Cosa sono le climate litigation
I contenziosi climatici sono una pratica sempre più utilizzata per richiamare governi o aziende alle proprie responsabilità
Le climate litigation sono le azioni legali avviate con lo scopo di imporre a governi o aziende il rispetto di determinati standard in materia di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e di limitazione del riscaldamento globale.
Si tratta di una pratica sempre più utilizzata, soprattutto a partire dagli anni Duemila. L’evoluzione del quadro giuridico e normativo di riferimento, nonché della giurisprudenza, stanno consentendo infatti di dare nuovo corpo ad un nuovo diritto ambientale. E le azioni legali si stanno rivelando uno strumento utile per contrastare la lentezza delle politiche adottate dai governi e dai decisori politici.
Casi di climate litigation: dai Paesi Bassi alla Francia
La prima decisione di notevole importanza ha riguardato la vicenda che ha visto contrapposti i Paesi Bassi all’organizzazione non governativa Urgenda. Quest’ultima ha guidato centinaia di cittadini in una battaglia in tribunale. Facendoli trionfare in ogni grado di giudizio, fino alla Corte suprema. Che nel 2019 ha condannato lo Stato ad abbattere le proprie emissioni di gas ad effetto serra.
Sentenze simili sono state pronunciate in Francia, nell’ambito del cosiddetto “Affaire du siècle”: l’ultima in ordine di tempo è di giovedì 14 ottobre. Un tribunale amministrativo ha imposto al governo di recuperare il terreno perduto nel corso del periodo 2015-2018. In quegli anni, infatti, sono stati dispersi nell’atmosfera 62 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 in più rispetto a quanto necessario per restare allineati agli obiettivi climatici che lo stesso esecutivo di Parigi si è fissato.
Dagli Stati Uniti all’Irlanda, passando per il Belgio e la stessa Italia sono centinaia le azioni legali intentate. E nello scorso mese di maggio la corte distrettuale dell’Aia, nei Paesi Bassi, ha condannato la compagnia petrolifera Royal Dutch Shell a ridurre le proprie emissioni di gas ad effetto serra del 45%, entro il 2030, rispetto ai livelli del 2019. Ciò al fine di allinearsi agli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi.