto di proprietà.
Il nodo delle terre rare utilizzate per produrre le batterie
Già nel 2016, un rapporto pubblicato dall’Agenzia per l’ambiente francese (Ademe) aveva analizzato la fase di produzione delle auto elettriche. Concludendo che essa comporta maggiori emissioni di CO2 rispetto quella dei veicoli tradizionali. Ciò soprattutto a causa dell’estrazione dei metalli che compongono le batterie.
Queste ultime «contengono materie prime a volte rare. Possono essere presenti il neodimio e il cobalto, ma anche la grafite e il litio. Questi materiali arrivano spesso dalla Cina, dalla Repubblica democratica del Congo e dall’America Latina. La loro estrazione e il trattamento impongono l’impiego di enormi quantità di acqua e di prodotti chimici. Il che sposta di fatto l’inquinamento nei Paesi poveri», ha spiegato Guillaume Pitron, giornalista e autore del saggio “La guerra delle terre rare”.
Auto elettriche assetate d’acqua
In particolare in termini di impatto idrico, i dati indicano un aspetto di grande criticità per le auto elettriche. Queste ultime, secondo l’EEA, sono infatti da questo punto di vista decisamente meno ecologiche rispetto ai veicoli alimentati da carburanti tradizionali. Ciò non solo per via dell’acqua usata nelle linee di produzione, ma anche durante l’uso. La sola voce che appare comparabile a benzina e diesel è quella legata all’impatto idrico della fase di smaltimento.
Il rischio di delocalizzazione delle emissioni climalteranti
Inoltre, l’assemblaggio delle batterie si effettua oggi in forni che funzionano a parecchie centinaia di gradi. Il che implica un consumo di energia non indifferente. Successivamente, però, i motori elettrici garantiscono un azzeramento delle emissioni in loco. Va considerato tuttavia il fatto che se tali veicoli non inquinano sul posto, i danni a clima e ambiente possono essere in realtà delocalizzati.
⚡🚗The EEA confirms in a new report that, despite higher emissions during production phase, electric vehicles already produce less GHG and air pollutants than petrol/diesel counterparts. @EUEnvironment #mobilityweek https://t.co/0kX54diA8p
— EUROPEAN MOBILITY WEEK (@mobilityweek) November 22, 2018
È qui che la “pulizia” delle auto elettriche dipende da fattori esterni. L’energia utilizzata per ricaricare le batterie è, ovviamente, prodotta presso delle centrali. Se queste ultime sono rinnovabili, l’impatto è chiaramente estremamente basso. E l’auto elettrica, di fatto, può rappresentare una vera rivoluzione ecologica per la mobilità. Ma se l’energia è prodotta tramite fonti fossili, allora i problemi sono soltanto, appunto, spostati altrove.
L’EEA: col mix energetico dell’Ue i motori elettrici emettono meno di diesel e benzina
In Europa, la situazione appare in ogni caso piuttosto positiva. Un rapporto della European Environment Agency (EEA) ha spiegato infatti che, basandosi sull’attuale mix energetico del Vecchio Continente, i veicoli elettrici «consentono comunque di diminuire le emissioni». Il documento, intitolato “Electric vehicles from life cycle and circular economy perspectives“, ha analizzato non soltanto la CO2 liberata nell’atmosfera. Ma numerosi altri aspetti, paragonando di volta in volta le auto a trazione elettrica a quelle tradizionali.
Il dato che più colpisce è quello legato alle polveri sottili, considerate una delle principali cause di morti premature dovute all’inquinamento dell’aria. Un’auto elettrica, come noto, non ne emette affatto. Da questo punto di vista è dunque totalmente ecologica. Mentre, anche a causa dei veicoli diesel e benzina, secondo l’Oms, ogni giorno più del 90% di bambini sotto i 15 anni nel mondo respira aria inquinata. Il che provoca 600mila morti infantili premature all’anno (dato del 2016).
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Polveri sottili e inquinamento acustico: i vantaggi dei motori elettrici
Vantaggi indiscutibili a favore dell’elettrico, inoltre, risultano in termini di inquinamento acustico. Tali veicoli sono infatti decisamente meno rumorosi di quelli alimentati a benzina o gasolio. Almeno quando si spostano in città. «Ad alta velocità, invece, la maggior parte del rumore dipende dai pneumatici. Per cui la differenza tra un’auto elettrica e una tradizionale scende ad un solo decibel, rispetto ai 10 apprezzabili a bassa andatura», precisa il rapporto.
In termini di gas ad effetto serra, poi, l’EEA indica che «una vettura elettrica presenta emissioni di CO2 inferiori del 17-30% rispetto ai motori termici». Ciò «sulla base del mix energetico attuale dell’Ue». E il divario, grazie allo sviluppo delle rinnovabili, dovrebbe crescere al 73% entro il 2050.
Aria che uccide. L’allarme dell’agenzia europea dell’ambiente sull’inquinamento atmosfericoDetto ciò, l’agenzia conferma invece che nel caso in cui l’energia immessa nelle batterie fosse tutta prodotta tramite carbone, il risultato sarebbe inverso. Le auto elettriche risulterebbero globalmente più dannose per il clima rispetto a quelle a benzina o diesel.
Non solo: l’EEA ha anche valutato l’impatto definito in termini di «tossicità per l’uomo». «Benché la letteratura sul tema sia limitata rispetto a quella relativa al clima, le ricerche suggeriscono tuttavia che le auto elettriche siano peggiori di quelle tradizionali», si legge nel report. L’agenzia europea cita in questo senso soprattutto le attività minerarie necessarie per estrarre le materie prime utilizzate per le batterie. Ma anche il carbone col quale ancora oggi si produce buona parte dell’energia elettrica in Europa.
Le emissioni del settore dei trasporti cresciute in Europa del 28% dal 1990
La questione è stata anche oggetto di un’analisi di Carlo Beatrice, ricercatore dell’Istituto Motori del CNR. L’esperto è giunto alla conclusione «un cambiamento nel sistema energetico dei trasporti è assolutamente urgente. Ma una massiccia elettrificazione della mobilità sposterebbe oggi semplicemente la localizzazione delle sorgenti emissive di CO2 dai veicoli alle centrali».
L’uso di auto elettriche, dunque, garantisce di certo un miglioramento delle condizioni nelle città. Sia in termini di qualità della vita che di salute pubblica. Le performance climatiche, invece, non dipendono unicamente dalla filiera dell’automotive. Inoltre, la questione delle terre rare rimane problematica. Ciò nonostante, secondo il rapporto dell’EEA, alimentare il settore della mobilità elettrica è comunque imprescindibile. Tanto più che lo stesso documenti spiega che le emissioni di gas ad effetto serra legate ai trasporti in Europa, tra il 1990 e il 2017, sono cresciute del 28%.